capitolo otto

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Clotilde's pov

<<Come va?>> mi domandò Alex entrando nella mia stanza, avevo chiesto a Carola di chiamarlo e farlo venire da me, avevo disperatamente bisogno del suo aiuto. <<Un disastro Ale, devo scrivere cosa penso dell'amore per la puntata e non so neanche se l'abbia mai provato veramente, l'amore. Inoltre devo iniziare a scrivere il mio nuovo inedito e non so dove mettermi le mani>> esclamo sull'orlo di una crisi di nervi, sbattendo le mani sul cuscino, lui le blocca prendendole nelle sue e rivolgendomi un sorriso rassicurante. <<Cloti devi tranquillizzarti. Cominciamo dal testo sull'amore. Sei stata fidanzata, non eri innamorata?>> chiede incuriosito dalla mia risposta. <<Beh non è così semplice, se me l'avessi chiesto qualche settimana fa ti avrei risposto di sì, ma adesso non credo, cioè se quello che provavo per Marco era amore, quello che provo per lui cos'è?>> chiesi marcando la parola "lui", sapendo che Alex avrebbe intuito subito di chi parlavo, <<ovviamente questo non è amore, e neanche prima lo era, perciò no, non l'ho mai provato>> proseguì chiarendo subito che per l'altro ragazzo non provavo nessun tipo di amore, se non un semplice interesse. <<Farò finta di crederci. Comunque perché non parli di questo? In fondo siamo giovani, non per forza siamo stati innamorati, e tu puoi spiegare questa cosa, dicendo poi cosa secondo te è l'amore, anche se ancora non l'hai mai provato in senso romantico>> <<Alessandro, tu sei la mia salvezza, ti adoro>> urlai gettandogli le braccia al collo e stringendolo a me. <<Lo so Cloti, lo so. Comunque parliamo dell'inedito adesso, ti va?>> propose il mio amico accarezzandomi il braccio. Annuì cominciando ad andare in paranoia, perché in fondo io un'idea su cosa scrivere ce l'avevo, ma non sapevo come metterla su carta senza farlo risultare banale. <<Innanzitutto, di cosa vuoi parlare?>> il ragazzo posò lo sguardo su di me, <<Vorrei parlare della situazione che si è creata ultimamente con tu sai chi, credo che sia una cosa che un po' tutti viviamo, e poi, detto sinceramente, anche se fingo che non me ne freghi niente ci sto veramente male. Averlo vicino a me e sentire quella voglia innata di baciarlo, di stringerlo a me fino allo sfinimento, ma sapere di non potere è straziante, soprattutto perché per lui sono solamente un'amica>> dissi l'ultima parte del discorso in un sussurro, sentendo gli occhi che cominciavano a pizzicare. Continuammo a parlare per un po' dell'inedito stesi sul mio letto alla dovuta distanza.
A ora di cena Luigi venne a chiamarci e mi aspettò per dirigerci in cucina insieme.
<<Dopo possiamo parlare?>> mi sussurrò in un orecchio scostandomi leggermente i capelli. <<Certo, ma è successo qualcosa?>> <<No no,>> disse frettolosamente sorridendo <<voglio solo passare del tempo con te>> mi prese la mano e continuò a camminare, visto che eravamo rimasti fermi a mezza strada <<Anche a me va>> risposi, sentendo le guance andare a fuoco e le farfalle farsi spazio nel mio stomaco quando mi diede un bacio in testa prima di sedersi al suo posto.

☽☽☽☽

Dopo aver lavato i piatti andai nella mia stanza ad aspettare Luigi con il cuore in gola come ogni volta che dovevo stare con lui. <<Hey principessa>> sorrise facendo la sua entrata, assunsi un'espressione contrariata nel sentire quel nomignolo. <<Come mi hai chiamato, scusa?!>> quasi urlai, mentre lui scoppiò in una fragorosa risata e scompigliarmi i capelli. <<Principessa, c'è qualche problema?>> esclamò, facendo il finto duro <<Qualche?! Chi è che chiama le proprie amiche "principessa"?!>> risi anch'io, contagiata dal ragazzo in piedi davanti a me <<Beh, ma tu non sei solo un'amica>> a quell'affermazione il fiato mi si mozzò in gola, se prima avevo le farfalle nello stomaco adesso c'era un intero zoo che festeggiava come al Carnevale di Rio. <<C-come s-scusa?>> chiesi balbettando sentendo la voce che mi usciva a stento. <<Sì, insomma, io e te non siamo dei semplici amici, siamo tipo migliori amici, direi degli amici speciali>> fece un sorriso tirato e in quel momento tutte le mie speranze andarono in frantumi, come il mio cuore. <<Già, amici speciali>> sussurrai con lo sguardo perso in un punto indefinito della stanza. Il moro si tolse le scarpe e si stese al mio fianco, avvicinò uno dei suoi piedi alla mia gamba e quando me ne resi conto balzai su dal letto e cacciai un piccolo urletto. La sua risata riempì la stanza, ricomponendo le parti del mio cuore che era andato a pezzi pochi attimi prima.
Passò un'ora, e noi eravamo ancora lì a ridere e a farci i dispetti come due bambini dell'asilo. <<Ferma, non ti muovere>> sussurrò il ragazzo a un palmo dal mio viso <<Che c'è?>> chiesi con tono allarmato <<Hai qualcosa qui>> disse indicando un punto del mio vicino alle labbra, avvicinandosi sempre di più con il suo volto, cercai di allontanarmi, anche se non lo volevo realmente, ma avendo la testa appoggiata sul cuscino non ci riuscì. Improvvisamente appoggiò entrambe le sue mani sulle mie guance e punto i suoi occhi dritti nei miei, chiedendomi il permesso di fare la prima mossa, spostò il suo sguardo sulle mie labbra che guardò con desiderio prima di avvicinarsi e appoggiare le sue labbra alle mie, in un bacio che scatenò dentro di me migliaia di emozioni contrastanti. Appoggiai le mani tra i suoi capelli che tirai leggermente e lo sentì sorridere nel bacio. Dopo qualche secondo ci staccammo per riprendere aria e appoggiamo le nostre fronti l'una all'altra, entrambi a corto di fiato. Luigi appoggiò una mano sulla mia guancia e l'accarezzò dolcemente, ma all'improvviso il suo sguardo cambiò, diventando più duro è preoccupato <<Hey, che succede?>> gli chiesi allontanando leggermente i nostri volti. <<Clotilde, sono stato un coglione, non avrei dovuto baciarti. Io e te siamo solamente amici e in più ti sei lasciata da poco. Non so cosa mi sia preso. Scusami>> non mi diede il tempo di rispondere che si alzò dal letto e uscì dalla  stanza a grandi falcate, lasciandomi lì, confusa più che mai sui miei sentimenti.
<<VI SIETE BACIATI>> urlarono Serena e Carola all'unisono entrando nella nostra camera qualche istante dopo. <<Che ne sapete voi?>> chiesi con la faccia appoggiata al cuscino e con un velo di tristezza nella voce. <<Volevamo andare a letto, ma poi vi abbiamo visti e abbiamo lasciato perdere>> <<Allora avete anche visto che se ne è andato lasciandomi qui come una cretina>> sussurrai aspramente, pensando a quando successo poco prima <<Già>> mugugnò una delle due in imbarazzo. <<Ti va di parlarne?>> chiese l'altra in modo comprensivo <<No, al massimo domani>> risposi secca.

Non riuscì a dormire per tutta la notte, perché le parole di Luigi continuavano a tornarmi in mente, come se fossero dei coltelli. Io e te siamo solamente amici. E io che mi ero illusa che ci fosse qualcosa di più. Che idiota che ero stata, per una volta che abbassavo le mie protezioni ci rimanevo fregata.
Verso le tre di notte decisi di alzarmi e andai in giardino con il taccuino sul quale scrivevo le canzoni e cominciai a scrivere a ruota libera.

"Run me in circles like you always do
Mess with me on purpose, so I'll hang on to you
I know what you mean when you act like that
But you don't know it's breaking my heart
Said that it was just never gonna happen
Then almost kissed me in the dark
Every time we talk, it just hurts so bad
'Cause I don't even know what we are"

Mentre scrivevo quelle frasi sentì le lacrime bagnarmi le guance e ne vidi una cadere sulla carta, formando un alone.

"We say we're friends, but I'm catching you across the room
It makes no sense 'cause we're fighting over what we do
And there's no way that I'll end up being with you
But friends don't look at friends that way
Friends don't look at friends that way"

That way- Luigi Strangis//Amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora