PROLOGO

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3 ANNI PRIMA...

11 giugno: Italia - Roma 


Sono passate esattamente tre settimane, da quando ho lasciato la vita negli Stati Uniti.

Sono tre settimane, che sono "rinchiusa" in questa stanza d'ospedale dove ricevo visita solo da mamma e papà, oltre le mille infermiere e dottori che mi sottopongono a vari esami.

Sono tre settimane, che non vedo più i miei amici e mio fratello; anche se in un certo senso è meglio perché neanche io non mi riconosco più davanti allo specchio.

Sono tre settimane, che continuo chiamare e inviare messaggi a Josh, senza ricevere nessuna risposta.

Tre settimane che penso di aver fatto un grosso errore a venire in Italia, perchè al posto di migliore sto peggiorando.

Tre settimane che non ho più la forza di vivere. 

° ° ° ° ° ° ° °


13 giugni: Italia - Roma 

Sono in questo ospedale da tre settimane, settimane nella quale ho visto solo i miei genitori e i miei medici.

Sdraiata sul mio lettino, osservo i miei genitori abbracciati l'uno all'altro che vengono illuminati dalla luce della luna, che filtra dalla finestra della mia stanza; le loro mani sono intrecciate tra di loro e dormono sulla poltrona situata di fronte al mio lettino.

Da tre settimane, ogni volta che li vedo dormire uno accanto all'altro, mi si forma un sorriso malinconico sulle labbra, perché mi chiedo se anche io un giorno riuscirò a trovare qualcuna che mi guarda come papà guarda mamma da ormai più di 25 anni.

Riuscirò ad arrivare a trovare il vero amore? oppure è già troppo tardi?

Ho mille domande nella testa che stanno cercando di trovare delle risposte, ma l'unica alla quale so rispondere certamente è che prima di lasciare che qualcuno ami me, devo prima di tutto essere in grado di amare me stessa.

Tutti i miei pensieri vengono interrotti da un improvviso freddo che mi assale per tutto il corpo, seguito da forti formicolii che cominciano a diffondersi dalle dita della mano per poi proseguire per tutti il braccio.

Sento il battito cardiaco aumentare, e il "bip" della macchinario accanto a me aumentare.

Una strana stanchezza comincia ad assalirmi, e l'unica cosa che riesco a percepire prima di lasciarmi cullare da questo strano senso di tranquillità, è la porta sbattere facendo comparire un gruppo di persone con il camice bianco preoccupati; per ultimo sento delle urla... delle urla che provengono da mia madre, e poi basta.

Vuoto.

Buoi.

Silenzio. 

Ciao a tutti!!🥰

Ho pubblicato il prologo della mia storia, spero che vi piaccia. 

Fatemi sapere che ne pensate. 

Inoltre voleva chiedervi scusa in anticipo per gli errori ortografici che magari troverete nel corso della storia. 

Per ultimo vi voleva avvisare che ho già pronto i primi capitoli, quindi nei prossimi giorni li troverete sulla pagina. 

Allora a domani!!!!!

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