IV

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Camminammo lentamente, fino ad arrivare finalmente alla moto che ci avrebbe riportato a casa.

"Ma hai l'asma o qualcosa del genere?"

La domanda del ragazzo mi colse di sorpresa, facendomi voltare verso di lui.

"Ho notato che quando corri o cammini velocemente tossisci, ti è successo due volte oggi, quindi mi chiedevo se avessi l'asma"

"Qualcosa del genere, andiamo?"

Salimmo sulla moto, senza fare ulteriori domande riguardanti la mia salute ed evitando di essere specifica riguardo a questa "asma" sospetta.
Dopo circa quindici minuti, arrivammo al parco dove ci eravamo incontrati, scendendo così dalla moto.

"Okay, ciao"

"Senti, Somin?"

Mi rigirai verso di lui, in attesa di sentire quello che aveva da dire.

"Mi dispiace per quello che ho detto prima okay? Non volevo ferire i tuoi sentimenti o altro"

Sogghignai.

"Non hai ferito i miei sentimenti..." mi avvicinai a lui e lo guardai. "...sei stato solo un enorme maleducato, ma tanto non siamo amici e non lo diventeremo, quindi continua pure ad essere un grandissimo idiota"

Lui sorrise, sospirando.

"A mai più rivederci Jungkook"

Mi rigirai e mi allontanai dal ragazzo che probabilmente non avrei mai più rivisto, considerando che mia madre mi avrebbe messo agli arresti domiciliari dopo quello che avevo combinato.
E poi, chi avrebbe voluto rivederlo quell'idiota?

Percorsi la via per tornare a casa e finalmente rientrai, trovandomi entrambi i miei genitori all'ingresso, che non appena mi videro si precipitarono su di me.

"Oh mio dio, Somin! Stai bene? Stavamo per chiamare la polizia"

Staccai le mani di mia madre dalle mie spalle e la guardai.

"Mi sembra molto esagerato mamma, sono stata fuori solo qualche ora, e ti ho scritto che stavo bene"

"Cosa è questo odore? Dove sei stata? Con chi eri? Hai fumato?"

Sbuffai.

"Basta mamma cazzo! Sto bene!"

"Somin! I termini amore"

"Va bene, scusa papà, ma la stai sentendo? È impazzita!"

"Io impazzita?? Sei andata a fumare pur sapendo-"

"Pur sapendo cosa? Che potrei morire?? Mamma lo so! Me lo ricordi ogni singolo secondo della mia vita che potrei morire, mi metti ansia! Non ho fumato se è questo quello che ti preoccupa, sto bene! Lasciami un po' di spazio"

"Spazio? Lo spazio che hai avuto quando sei finita in terapia intensiva lo preferivi di più??"

Guardai mia madre con le lacrime agli occhi, mentre mio padre cercava di zittirla, considerando che stava sparando un sacco di frasi che mi stavano ovviamente ferendo.

"Mamma tu non mi dai spazio, mai! Ti ho sempre accontentato, ma non perché lo volessi, semplicemente perché so che state sprecando la vostra vita per me e mi sento in colpa! Ma tanto morirò e voi potrete tornare alla normalità, senza il peso della vostra figlia malata a cui dovete sempre badare"

Mi resi conto di stare urlando solo quando iniziai a tossire, rimanendo nuovamente senza fiato, e cercando di regolarizzare il mio battito cardiaco.

"Piccola stai bene?"

Spostai la mano di mio padre e annuii.

"Si, ce la faccio anche da sola, come potete ben vedere!"

Mi girai e mi chiusi nella mia stanza, sbattendo la porta e gettandomi sul letto con le lacrime agli occhi per il nervoso.
Afferrai il cellulare, attaccai le cuffie e le misi subito nelle orecchie, facendo partire la solita canzone che ripetevo in loop tutto il tempo.
La canzone originale si chiamava "Your Eyes Tell", la adoravo, ma non tanto quanto adoravo il remake di Daniel Jang, fatto con il violino.
Io amavo la musica in generale, ma quella canzone mi riempiva il cuore, un misto tra tristezza e calore che mi aiutava a fare uscire tutte le emozioni che provavo mentre la ascoltavo.
E in quel momento, non appena sentii la melodia del violino, scoppiai in un pianto silenzioso, che solo il cuscino premuto sul mio volto riusciva a placare.

Circa venti minuti dopo sentii bussare alla mia porta.
Tolsi le cuffie, dopo essermi asciugata il viso con la manica della mia felpa, e mi misi seduta sul letto, guardando la porta.

"Si?"

Mio padre entrò nella mia stanza, chiudendosi la porta alle sue spalle, venendo poi a sedersi sul bordo del mio letto.

"Se sei qui per dirmi di andare a scusarmi con la mamma la risposta è no, non lo farò, ho solo detto quello che pensavo"

"Non sono qui per dirti di scusarti con lei principessa, sono qui per dirti solo di cercare di capire anche il suo punto di vista, nessuna delle due ha torto, ma lei è una madre, so che non è facile per te, ma non lo è nemmeno per lei"

"Io non l'ho costretta a rinunciare al suo lavoro per me, non ti ho costretto a suddividere le tue ore lavorative tra lavoro da casa e lavoro in ufficio, non ho chiesto alla mamma di avere l'infermiera che mi accompagna anche a fare una passeggiata, tanto meno di frequentare un'università che non voglio frequentare da casa, voglio solo avere una vita che potrebbe minimamente sembrare normale, è chiedere troppo? O devo vivere agli arresti domiciliari fino a quando non morirò in questo letto?"

Mio padre mi accarezzò la guancia e mi sorrise.
Dall'esterno, le persone, avevano sempre giudicato mio padre come l'uomo duro e severo della famiglia, in quanto possedeva un'azienda rinomata di cui ne era capo. Eppure quando si trattava della sua famiglia era una persona adorabile. Amavo alla follia mio padre, era sempre stato la mia colonna portante ed è sempre grazie al suo continuo sostegno e alla sua comprensione che probabilmente non ero ancora crollata emotivamente, o almeno, non del tutto.
Avevamo uno splendido rapporto, non che con mia madre non lo avessi, ma con lui era diverso.
Forse sotto sotto era mia madre quella più dura e testarda.
Forse eravamo così simili che era per questo che non riuscivamo mai a fare a meno di discutere.

"Se cerco di convincere la mamma a farti frequentare l'università in presenza, o almeno, solo a metà in presenza, mi prometti che sarai responsabile, che starai attenta e che ti prenderai cura di te? Mi prometti che tornerai dritta a casa dopo le lezioni e che starai bene?"

Gli sorrisi e lo abbracciai.

"Te lo prometto infinite volte"

"L'hai detto principessa, ora lascia fare a me"

Your Eyes Tell (Jeon Jungkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora