capitolo diciotto

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Clotilde's pov

La dodicesima puntata non era andata affatto bene.
Le eliminazioni di Tommaso, Virginia e Guido avevano lasciato tutti noi con l'amaro in bocca, in modo particolare Luigi che era chiuso in camera sua da almeno un'ora. Sarei voluta andare da lui subito per poterlo consolare, ma sapevo già che ogni mia parola sarebbe stata inutile.
Dopo un po' però decisi di lasciare Nicol e Rea al loro discorso e di andare da lui.

<<Come stai?>> gli chiesi avvicinandomi al suo letto.
Non rispose. Era steso a pancia in giù e teneva le mani davanti al volto per non far vedere che stesse piangendo, vederlo in quel modo mi spezzò il cuore.
<<Hey>> mi avvicinai ancora di più e mi abbassai alla sua altezza, <<Ti va di parlarne?>>.
<<No. Resta qua però>> si spostò leggermente per permettermi di sedermi al suo fianco. Posai le mani sulle sue prima di togliergliele dalla faccia, lo accarezzai e gli lasciai un bacio sulla fronte, sorrise leggermente al mio gesto. Restammo in silenzio per svariati minuti, finché non lo sentì sospirare.
<<Sai, è stato il primo a cui ho detto di essere innamorato di te ed è grazie a lui che ho trovato il coraggio di dichiararmi, anche se poi non è andata molto bene all'inizio>>.
Aveva appena detto di essere innamorato di me con tutta la leggerezza del mondo e io non sapevo nemmeno come dirgli che lo ero anche io, perciò feci finta di niente, nella speranza che avesse detto quelle parole per sbaglio.
<<Hey, se tu mi avessi fatto parlare subito sarebbe andata bene dall'inizio>> lo presi in giro, sperando di riuscire a strappargli un sorriso.
<<Sei tu che per dire una cosa ci metti mille anni>>.
Continuò a raccontarmi di Guido fino a quando sentì il suo stomaco brontolare.
<<Ti va di andare a mangiare qualcosa?>> gli domandai scompigliandogli i capelli.
<<Sì, vieni anche tu?>>.
Annuì e insieme andammo in cucina, dove trovammo tutti gli altri.

Mentre Luigi era intento a parlare con Maria io ero seduta al tavolo insieme a Christian e Mattia, ero contenta che quest'ultimo fosse finalmente riuscito a riprendersi la maglia. Durante quella settimana l'avevo visto stare veramente male, perciò vederlo così tranquillo e spensierato era un sollievo.
Mi girai verso la penisola della cucina e vidi il cantante con la testa fra le mani che cercava di trattenere le lacrime, lasciai i ragazzi a scherzare tra di loro e andai verso di lui. Quando lo raggiunsi lo abbracciai da dietro e gli lasciai un bacio sulla nuca.

<<Okay, devo dire una cosa a tutti, tranne che a Cristiano. Dovete prepararvi tutti per andare in studio>> disse poi Maria. Mi allontanai dal ragazzo e andai verso la mia stanza, dove trovai le altre ragazze.

<<Come sta Gigi?>> chiese Carola mentre finiva di vestirsi.
<<È distrutto, vederlo così mi spezza il cuore. Vorrei poter fare qualcosa per farlo sorridere>> dissi pensando alle lacrime che avevo visto scendere lungo le guance del ragazzo.
<<Stagli vicino, a lui basta questo>>.
Le sorrisi prima di uscire dalla stanza, incontrai Alex fuori da essa e insieme ci dirigemmo verso gli altri.
<<Secondo te cosa vogliono dirci?>> ruppe lui il silenzio quando eravamo quasi arrivati agli studi.
<<Non ne ho idea, potrebbe essere qualsiasi cosa. Forse è un altro provvedimento disciplinare per il disastro che c'è in casetta>> dissi calciando qualche sassolino che si trovava sulla mia strada.
<<Può darsi, andiamo dai>> aprì la grande porta che si trovava davanti a noi, si spostò di lato per farmi passare.

Come previsto eravamo stati convocati insieme ai professori a causa del disordine che si trovava nelle nostre stanze.
Dopo aver mostrato un video Maria fece entrare Federico, un ragazzo di 21 anni che faceva il postino. Cantò il suo inedito, non era male, ma a parer mio gli mancava qualcosa.
Dopo aver cantato lasciò lo studio e rimandarono il filmato che avevamo visto poco prima. Quando finì il primo a prendere parola fu Rudy che dopo una lunga ramanzina a Luca gli disse che avrebbe dovuto pulire tutta la casetta per una settimana, dopodiché lo fece uscire.
La sbroccata toccò anche a Christian e Mattia ai quali Todaro tolse internet.

Alla fine, grazie all'intervento di Alex si scoprì che il casino nella stanza arancione era stato causato da Albe.
In casetta raggiunsi Serena nella stanza arancione e trovai i ragazzi intenti a litigare. Albe continuava a ripetere che il disordine non era solo il suo e che non aveva parlato subito per educazione, come aveva già detto prima. La sua ragazza non perse tempo a dargli ragione.
Quando mi resi conto che la situazione ci stava sfuggendo di mano presi parola.
<<Raga smettetela per favore, tanto ormai è inutile, quel che è fatto è fatto. Tu Albe avresti potuto parlare subito, così almeno Luca evitava di essere umiliato in quel modo davanti a tutti, anche se poi il provvedimento se lo beccava ugualmente, però almeno si evitava tutto sto macello. Adesso basta però>> detto ciò uscì dalla stanza seguita dal napoletano, al quale avevo promesso che lo avrei aiutato con le pulizie, siccome trovavo ingiusto che se ne dovesse occupare lui quando non era sua la colpa.

☽☽☽☽

La sera ero in giardino a parlare con Dario. Mi stava raccontando di come quel pomeriggio Mattia e Christian l'avessero accusato di essere un po' lecchino, avevo cercato di consolarlo dicendogli che gli altri probabilmente si erano sentiti attaccati dalle accuse di Raimondo mentre lui se l'era passata liscia.
Dopo un po' ci raggiunse Sissi, così la lasciai sola con il ragazzo.

Tornai dentro e diedi una mano a
sistemare le ultime cose che erano rimaste fuori dalla cena, finché Nicol mi affiancò <<Dai lascia stare, finisco io qui. Tu vai da Luigi>>.
<<Grazie!>> esclamai abbracciandola. Non era una delle persone con cui avevo più rapporto, ma da qualche tempo avevo iniziato a conoscerla e dovevo ammettere che era proprio un cuore di panna. Mi sorrise e ricambiò la stretta.

<<Indovina chi sono?>> chiesi con le mani sugli occhi del ragazzo.
<<Mhh... chi lo sa. Sicuramente uno dei ragazzi>> rise.
Si girò nella mia direzione e mi poggiò le mani sui fianchi. Misi le braccia intorno al suo collo e avvicinai i nostri volti, i nasi si sfioravano e potevo percepire il suo respiro caldo sul viso.
Fu lui a fare la prima mossa e con un movimento svelto unì prepotentemente le nostre labbra. Senza pensarci troppo approfondì il bacio e spostai le mani verso i suoi capelli che tirai leggermente.
<<Cloti, ferma che sennò qui va a finire male>> sussurrò staccandosi dalle mie labbra. Appoggiò la fronte alla mia e mi mise i capelli dietro le orecchie. Rise leggermente quando vide il rossore sulle mie guance, nonostante questa cosa tra di noi andasse avanti da un bel po' non riuscivo a non imbarazzarmi in determinate situazioni.

Eravamo sdraiati sul suo letto da almeno mezz'ora. Le nostre gambe erano aggrovigliate tra di loro, la sua testa era appoggiata sul mio petto e le sue braccia intorno al mio torace, mentre io gli facevo i grattini. Stavamo parlando di quanto gli avesse dato fastidio il comportamento di oggi di Albe e io non potei non dargli torto.
<<Ci pensi mai a noi fuori da qui?>> cambiò improvvisamente discorso.
<<Se non fossimo mai entrati o una volta usciti?>> gli domandai incastonando i miei occhi nei suoi.
<<Entrambi>>
<<Beh si, fa strano, perché nel primo caso adesso non sarei qui, mentre nel secondo chi lo sa. Magari staremo finalmente insieme, oppure tutto questo sarebbe finito>> dissi con tono malinconico. Il solo pensiero di perdere Luigi e tutte le sensazioni che mi fa provare quando sono con lui mi fa venire gli occhi lucidi.
<<Preferisco pensare che staremo insieme. Chissà, magari staremo anche cercando una casa per vivere insieme>>. Lo guardai sbalordita. Lui sognava un futuro con me, quindi non ero l'unica. Avvicinai nuovamente le nostre labbra e le feci scontrare in un dolce bacio, incapace di formulare un discorso di senso compiuto.

Continuammo a parlare delle nostre vite fuori dal programma per un po', fin quando non vidi il ragazzo stropicciarsi gli occhi, segno che era stanco.
<<Hai sonno?>>
<<Un po'>> sussurrò appena.
<<Ti va se questa notte resto a dormire qui?>> domandai timidamente.
<<E me lo chiedi pure? Fosse per me potremmo dormire insieme anche ditte le notti>> gli sorrisi.
Ci alzammo entrambi per metterci sotto le coperte.
Dopo neanche cinque minuti ci addormentammo abbracciati con il sorriso sulle labbra.
Se c'era una cosa di cui ero sicura era che stare con quel ragazzo mi faceva bene al cuore.

That way- Luigi Strangis//Amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora