Seventh

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«Allora vattene!»

Le mie pupille si dilatano appena realizzo quello che è appena venuto fuori dalla mia bocca, al che mi affretto a premere le labbra in una linea dura e continuare a guardarlo dritto negli occhi, che non ho mai visto essere di un nero così scuro.

I muscoli del suo collo si contraggono davanti a me, mentre gli uomini che assistono alla scena iniziano a bisbigliare tra di loro cose a me incomprensibili, come se non avessi potuto fare mossa peggiore.

Distolgo in fretta gli occhi dallo sguardo di Jason quando lo vedo alzare un sopracciglio con fare prepotente, ma prima che possa dire qualcosa per provocarmi mi affretto ad alzarmi in piedi, spostando con i polpacci la sedia indietro per guadagnare l'attenzione di tutti i presenti, anche se già tutti loro mi stavano consumando con gli occhi dapprima.

«Se non avete alcuna intenzione di supportare l'azienda, non vogliamo costringervi.» - trovo il coraggio di alzare il mento e spostare gli occhi da un socio all'altro, mentre sento Joseph sospirare per l'ennesima volta al mio fianco, come per dire che farei meglio a zittirmi e ritornare seduta.

«Abbiamo davvero dei progetti che possono rimettere in piedi l'azienda e da cui trarre il 120% dei guadagni rispetto agli anni precedenti, ma non vogliamo che crediate alle nostre parole...»-prendo un forte respiro quando mi accorgo che riprendono a guardarsi tra di loro, come se le mie parole destassero finalmente interesse, il che mi incoraggia a continuare mentre porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Vogliamo che siate voi a verificare quanti stiamo dicendo. Vogliamo che ci fidate di noi seguendo ogni passo che prenderemo in queste due settimane."-aggiungo con un tono sereno, anche se gli occhi di quello stronzo continuano a bruciare sulla mia pelle.

«E se riuscirete a convincervi alla fine delle due settimane saremo più che lieti di firmare un nuovo contratto con voi.»-concludo più che soddisfatta quando mi accorgo che il vecchio di fronte a me annuisce lentamente al collega al suo fianco, mentre gli altri riprendono a bisbigliare insieme alle loro segretarie o mogli.

«Sei stata fantastica.»-Mikael poggia una mano alla mia nuca in segno di conforto, guardandomi come se fosse fiero di me per aver avuto il coraggio di tenere testa a Jason e convincere i soci a rimanere.
Le mie pupille sono ancora dilatate per la rabbia, mentre afferro lo schienale della sedia per portarlo in avanti e ritornare seduta prima che le gambe mi portino verso l'uscita del ristorante per scappare da questo maledetto posto.

Nascondo le mani sotto il tavolo e getto leggermente la testa indietro per lasciar solleticare le mie scapole dalle ciocche morbide, ma mi blocco sul posto quando guardo di sottecchi alla mia destra per accorgermi che gli occhi del mio ex sono ancora fissi sul mio profilo, mentre porta alle labbra scure e carnose l'orlo di un bicchiere colmo di vino rosso.

La sua espressione è così contratta che non ci metto molto a capire che il mio intervento non gli è piaciuto affatto. Non mi ha mai vista con così tanto disprezzo.

Non mi ha mai odiato così tanto. Il leggero cenno di barba che circonda la sua bocca gli dà un aspetto così cupo che mi sento minacciata da lui anche solo guardandolo in faccia.

Per quanto il disprezzo nei confronti di Jason sia reciproco a quella visione inizio a sentire un forte peso nel petto.

Il cuore mi sale in gola alla sola idea che tutto poteva andare diversamente se solo Sharon non si fosse intromessa. Se solo lui non fosse un puttaniere.

Se solo gli fossi bastata.

Prendo un forte respiro quando mi accorgo che getta la testa indietro lentamente per ingerire tutto il liguido rosso, mostrando la radice del suo collo a forma di trapezio, così maledettamente muscolosa...

«Lei dovrebbe essere Channelle, Mikael ci ha parlato di te.»

Scuoto la testa quando l'uomo anziano di fronte a me prende a parlare, anche se dal modo in cui mi guardava fino a un paio di secondi fa sapevo che lo avrebbe fatto.

Ma quando realizzo le parole che escono dalla sua bocca le mie mani iniziano a sudare e dilato di nuovo le pupille per l'ansia, annuendo lentamente per confermare i suoi dubbi e sperando che non vada oltre a chiedere altro su di me... Su Katty.

Se Mikael ha detto la verità tutti qui dentro sanno di Katty, tutti tranne Jason. E tutti potrebbero aprire bocca per citare mia figlia davanti a suo padre.

«Channelle non è di queste parti, ma si sta adattando bene a New York.»-Mikael si schiarisce la voce e interviene in mio soccorso, lanciandomi una rapida occhiata prima di rivolgere un sorriso tirato all'uomo di fronte a noi, al che mi affretto ad aprire bocca per non destare sospetti.

«Non mi sono mai mossa da Miami fino due anni fa.»-sottolineo, cercando di far prendere una piega diversa al discorso con l'aiuto del mio amico.

Le sue labbra formano una 'o' di sorpresa, mentre gli altri uomini sembrano di nuovo interessati alle parole che escono dalla mia bocca.

«Cosa ti ha tenuta legata alla Florida per così tanto tempo?»

Maledizione. Quest'uomo sembra voler toccare ogni singolo tasto dolente della mia vita.

'Sono rimasta a Miami per trovare i genitori che mi hanno abbandonato.' - vorrei poter trovare il coraggio di dire ad alta voce.
Oppure ' perché pensavo di avere un futuro con lo stronzo alle mie spalle', ma cerco di reprimere i sensi di rabbia e sforzo un sorriso innocente davanti agli occhi attenti dell'uomo di fronte:

«Mia sorella, gli amici... Non mi piacciono gli addii.»

Rispondo frettolosamente, abbassando gli occhi sul piatto vuoto di fronte a me senza riuscire a nascondere un velo di tristezza.

Non sento mia sorella dal momento in cui l'ho cacciata dal mio appartamento, facendole credere di aver abortito.

Nemmeno Kristen e Alison si sono fatte sentire, come se bastasse una bugia per buttarmi dalla loro vita per sempre.

«Capisco.»-sento sussurrare al vecchietto, che si affretta a schiarsi la voce, come se avesse capito che è meglio cambiare argomento.

Se mia sorella e le due donne che ho considerato mie amiche sapessero che ora mia figlia è con me e vive sotto il mio stesso tetto non so come reagirebbero, ma sono certa che non farà piacere a nessuna di loro sapere che ho raccontato l'ennesima bugia.

«New York mi ha accolta bene però.»-alzo di nuovo il mento prima di perdermi nei ricordi della mia vita a Miami, sforzando di nuovo un sorriso mentre lancio una rapida occhiata a Mikael al mio fianco, che si affretta a strizzarmi l'occhio e portare una mano tra i miei capelli all'altezza della mia nuca in segno di conforto.

«Ora è chiaro.»

Il vecchietto si lascia andare ad una risata maliziosa, spostando più volte gli occhi da me all'uomo al mio fianco,  al che corrugo la fronte in un'espressione confusa, mentre il mio amico alza gli occhi al cielo, ma appena faccio per aprire bocca e affrettarmi a spiegare che non c'è nulla tra me e Mikael, il rumore di una sedia che striscia per terra cattura la mia attenzione.

Il mio amico prende la parola al posto mio, anche se il suo socio anziano continua a mantenere la stessa smorfia, mentre con la coda dell'occhio mi accorgo che Jason si alza in piedi in tutta la sua altezza, mettendo in mostra il suo petto mostruoso sotto il bianco della camicia elegante che indossa stasera e che non gli si adduce affatto.

I miei occhi finiscono su una fila di tatuaggi d'inchiostro nero mai visti prima  che risalgono dal colletto della camicia per coprire metà del suo collo largo, ma non faccio in tempo a vedere di cosa si tratta che Jason volta le spalle a tutti, per poi allontanarsi senza che nessuno se ne accorga verso il fondo del ristorante, probabilmente verso l'area riservata ai bagni, ma le mie narici si dilatano e abbasso le sopracciglia quando mi accorgo che sta seguendo la donna che continuava a fissare per tutta la serata.






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Ex 3// Pregnant With My Ex (Terzo Libro) // EX TRIOLOGIA ~Ema Oqu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora