capitolo uno

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Clotilde's pov

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Clotilde's pov

<<Allora? Che aspetti a scendere?>> Marco si girò nella mia direzione e puntò i suoi occhi azzurri nei miei, lo fissai per un po', cercando di capire quale fosse il motivo della mia esitazione. <<Non lo so Ma', e se una volta entrata non mi trovassi bene con i compagni? E se le cose tra di noi peggiorassero e basta? E se invece non entrassi proprio?>> Il mio ragazzo appoggiò una delle sue mani sulla mia gamba sfiorandola appena in modo rassicurante. <<Amore, vedrai che andrai d'accordo con tutti là dentro, sei una persona fantastica e non devi avere paura del giudizio degli altri. Sicuramente entrerai e farai il culo a tutti, non temere. Per quanto riguarda noi, se ci impegniamo riusciremo a mandare avanti questa relazione, insieme, come sempre>> Lo fissai per un po', chiedendomi cos'avessi mai fatto per meritarmi una persona come lui al mio fianco, poi mi sporsi in avanti e gli lasciai un veloce bacio a stampo, misi la mia mano sulla sua guancia e gliel'accarezzai, sorridendogli mentre cercavo di capire come mai non sentissi già quel senso di malinconia che pervadeva il mio corpo ogni volta che ci dovevamo lasciare per tornare dalle nostre famiglie. Con questi pensieri decisi che era il momento di andarmene, così mi riavvicinai per un altro bacio e poi feci per alzarmi, ma lui mi fermò bloccandomi una mano <<Ricorda che ti amo>> disse, con gli occhi leggermente lucidi <<Anche io, adesso devo andare però>> lasciai la presa e me ne andai, chiudendo lo sportello della sua auto.

☽☽☽☽

<<Clotilde Innocenti, è il tuo turno>> una ragazza dello staff mi richiamò, risvegliandomi dai miei pensieri. Mi feci coraggio e mi diressi verso lo studio, sperando con tutta me stessa di non fare una figuraccia come al mio solito.
Quando arrivai al centro Maria prese parola <<Ciao Clotilde>> disse sorridendomi <<Ciao>> sorrisi in modo impacciato. <<Ti va se racconto un po' di te?>> in realtà l'idea che si parlasse di me di fronte a migliaia di persone non mi faceva impazzire, ma mi toccava, così annuì e la donna dai capelli biondi proseguì con il suo discorso. <<Allora... Clotilde Innocenti è una ragazza di 20 anni, è nata a New York ma ha vissuto da sempre a Firenze, da due anni, invece, vive a Roma. La musica è la sua valvola di sfogo, quando ha bisogno di parlare con qualcuno prende un pezzo di carta e scrive.
Dice di se: "sono una persona molto insicura, anche se non lo faccio vedere e fingo di avere un'autostima altissima, dico di non provare sentimenti quando invece sono la persona più sensibile sulla faccia della terra, ma credo che in questo modo le persone non capiscano quali sono le mie debolezze e così non mi facciano del male. Odio le persone presuntuose e quelle che non sanno quello che vogliono">> La De Filippi si fermò per un secondo e mi guardò <<È tutto giusto?>> <<Si>>fece un sorriso e proseguì <<Bene, oggi canta un suo inedito "Stare Male". Dimmi quando sei pronta>> Sorrisi e poi risposi titubante <<Sono prontissima>> La donna annuì <<Base>> Dopodiché si sentì solamente la musica della mia canzone che risuonava per lo studio. Mi concentrai sul testo e immaginai di essere da sola, tornando con la mente al momento in cui l'avevo scritta.

"Vorrei fosse facile spiegare
La paura che da giorni mi porta a mollare
Come da bambina che temevo il temporale
Ora mi chiudo in me stessa e poi mi faccio male, dai
È che ovunque ormai mi sento stretta
Ho una para nella testa e mezza sigaretta
E mio padre che mi dice che fumare uccide
E che piangere non risana una cicatrice
È inevitabile pensare tutto fa un po' male
Ma fa anche del bene, forse mi conviene
Stare a ricordare che quel che fa male
Poi diventa bene come le altalene
Denuncio tutti i ricordi
Ma penso però: "Ti ricordi?"
Prima stavi bene
Perché stare male, perché stare male così?
Vorrei fosse facile capirmi
Ma è da giorni che mi guardo e non riesco ad aprirmi
Come quando scappi da qualcosa di più grande
E lo trovi puntualmente sotto le tue scarpe, dai
È che ovunque ormai mi sento persa
Sempre mezza sigaretta e troppa roba in testa
E mio padre che mi dice che ubriacarsi uccide
E che piangere non risana le mie ferite
È inevitabile pensare tutto fa un po' male
Ma fa anche del bene, forse mi conviene
Stare a ricordare che quel che fa male
Poi diventa bene come le altalene
Denuncio tutti i ricordi
Ma penso però: "Ti ricordi?"
Prima stavi bene
Perché stare male, perché stare male così?
E non voglio più restarci male
Per tutte cazzate che rovinano le mie giornate
No, non voglio più restarci male
Per queste cazzate che rovinano le mie giornate
No, non voglio più restarci male
No, non voglio più restarci male
No, non voglio più restarci male
Con queste cazzate mi rovino tutte le giornate"

Quando la canzone finì aprì gli occhi e sentì il pubblico applaudire, subito mi vennero gli occhi lucidi, era una sensazione meravigliosa. <<Va bene Clotilde, nessuno ti ha fermato, questo è un buon segno. Adesso però dobbiamo vedere se ti vogliono dare un banco>> Annuì soltanto, sentendo l'ansia che cominciava a farsi spazio dentro di me.
<<Anna, cominciamo da te>> Anna Pettinelli posò il suo sguardo su di me, impassibile <<Beh Clotilde, sicuramente hai una bella voce, ma niente di che. Quando canti non mi arrivi, non mi trasmetti nulla, quindi per me banco no>>  Ci rimasi male, in quella canzone avevo messo anima e corpo e sentirmi dire quelle cose non mi fece di certo piacere <<Va bene, grazie>> Maria mi fece un occhiolino per rassicurarmi <<Continuiamo... chi vuoi ascoltare? Lorella o Rudy?>> Ci pensai un po' <<Rudy>> L'uomo mi rivolse un sorriso a trentadue denti <<Che dire... non condivido assolutamente il pensiero della mia collega, a me trasmetti e pure tanto. Ho sentito il tuo dolore talmente tanto che mi è venuta la pelle d'oca. Sei stata bravissima Clotilde. Per me banco si!>> Non trattenni più l'emozione e scoppiai in lacrime, finalmente ero riuscita a fare qualcosa di buono. Improvvisamente scoppiai a ridere, come facevo ogni volta che ero in imbarazzo, mi seguirono così a ruota anche Lorella e tutte le altre persone presenti nello studio. Maria mi guardò sorridendo <<Dai scema vai a prendere la maglia>> quando la presi la fissai per un po' incredula, poi guardai la De Filippi <<Maria, posso chiedere anche a Lorella cosa pensa?>> <<Certamente>> la Cuccarini prese parola subito dopo <<Allora Clotilde, mi sei piaciuta tantissimo, hai una voce meravigliosa e ti sei esibita in maniera sublime, però ti lascio a Rudy e ti tolgo il peso di dover scegliere tra noi due>> Le sorrisi e la ringraziai minimo cinque volte <<Clotilde corri e vatti a sedere vicino a Luigi, vai>> corsi verso il mio banco e mi sedetti vicino a un ragazzo dai capelli scuri. <<Io sono Luigi, comunque il tuo pezzo è veramente figo>> mi disse porgendomi la mano, gli porsi la mia e gli risposi <<Penso che il mio nome già lo sai, comunque grazie mille>> mi fece un occhiolino e si girò verso i professori.

That way- Luigi Strangis//Amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora