Ed eccomi qui, davanti al grande edifici dove all'interno si trova l'ufficio del famoso avvocato Knox.
Sono passati Cinque giorni, dal momento in cui mio padre ha deciso di non parlarmi; è da cinque giorni che esce di casa preso per "lavorare", cinque giorni che mi sta ignorando.
Però ora basta, non riesco più a sopportare l'idea di lui che non mi parla, o l'idea che è deluso a causa mia; oggi è il giorno in cui noi risolvere la questione, punto e basta.
Prendendo un grande respiro entro nell'edificio e incomincio ad incamminarmi verso l'ascensore, premo il dodicesimo piano e comincio a salire. Una volta che la porta dell'ascensore si apre mi incammino verso l'ufficio di papà, ma vengo fermata da una signora dietro ad una scrivania "mi scusa signorina chi stava cercando?" Chiede in tono gentile, " ecco, io cercano l'avvocato Knox, Adam Knox, è nel suo ufficio?" Rispondo cordialmente "si è nel suo ufficio, però riceve solo su appuntamento, lei ha un appuntamento?" Chiede rivolgendo la sua attenzione sul computer, "in realtà io... non ho nessun appuntamento, ma se l'avvisa dicendo il mio nome sono sicura che mi permetterà di entrare", "mi dispiace, ma le regole sono queste, se vuole può prendere l'appuntamento per settimana prossima" risponde, "ecco io sarei..." comincio " Blue! Che ci fai qui?" Interviene mio fratello Sam presentandosi in un perfetto completo grigio scuro che fa esaltare i suoi occhi, "Stavo dicendo alla signorina che non può vedere il signore Knox senza appuntamento" interviene la signora con un tono arrogante "sei venuto a vedere nostro padre? Perché non mi hai avvisato ti sarei venuto a prendere io" risponde mio fratello ignorando la segretaria "vostro padre? Quindi lei è..."," si io sono Blue Knox, la figlia di Adam Knox; comunque Sam si sono venuto da papà per mettere fine a qualunque cosa ci sia tra di noi, non sopporto l'idea di non parlarci; e poi non c'era bisogno di venirmi a prendere esistono i taxi sai?" Rispondo alzando gli occhi a mio fratello "ah ah, grazie per avermi illuminato per l'esistenza dei taxi cara, comunque papà è nel suo ufficio viene ti accompagno" dice cominciando ad incamminarsi verso l'ufficio di papà " ah e comunque, secondo me dovresti farti la patente, sai guidare la macchina serve" mi rinfaccio per la centesima volta di non avere ancora la patente a 21 anni, "No che non mi serve, se ho a disposizione un fratello che mi fa da tassata privato senza volere nulla in ricambio, e poi guardo il lato positivo non devo cercare parcheggio", rispondo ovvia alzando le spalle "la solita..." risponde Sam scuotendo la testa "comunque eccoci qui, in bocca a lupo" dice mio fratello lascivendo un lieve bacio sulla mia testa, prima di incamminarsi a sua volta verso il suo ufficio.
Aspetto qualche minuto, e quando mi sento pronta busso alla porta "avanti", risponde una voce profonde dietro alla porta; apro lentamente la porta facendo comparire la mia figura "Susy se sono i documenti del caso lasciali sulla..."dice prima di alzare la testa dalla scrivania ed incrociare i suoi occhi con i miei "Ciao papà" lo saluto timidamente "Ciao" mi risponde lui freddo, "volevo solo parlarti, sai a casa non ci siamo mai incontrati in questi giorni; spero che non ti disturbo" rispondo continuando a sostenere il suo sguardo. Lui con un accenno di testa mi invita a sedere sulla poltrona di fronte a lui.
"Di che cosa mi volevi parlare?" Chiede lui dopo vari attimi di silenzio, "Ti... Ti volevo parlare di quello che è successo; del perché mi sono comportata in questo modo" inizio io, e quando vedo che non accenna a parlare continuo "So più di qualunque altra persona quanto tu ci tenessi a vedermi laureata in Giurisprudenza, come da piccola fantasticavamo il mio traguardo insieme, abbiamo organizzato pure la mia festa di laurea all'età di 12 anni" dico ridendo al ricordo di io e papà sulla sua scrivania a decidere a che gusto di torta avremmo voluto avere quel giorno "il mio intento non è stato quello di deluderti in nessun modo, non era qualcosa che arei voluto privarti o tenerti da parte... solo che non ho saputo come dirtelo; all'inizio ho cominciato a studiare così per tenermi occupata all'ospedale, poi man mano che studiavo ho cominciato a dare alcuni piccoli esami, e poi questi piccoli esami sono diventati grandi; e man mano che continuavo diventava più difficile dirtelo, perché avevo paura di fallire e di non riuscire ad andare avanti, avevo paura di deluderti per il mio fallimento; Ho visto con i miei occhi quanto tu in questi tre anni hai trascurato il tuo lavoro per me, lasciando i casi importanti allo zio Jacop, per poter venire da me in qualunque momento, e proprio per questo non volevo che ti preoccupassi anche per i miei studi. Veramente papà io non l'ho fatto con cattive intenzioni, io volevo che voi aveste un pensiero in meno" sfogo i miei pensieri con una valanghe di lacrime che ricoprono il mio viso.
Vedo papà, con gli occhi lucido, prendere un grande respiro per poi iniziare a parlare "Ascoltami Blue, io sono molto orgogliosa di te, non dubitare mai di me, io sono tuo padre e ci sarò sempre per te sia nei momenti belli che in quelli brutti. Ecco solo che, quando mi hai dato questa notizia mi sono sentito come se mi stessi escludendo dalla tua vita, proprio come facevi un tempo, e per un momento ho pensato che magari non stessi affrontando il ruolo di padre nei migliore dei modi; Però in questi giorni non ho fatto altro che pensare a te, e riflettendoci bene capisco bene le tue motivazioni e hai ragione tu! E proprio per questo ho avuto paura a venirti a parlare. Però ti devo confessare che mi ha rattristito molto non vederti laureare con i miei occhi, vedrete sul palco per prendere il diploma, esultare e celebre con tua madre e tuo fratello il grande traguardo che hai raggiunto. Io sono e sarò sempre molto orgogliosa della donna che sei diventata." Dice papà con le lacrime che minacciano di uscire dagli occhi.
Io mi alzo subito dalla mia sedia per andare ad abbracciare mio padre "grazie papà. Grazie per tutto" Rispondo continuando ad abbracciare.
"Va bene basta con le lacrime. Viene con me ti devo fare vedere una cosa", dice mio padre prendendomi per mano e dirigendosi verso la porta "Mmm, va bene, mi devo preoccupare?", chiedo non capendo le intenzioni di papà, "nono, non c'è nulla di preoccuparsi. Tu seguimi e basta", dice proseguendo per il lungo corridoio per poi fermarsi in un secondo momento davanti ad una porta chiusa "okay ci siamo" dice;" di chi è questo ufficio? E perché Simo qui? Pensi che io abbia bisogno di una avvocato?" Chiedo in modo scherzoso, lui abbassa la maniglia della porta ed entra.
Davanti a me si presenta un ufficio dalle medie dimensioni, che però si dimostra molto più grande a causa delle grandi vetrate dalle quali infiltrano una grande luce; la stanza è decorata in modo molto semplice ma allo stesso momento elegante, con una grande scrivania nera con gambe di legno, scaffali e libreria fatte di legno e due poltrone nere; dalla grande vetrata si può osservare la città in continuo movimento; "è bellismo questo ufficio di chi è?", chiedo a mio padre continuando ad osservare la stanza "è tua!" esclama mio padre.
Distolgo il mio sguardo dalla stanza per guardare il viso serio di mio padre "cosa? Come? Ma... ma io..." non riesco a parlare per ciò che mi ha appena detto " si hai sentito bene, questa è il tuo nuovo ufficio, e visto che ora sei un avvocato a tutti gli effetti, lo poi iniziare ad utilizzarla, ovviamente se accetti la mia proposta di lavoro" dice mio padre facendo apparire un'espressine sorpresa in faccia, "ma come hai fatto a fare tutto in così poco tempo?", " ecco in realtà... questa stanza è così da tanto tempo, nel senso sono da anni che è pronta e ti aspetta", lo guardo ancora non rendendomi conto di quello che sta accadendo "Woww..... mi stai davvero offrendo un lavoro nel tuo studio?, papà io veramente non so che dire... ne sono onorata, però non penso che tutto questo sia un pò troppo per una appena entrate in questo ambiente?" Chiedo con un filo di preoccupazione "tesoro, tu non sei nuova qui, è da quando sei piccola che gironzoli tra questi uffici, aiutandomi nei vari casi, questo è ciò che meriti, fidati di me, allora accetti ?", "certo che accetto, come potrei rifiutare una proposta del genere!! Però ad una condizione" esclamo incrociando le bracce al petto "voglio seguire i processi di adozione dei bambini che si trovano nell'orfanotrofio di mamma. Voglio essere certa che tutti vadano in delle famiglie che hanno amore da dare, e che si siano adatta a quel ruolo" dico io con un tono deciso.
"Lo sapevo. Non ti smentisci mai tu", "come scusa?" Chiedo io non capendo, "tua madre, mi ha raccontato che sei andata con lei al lavoro e che hai passato tutto il pomeriggio con loro. Infatti è stata lei a dirmi che molto probabilmente avresti chiesto di seguire i bambini nel processo di adozione; quella donna ha sempre ragione. Ma come fa?" Dice mio padre facendo ridere entrambi "il potere delle donne" rispondo io in modo ironico.
"Comunque accetti, se si ti voglio qui Lunedì mattino"
" A lunedì, allora" allungo la mano per stringere quella di papà come in senso di accordo, per poi dirigerci verso l'uscita, per ritornare a case.
STAI LEGGENDO
L'Arte Del Riparare...
RomanceTRAMA... Blue Knox, figlia di uno dei più importanti avvocati, con il sostegno della sua famiglia decide di lasciare la sua amata casa e di andare in una clinica speciale in Italia, per potersi allottare dai propri demoni. Josh Hale, amico d'infanzi...