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Jimin diede alcune informazioni a Jin, che seguì alla lettera, fino ad arrivare di fronte ad una palestra abbandonata in una delle vie del posto che nessuno si considerava mai.
Non appena arrivammo, aspettammo qualche secondo in macchina silenziosamente, come se avessimo tutti il timore di scendere e di vedere qualcosa che non ci sarebbe piaciuto.
Soprattutto io.
Non sapevo a cosa stavo andando incontro. Jungkook aveva detto che aveva un impegno, che io non ero l'unica, e quindi poteva essere lì dentro con una qualche ragazza a fare chissà cosa.
Ero pronta a rischiare tutto e scendere da quell'auto?

"Somin?"

Guardai Jin.

"Sicura di farcela?"

Onestamente parlando, il mio corpo era debole, non mi sentivo le gambe, non riuscivo a reggermi in piedi e tremavo a causa del freddo. Ma volevo farlo, volevo incontrare Jungkook e finirla una volta per tutte.
Sapere se era disposto a continuare il nostro rapporto o se avrei aspettato inutilmente qualcosa che non sarebbe mai arrivato.
Avevo bisogno di certezze e le avrei avute in quel momento.

"Sì, sono sicura"

Yoongi mi passò una giacca di pelle, probabilmente la sua, viste le dimensioni enormi rispetto alla mia, e mi disse di indossarla.

"Fa freddo fuori, ti conviene coprirti"

Indossai la giacca nera che subito mi tenne più caldo di quello che mi aspettavo, e finalmente aprii la portiera.

"Voi non venite con me?"

I tre ragazzi rimasero seduti in macchina.

"Non credo che Jungkook si aprirà molto se ci siamo noi ad assistere alla scena"

"E se la dentro...mmh... non ci fosse solo Jungkook...?"

Jimin sorrise e Yoongi mi toccò la testa attraverso il buco sedile.

"Stava bluffando prima Somin... non ha nessun'altra, sicuramente le pretendenti non gli mancano, ma ora come ora non credo abbia voglia di portarsi a letto nessuna"

"Beh nessuna che non sia tu"

Arrossii subito a quell'affermazione di Jimin.

"Dai ora basta, ce la fai a camminare fino a la?"

Annuii, anche se non ne ero proprio certa.
Ma dovevo farlo, dovevo provarci.
Le mie risposte stavano dietro a quella porta chiusa.

"Okay vado"

"Noi saremo qui, pronti a riaccompagnarti a casa"

Annuii nuovamente e finalmente scesi da quella macchina, lentamente e reggendomi a qualsiasi cosa potesse aiutarmi a camminare.
Feci gli ultimi due passi fino ad arrivare finalmente a quella porta, che esitai ad aprire.

Okay Somin, ce la puoi fare. Tu ce la devi fare.

Allungai la mano verso la maniglia e la abbassai, aprendo la porta ed entrando in questo edificio completamente abbandonato e buio.
L'unica parte luminosa era data da una serie di vetrate che facevano entrare la luce naturale, come se fossero delle finestre ma senza vetri.
Al centro della stanza, che non era proprio una stanza, ma un semplice spazio aperto, c'era solo un sacco da box, che in quel momento veniva preso a pugni dall'unico ragazzo che avrei riconosciuto tra mille anche solo di schiena.

Jungkook era lì, di fronte a me, tutto sudato, che tirava un pugno dietro l'altro, senza sosta.
Non indossava nemmeno una felpa, considerato il freddo che faceva, ma indossava una canottiera, che metteva in evidenza tutti i suoi muscoli e i tatuaggi sul braccio che tanto mi piacevano.

Your Eyes Tell (Jeon Jungkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora