Twenty First

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«Non dico che deve parlargli ora, ma almeno pensarci.»-Kate rivolge una strana occhiata a Alison, come se non fossi qui presente a sentirle parlare di me e litigare su cosa devo o non devo fare.

Le due continuano a presentarsi a casa mia ogni weekend con la scusa che vogliono vedere Katty, ma poi in un modo o nell'altro decidono di ficcare il naso nelle mie faccende.

«Insomma, avete fatto sesso, le cose si stanno risolvendo.»-questa volta Kate si rivolge a me con il coltello a mezz'aria, al che mi affretto a ribattere prima che possa andare oltre:

«Non abbiamo fatto niente.»- ci tengo a chiarire prima che fraintenda tutto.

«Oh, e cos'hai fatto da lui tutta la notte?» - Alison prende la parola e alza le sopracciglia, mentre gira sulla padella gli hamburger ancora non ben cotti.

«Abbiamo solo dormito.»-puntualizzo di nuovo, mentre Kate si affretta ad aprire bocca con un tono quasi malizioso:

«Insieme?»

Sospiro pesantemente e lancio un'occhiataccia per farle capire che è meglio se la finisce e riprende a tagliare i pomodori.

Le mie guance iniziano a surriscaldarsi quando il suo battito cardiaco contro la mia guancia ritorna alla mia mente.
Mi sono fatta cullare dalle sue braccia, guardandolo di nascosto mentre si addormentava con un'espressione serena per tutta la notte, finché mi sono ricordata di avere una figlia e sono stata costretta a lasciarlo solo sul divano.

Mi sembra di sentire ancora sulle labbra il peso della sua bocca, mentre il suo sapore sta ancora sulla mia lingua e lo percepisco ogni volta che deglutisco.

«È da due giorni che non si fa sentire.»-sussurro tra i denti, schiarendomi la voce e assumendo una smorfia delusa quando ricordo il motivo per cui fino a tre minuti fa ero giù di morale.

«Tu ti sei fatta sentire?»

Smetto all'istante di spargere il formaggio sul panino, mettendo il muso alla giusta osservazione di Alison, che inclina la testa di lato per guardarmi con uno sguardo di rimprovero.

Cosa dovevo dirgli? Scusarmi per essermene andata?

Io è da anni che mi sveglio senza di lui al mio fianco, solo per colpa dei casini che lui ha combinato uno dietro l'altro.

L'unica cosa che mi fa rimanere perplessa è il perché abbia deciso di non parlarmi, invece di dare fuori di matto.

Avrei preferito che venisse in azienda e mi umiliasse davanti a tutti, piuttosto che evitarmi da più di 48 ore.
Ogni volta che sento qualcuno passare in corridoio guardo verso la porta, come se sperassi che fosse Jason a bussare da un momento all'altro, anche se averlo qui dentro in questi giorni è l'ultima cosa che vorrei, dato che potrebbe accorgersi di sua figlia sdraiata sul divano.

«Almeno per fargli capire che è stata una bella serata e dirgli che ti manca...» - Kate alza così tanto la voce che sgrano gli occhi e le punto il coltello contro per farle capire che mia figlia sta dormendo a mezzo metro di distanza da noi, per poi affrettarmi a sussurrare con rabbia:

«Non sento la mancanza di Jason e non andrò da lui!»

***

Guardo la porta di fronte a me da cinque minuti oramai, allungando il braccio verso il legno scuro e portandolo indietro più volte, senza dar retta a chi passa in corridoio e mi rivolge strane occhiate.

Non sono pronta ad affrontare un Jason arrabbiato dopo il modo in cui mi ha cullata quella sera.

Sbuffo sonoramente e getto la testa indietro per la frustrazione, immaginando il sorriso soddisfatto sulla faccia della stilista in questo momento.

«La prossima volta puoi usare il campanello.»

Salto sul posto quando una voce rauca arriva alle mie spalle e a ogni sua parola una scia di aria calda sposta i miei capelli, facendomi capire che è alle mie spalle, talmente vicino che il suo petto ora sfiora davvero la mia schiena.

Cerco di non farmi distrarre dall'odore che emana la sua pelle, o dal suo petto che fa su e giù lentamente, a ogni singolo atto respiratorio che fa.
Chiudo gli occhi per l'imbarazzo e sento i miei zigomi prendere fuoco al solo pensiero che è da tanto che mi vede in queste condizioni, davanti al suo appartamento con la mano a mezz'aria.

«Volevo vedermi, Channelle?» - raddrizzo la schiena e sgrano gli occhi quando la sua bocca si avvicina sempre di più al mio orecchio, nascosto dai miei capelli sciolti, ma l'unica cosa che riesco a fare quando il calore delle sue labbra riscalda il mio collo è farfugliare qualcosa di incomprensibile tra i denti.

Deglutisco rumorosamente e inclino la testa quando allunga le braccia ai lati del mio corpo, quasi volesse abbracciarmi da dietro, ma capisco le sue intenzioni e lo maledico mentalmente quando lo vedo afferrare con una mano la maniglia davanti al mio grembo e con l'altra inserire la chiave nella toppa.

Al suo gesto mi schiarisco la voce e costringo me stessa a resistere alle sue provocazioni, decidendo di fare un passo in avanti per avere abbastanza spazio e girarmi verso di lui rapidamente.

«Credo di aver dimenticato la giacca nel tuo appartamento. » - sussurro quando mi accorgo che non avrei dovuto girarmi, dato che ora mi ritrovo a due millimetri di distanza le sue labbra gonfie e un paio di pupille nere come la pece, leggermente dilatate per il mio gesto inaspettato.

Le sue labbra increspate si allargano in un sorriso quando quando realizza le mie parole, ma il suo non è un sorriso malizioso.
Corrugo la fronte quando mi accorgo che mi sta guardando con una smorfia addolcita e piena di tenerezza, come se stesse guardando un cucciolo di gatto in questo momento.

Trattengo il respiro quando lo vedo passare la punta della lingua sulle labbra per bagnarle e appena sento che spinge la porta alle mie spalle per aprirla, decido di approfittarne per fare un passo indietro e liberarmi di lui, ma quando capisce le mie intenzioni si affretta a tirare la maniglia di nuovo in avanti, insieme al mio corpo.

Mi costringe a fare un passo in avanti di nuovo, ma questa volta non ho il tempo di realizzare cosa vuole fare, che la sua bocca si accolla alla mia con forza, in un gesto talmente improvviso che un sospiro pesante esce dalla mia bocca e le mie mani poggiano ai lati del suo collo.

«La prossima volta verrai a chiedermi il reggiseno, piccola.»

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Ex 3// Pregnant With My Ex (Terzo Libro) // EX TRIOLOGIA ~Ema Oqu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora