Dopo che mia mamma finì di lavare i piatti e pulire la cucina, disse a Jungkook che se voleva un passaggio, poteva portarlo a casa lei, essendo che avrebbe comunque fatto un salto a comprare un paio di cose.
Jungkook ovviamente accettò, probabilmente aveva delle cose da fare, considerando che comunque aveva passato la giornata a dedicarsi a me."Ci vediamo allora Somin"
Mi limitai semplicemente a sorridergli, visto che di fronte a noi c'era mia madre.
Inoltre non è che stavamo insieme quindi non ci salutavamo con un bacio o qualcosa del genere. Sarebbe stato anche effettivamente imbarazzante.Lui e mia madre uscirono dalla porta di casa, mentre io mi gettai semplicemente sul divano a ripensare a tutto quello che era successo negli scorsi giorni.
Accarezzai il tatuaggio che avevo sotto l'orecchio e sorrisi tra me e me."Sono proprio una stupida"
Continuai a pensarci fino a quando non mi addormentai lì.
**
Mi svegliai quando mia madre entrò dalla porta di casa, sedendosi poi accanto a me.
"Sei tornata"
Lei mi accarezzò i capelli e mi sorrise.
"Non volevo svegliarti"
"Non fa niente, mi sarei svegliata comunque"
Mi misi seduta sul divano e rimanemmo per qualche secondo in silenzio.
"Potrei dirti una cosa?"
Guardai mia madre confusa, mentre a sua volta stava guardando il tatuaggio che avevo sul collo.
"Se vuoi sgridarmi un'altra volta per questo no"
Lei sorrise.
"No, non voglio sgridarti...è solo che non lo so, non stai correndo un po' troppo con lui? So che ti fa stare bene, ma lo conosci da tre o quattro giorni Somin, so che vuoi vivere a pieno la tua vita, la vita che non hai vissuto per diciotto anni, e lo capisco, ti sostengo e sono felice di vederti felice, però cerca di non correre troppo solo perché vuoi sperimentare tutte le emozioni che ti sei persa in questi anni, non voglio vederti soffrire"
La guardai in silenzio, senza dire niente.
Forse perché non sapevo veramente cosa dire.
Probabilmente aveva ragione, stavo correndo troppo e mi stavo facendo trascinare da questa cosa nuova che non avevo mai vissuto prima.
Ma allo stesso tempo ero dell'idea che in realtà mi stavo vivendo la cosa con molta leggerezza.
Mi stavo affezionando a Jungkook, ma effettivamente non avevamo una definizione per il nostro rapporto, quindi praticamente ci stavamo ancora conoscendo.
Quelle parole però mi avevano commossa.Mi avvicinai ed abbracciai mia madre, che rimase sorpresa da quel gesto.
"Mi dispiace se vi ho fatto preoccupare gli ultimi due giorni, sono stata un'irresponsabile"
"Amore noi siamo felici se tu sei felice, cerca solo di fare attenzione, non vogliamo un'altra chiamata di Jungkook che ci dice di raggiungerlo in ospedale, va bene?"
Annuii.
La giornata in realtà si concluse in un modo abbastanza semplice. Rosy passò per i solito esercizi e le solite medicine. Io e mia madre aspettammo il ritorno di mio padre dal lavoro per cenare poi tutti insieme, e, dopo aver visto un film sul divano, tornai nella mia stanza, dove mi addormentai praticamente subito.
Beh, dove mi riaddormentai per poi svegliarmi per ben tre volte nel bel mezzo della notte.
Tutte e tre le volte mi ritrovavo a vomitare l'anima, accompagnata da mia madre che mi aveva sentita e che non mi aveva lasciata sola neanche un secondo, cercando di rassicurarmi e dirmi che andava tutto bene.
Non appena mi lavai i denti per l'ennesima volta e mi rimisi nel letto, notai che erano le cinque del mattino.
Mia madre, dopo la terza volta in quel bagno, aveva deciso di rimanere nella mia stanza, sperando che non ci fosse una quarta volta.
Cosa che ovviamente speravo anche io.Sbuffai.
"Non appena ci svegliamo ti porto a fare una visita in ospedale"
Guardai mia madre, che credevo stesse dormendo.
"Dobbiamo andare a vedere l'appartamento per l'università mamma"
Lei rimase con gli occhi chiusi, senza guardarmi.
"La prima cosa che faremo è andare in ospedale, non fare storie, poi, quando ci accerteremo che va tutto bene, andremo a vedere l'appartamento"
Sbuffai nuovamente, rassegnandomi semplicemente all'idea.
STAI LEGGENDO
Your Eyes Tell (Jeon Jungkook)
FanfictionA Somin, all'età di tredici anni, venne diagnosticata la "Angina Pectoris", una malattia cardiaca che comporta un dolore che si manifesta al petto e nelle zone circostanti, come le braccia, il collo e la schiena, in seguito a una mancanza di ossigen...