CAPITOLO 21

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Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo in una stanza che non conosco.

Piano piano mi alzo dal letto che mi sono ritrovata e mi guardo intorno.

Bianco, questo è il colore che domina la stanza anonima in cui mi ritrovo.

Cerco di guardarmi intorno per vedere se c'è qualcosa di famigliare, ma nulla.

A fatica mi alzo dal letto.

Strano non dovrei sentirmi così debole; ma questa debolezza mi ricorda gli anni passati quando a causa della debolezza facevo fatica pure a respirare.

Quando mi alzo noto che addosso al posto del mio amato pigiama ho un camice rigorosamente bianco, come quelli che si mettono ai pazienti degli ospedali.

Aspetta, sono in ospedale??

Che cosa mi è successo??

Ho fatto un incidente??

No, non penso altrimenti avrei ricordato qualcosa no??

L'ultima cosa che ricordo è che ieri sera dopo aver cenato con i miei sono andata a dormire in camera mia e poi buoi.

Piano piano cammino per la stanza, e quando noto un grande specchio attaccato al muro decido di incamminarmi verso quello.

Una volta davanti allo specchio però non riesco a riconoscere la figura che ho difronte.

Difronte a me appare una ragazzina dai capelli corti castani ma talmente fini e rovinati che si può vedere il cuoi capelluto, un viso piccolo pallido con due occhiaie che contornano gli occhi verdi che ormai emanano una luce spenta, triste e quasi nostalgica; i due zigomi sono ben evidenti, le labbra screpolata e viola; il corpo ricoperto da un camice bianco che gli sta troppo grande per il suo piccolo corpicino, braccia sottilissimi e piene di lividi per tutti i prelievi di sangue fatte fino ad ora.

Un cadavere che cammina insomma.

Ritorno a guadare quel viso che ha un'aria molto famigliare, con quei occhi verdi che cercano di parlare senza aprire bocca.

Più la guardo più i ricordi mi affiorano nella mente.

Quella figura allo specchio, quel cadavere che cammina sono io.

Si sono io, ovvero ero io tre anni fa.

Comincio ad agitarmi perchè non capisco come io sia caduta ancora nella stessa trappola.

Non capisco come da un giorno all'altro il mio corpo sia cambiato.

No, non voglio ritornare a essere quella persona.

Non voglio causare altro dolore alla mia famiglia.

Io devo guarire.

Devo riprendermi in mano la mia vita.




Di scatto apro gli occhi, ritrovandomi in un mare di sudore.

Mi guardo intorno per accertarmi che mi trovi nella mia camera.

Era solo un brutto ricordo del mio passato.

Un incubo che mi tormenta da ormai anni, e che ospito ogni notte.

Scosto le coperte, che con il loro peso mi fanno sentire in gabbia.

Mi dirigo lentamente verso il bagno dove posso sciacquare la faccia che ormai è colma di sudore.

Mi getto dell'acqua fredda per risvegliarmi.

Come ormai da anni, la mia mano involontariamente va su quella cicatrice che il mio ventre ospita ormai da troppo tempo.

La cicatrice che mi ricorda cosa ho fatto nel passato, e quello che ero nel passato.

Ma ormai so che è arrivato il momento di non ripiangere più quello che sono stato prima, per poter finalmente godere il presente e il futuro con le persone che amo e che voglio bene.

Si perchè come quella cicatrice che con cura e con il tempo è riuscita a ripararsi, è arrivato anche per me il momento di ripararmi e di andare avanti, cominciando ad aprire il mio cuore, e condividendo il mio dolore. 



SORPRESAAAAA

Pensavo che non sarei riuscita ad aggiornare fino al nuovo anno, ma eccomi qui. 

Lo so che è un capitolo corto, e sopratutto è un capitolo di passaggio, ma ci tenevo ad aggiornare, quindi spero che vi piaccia.

Inoltre volevo sapere se vi piacerebbe leggere dei flashback dei protagonisti, oppure altro POV di altri personaggi, quindi fatemi sapere😘


Comunque vi volevo augurare un Buon Anno, sperando che questo nuovo anno porti più normalità nelle nostre vite. 

Quindi ci vediamo nel 2022!!! 

😘🥰❤️


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