Eleventh

3.4K 191 25
                                    

Picchietto le unghie corte sulla tazza fumante di tisana, approfittando del fatto che la mia piccola dorme beatamente tra lo schienale del divano e un cuscino che le ho poggiato affianco per non rischiare che cada.

Con la mano libera accarezzo il suo piccolo piede, per poi coprire di nuovo il suo corpo con la coperta che copre anche le mie gambe.

La ringrazio mentalmente per non svegliarsi nonostante il rumore delle pioggia e dei tuoni che si sono scatenati da stamattina su New York, mentre cerco di non farmi spaventare, fissando il grosso schermo della televisione appesa al muro.

Nemmeno il camino elettrico acceso mi dà conforto in questo momento e una parte di me dice di chiamare Mark a venire a farmi compagnia, o anche solo per sfogare su di lui tutta l'ansia che sto accumulando nelle ultime ventiquattro ore.

Ma non posso obbligare quel pover'uomo a lasciare i suoi impegni per venire da me.
Avrà affari importanti da concludere a New York e non posso mettergli i bastoni tra le ruote.

L'idea di averlo vicino in questo giorni mi consola un po', dato che non ho la minima idea di come diamine affronterò quella donna, se davvero verrà a New York a organizzare una sfilata per la mia azienda.

Non sento Kristen da tanto. Né lei né Alison, ma posso immaginare già l'espressione delusa sul suo volto, la stessa smorfia con la quale mi ha visto l'ultima volta in cui mi ha rivolto la parola.

Porto la tazza alle labbra senza pensare al fatto che è bollente, ma quando l'ennesimo tuono arriva dritto alle mie orecchie, la mia mano trema e finisco per scottarmi le labbra con il liquido fumante.

Impreco a bassa voce e chiudo gli occhi con forza all'istante, allontanando la tisana prima che mi caschi sulla coperta che copre le mie gambe crociate sul divano.

«Maledizione.»-sussurro, portando il labbro inferiore tra i denti per il dolore e alzandomi lentamente dal divano per andare in cucina.

Lancio una rapida occhiata a Katty per rassicurarmi che stia ancora dormendo, prima di voltarle di nuovo le spalle.

Ci mancava solo il temporale.

Non so se essere più arrabbiata con la pioggia o con me stessa per essere una fifona del cavolo a quasi trentanni.

Infondo mi sono sempre piaciuti il freddo e la pioggia, stare sotto le coperte al caldo e guardare la televisione, anche se non avrei mai immaginato di farlo con un neonato sdraiato al mio fianco.

Pianto i piedi per terra e mi stringo sulle spalle quando un forte rumore si diffonde nel mio soggiorno appena passo affianco al portone per raggiungere la cucina, ma spalanco gli occhi quando all'improvviso le luci si spengono e mi ritrovo circondata nel buio totale. Nel cuore della notte. Da sola.

Il mio battito cardiaco accelera all'improvviso, ma alzo la testa di scatto quando le luci tornano di nuovo, per poi spegnersi e accendersi di nuovo.

Senza pensarci molto spalanco il portone di casa e mi guardo intorno spaesata, sperando di trovare qualcuno che mi possa fare compagnia prima che le luci smettano di lampeggiare.

Tiro un sospiro di sollievo quando vedo la porta della mia vicina di casa spalancata, affrettando il passo nella sua direzione e ringraziandola mentalmente per aver deciso di ritornare.

PUNTO DI VISTA DI JASON

«Spogliati.»

Getto la testa indietro per sorseggiare dalla bottiglia di birra, ma senza togliere gli occhi dalla donna di fronte a me, mentre aspetto che obbedisca al mio ordine, ma corrugo le sopracciglia quando la vedo alzarsi dal divano con fare altezzoso per avvicinarsi al mio corpo lentamente.

Ex 3// Pregnant With My Ex (Terzo Libro) // EX TRIOLOGIA ~Ema Oqu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora