XI

669 55 6
                                    

Dopo aver finito la sessione di esercizi con Rosy, quest'ultima mi consigliò di andare subito in ospedale e di fare gli esami di accertamento, perché secondo lei, il vomito non era da sottovalutare.
D'altronde, nulla era da sottovalutare nel mio caso.

Dopo aver pranzato con i miei genitori, ovviamente rimanendo tutti in silenzio, mio padre mi disse che lui non poteva accompagnarmi in ospedale perché sarebbe dovuto andare in azienda ad incontrare dei soci e discutere di vari progetti. Quindi per esclusione, mi avrebbe sicuramente accompagnato mia madre, con il quale non parlavo considerando l'accaduto.

"Vi saluto allora, Mini, mi raccomando, alle undici ti voglio a casa, intesi?"
Sorrisi a mio padre, lo abbracciai e annuii.
Adoravo quando mi chiamava così. Era un diminutivo dolcissimo del mio nome.
Mi faceva sentire come se fossi la sua piccola principessa.
"E mi raccomando, fatemi sapere come va in ospedale"

Mio padre salutò anche mia madre e ci lasciò da sole.

Non appena se ne andò, mi recai nella mia stanza e indossai le prime cose che mi trovai davanti, praticamente il primo pigiama che sembrasse mezzo presentabile per andare in ospedale.
Misi una magliettina grigia a caso e dei pantaloni della tuta del medesimo colore.

In realtà non faceva caldo, ma a volte, a causa di vampate di calore dovute alla "situazione", evitavo anche di mettere la giacca

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

In realtà non faceva caldo, ma a volte, a causa di vampate di calore dovute alla "situazione", evitavo anche di mettere la giacca.
Cosa che il medico mi aveva detto effettivamente di evitare di fare, perché a seguito delle vampate di calore solitamente venivano anche quelle di freddo, quindi considerando il mio sistema immunitario, avrei dovuto prestare più attenzione.

Dopo aver finito di prepararmi, uscii nel cortile di casa nostra, dove mia madre mi aspettava in auto.
Mi avvicinai e aprii la portiera dietro, ma mia madre decise di rivolgermi finalmente parola.

"Sali davanti, non sono la tua autista"

Sbuffai, sbattei la portiera e mi sedetti accanto a lei silenziosamente.

"Sei vestita troppo poco"

Sbuffai e guardai fuori dal finestrino dell'auto.

"Come mai hai vomitato stamattina?"

Continuai a guardare fuori.

"Non sono io che decido quando farlo e quando non"

Il viaggio continuò silenziosamente, senza che nessuna delle due dicesse nulla, questo fino a quando non arrivammo al parcheggio dell'ospedale, dove mia madre mi fece scendere.

"Somin tu inizia ad andare, ti raggiungo non appena trovo un parcheggio va bene?"

"Okay"

Your Eyes Tell (Jeon Jungkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora