capitolo sette

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Clotilde's pov

<<Tilde, svegliati, è tardissimo>> sentì una voce dolce e una mano che mi accarezzava la guancia, aprì lentamente gli occhi e mi girai verso la persona che aveva parlato poco prima. Quando misi a fuoco mi accorsi che era Luigi, alla sua vista persi un battito, e nonostante stessi provando con tutta me stessa a non sorridere, non ci riuscì. Non capivo perché dopo tutto quel tempo passato ad evitarci adesso era lì, ma non mi interessava, volevo solamente stare con lui senza pensare a nulla, finché potevo. <<Come stai?>> riprese parola il ragazzo <<Tutto bene, te?>> sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso e una voglia matta di baciarlo si impossessò di me. <<Adesso leggermente meglio>>  si alzò dal mio letto e si girò verso di me, sfoderando nuovamente quel sorriso che mi faceva venire le farfalle nello stomaco ogni volta, <<Sbrigati a prepararti, ti aspetto di là, facciamo colazione insieme e poi andiamo a lezione>> non feci in tempo a rispondere che era già sparito.

Entrai in cucina e trovai la maggior parte dei ragazzi lì, diedi uno sguardo in giro e vidi che c'era un posto libero tra Rea e Luigi e una tazza fumante con delle fette biscottate davanti. Mi avvicinai ai due e salutai la ragazza, mentre l'altro mi appoggiò una mano sulla schiena e mi fece cenno di sedermi vicino a lui. Era strano fare finta di nulla visto come erano andate le cose tra di noi, ma se a lui andava bene così, per me era lo
stesso, anche se sapevo prima o poi avremmo dovuto parlarne. Mi sedetti al suo fianco e feci colazione scambiando qualche parola con le persone che erano presenti. Luigi teneva il suo braccio appoggiato alla spalliera della mia sedia e ogni tanto mi accarezzava la schiena, ogni volta che lo faceva sentivo una scarica di brividi lungo la spina dorsale.
<<Andiamo?>> mi chiese quando finì di mangiare, annuì e mi alzai seguendolo
fuori dalla porta. <<State andando a lezione?>> ci chiese Luca che era in giardino a fumare. <<Sì>> rispose il ragazzo al mio fianco. <<Allora se mi aspettate un secondo vengo con voi>>, Luigi si girò verso l'altro, lanciandogli uno sguardo torvo <<Mi dispiace ma siamo in ritardo>> lo liquidò velocemente, poi mi prese la mano e mi trascinò via.

Il tragitto fino agli studi lo passammo in silenzio, uno di quelli piacevoli. Quando entrammo ci fermammo in sala relax e il moro mi si avvicinò pericolosamente. <<Comunque dovremmo parlare di quello che è successo>> affermò dopo essersi seduto su una delle gradinate.
<<Hai ragione. Finisco le lezioni mezz'ora prima di te, se vuoi ti aspetto>> gli diedi retta sedendomi affianco a lui. <<Non c'è bisogno, non devi aspettarmi così tanto, possiamo parlarne in casetta>> mi sorrise appoggiando una mano sulla mia e accarezzandola dolcemente <<Ma a me va di aspettarti, poi dovrei fare la strada da sola e non mi va>> <<Allora va bene>> sussurrò spostando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra, sentendomi a disagio in quella situazione guardai l'orologio al mio polso e mi resi conto che ero quasi in ritardo <<Lù devo andare, ci vediamo dopo>> gli lasciai un bacio sulla guancia e uscì dalla stanza.

☽☽☽☽

Stavo aspettando Luigi da una ventina di minuti. L'ansia mi stava mangiando viva, non sapevo come sarebbero andate le cose, speravo semplicemente che andasse tutto bene. Ero talmente persa nei miei pensieri che non sentì la porta aprirsi, infatti mi accorsi della presenza del cantante solo quando sentì le sue mani appoggiarsi sui miei occhi e lo sentì sussurrare un flebile <<Booh>> nel mio orecchio, al contatto della sua bocca con la mia pelle sentì la pelle d'oca. <<Hey>> mi girai e trovai il suo volto terribilmente vicino al mio, da quella distanza potevo vedere tutte le sfaccettature dei suoi occhi. <<Andiamo?>> annuì e ci dirigemmo insieme verso l'uscita.
<<Mi dispiace>> dicemmo all'unisono e scoppiammo a ridere come due cretini. <<Inizio io>> mi affrettai a dire e vidi Luigi sbuffare ironicamente <<io e Marco ci siamo lasciati. Qualche giorno dopo la nostra lite abbiamo parlato e lui mi ha accusato di non averti detto della nostra relazione perché c'era qualcosa tra di noi, a quel punto mi sono arrabbiata e abbiamo cominciato a litigare, non ci siamo parlati per una settimana, finché ieri l'ho chiamato e l'ho lasciato...>> <<Mi dispiace>> è l'unica cosa che dice il ragazzo, anche perché non gli do tempo di dire altro che ricomincio a parlare. <<Fa niente, a me dispiace aver detto quelle cose l'altra volta. Questi giorni senza le tue battutine di cattivo gusto sono stati estenuanti>> gli rivolgo un sorriso sincero prima di fargli cenno di cominciare a parlare. <<Già, è stato difficile affrontare tutte quelle giornate senza battibeccare per qualsiasi cosa con te ahahah. Comunque non avrei dovuto sbroccarti in quel modo, non ne avevo il diritto. In fondo tra di noi non c'era nulla e tu non mi avevi dato nessun motivo per credere che ci fosse qualcosa, non so perché ho reagito in quel modo, ma tornassi in dietro non l'avrei fatto. Io e te siamo solo ottimi amici. Scusami ancora Tilde>> <<Mi piace "Tilde">> gli confessai in un sussurro. Non so perché ma ci rimasi male alla sua affermazione, ero stata io a dirgli che eravamo solamente amici, ma in quel momento non sapevo se era quello che volevo veramente. <<Da oggi in poi sarà il mio soprannome per te>> disse appoggiando il suo braccio intorno alle mie spalle e accarezzando dolcemente quella destra. <<Adesso devo trovarne io uno per te>> cominciai a pensare a un nome da utilizzare per chiamare il mio amico finché non arrivammo in casetta.

That way- Luigi Strangis//Amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora