L'Arte Del Riparare...

CAPITOLO 3

Casa, che cosa strana sentirsi a casa dopo tre lunghi anni nella quale l'unica cosa che si potesse avvicinare un minimo al concetto di casa era la mia stanza ospedaliera e la piccola casa che i miei avevano comprato per i periodi che mi venivano a trovare.

Però adesso ero veramente a casa, la casa fatta dal calore famigliare, casa nella quale ho trascorso i miei anni d'infanzia correndo per tutte le stanze e rompendo di conseguenza i vasi che mamma si riportava da ogni viaggio; gli scherzi fatti a Sam nel salotto di casa, le cena, le feste... Tutte ciò è casa.

In questa una settimana non ho avuto nessuna notizia da lui, ma oramai ho persone anche la speranza, non posso sperare per una persona che non si degna neanche a venirmi a salutare dopo tre anni, quindi mi sono arresa, arresa di aspettarlo.

La mia prima settimana posso dire che è stata abbastanza monotona, infatti ho passato la maggior parte delle giornate con la mia famiglia e i miei amici, mangiando giocando e guardando film, per "recuperare" i tre anni precedenti; oltre a ciò però ho anche pulito ed organizzato la mia camera, e con l'aiuto della mamma ho messo da parte tutti i vestiti che non mi stavano, per poterli portare nei giorni successivi all'orfanotrofio dove mamma fa da preside.

Oltre a queste piccoli compito non ho fatto granché, in quanto per il tempo che rimane da sola o leggevo oppure andavo in cucinare per praticare il mio hobby preferito: la pasticceria, infatti per tutta la settimana ho presentato alle cene sempre un dolce diverso, facendo riscuotere grande successo come accadeva una volta; piano piano cominciavamo a ritornare la famiglia di prima.

Mentre sto finendo di fare il letto, sento la porta aprirsi, rivelando la faccia di mamma "Ciao tesoro, vedo che sei giù sveglia, ti volevo avvisare che stasera abbiamo ospiti a cena, e pensavo di andare al supermercato per comprare gli ingredienti che mancano a Maria, vuoi venire con me?", chiede mia madre con gli occhi che le brillano di felicità da oramai sette giorni ogni volta che mi vede gironzolare in giro per casa; "ciao mamma, si sono già sveglia, chi è che viene stasera?"domandai, "arrivano Nicole e Jacop, con William e Demi, visto che il piccolo e i genitori erano fuori città la scorsa settimana e non ti hanno ancora dato il benvenuto ho pensato di inviarli a cena, non è bello? Come ai vecchi tempi riunite tutti insieme. Comunque Nicole mi ha avvisato che non ci sarà Josh, ha detto che ha da fare".

Josh.. sentire il suo nome mi ha fatto venire una strana sensazione allo stomaco, confermando la mia scelta di non aspettarlo più, che oramai io e lui siamo diventati due estranei.

Cerco di mascherare il mio umore con un sorriso tirato, ma la mamma è sempre la mamma, infatti mi viene ad abbracciare con un sorriso triste, lascio che le suo braccia stringano il mio esile corpo, ed appoggio la testa al suo petto inspirando il dolce profumo materno che emana, "che ne dici se preparo io il dolce?? Potrei fare la torta al cioccolato e cocco che piace tanto a Willy e i biscotti al cioccolato bianco e lamponi, i preferiti di Demi", rispondo per cercare di cambiare argomento, "certo tesoro, penso che sia un'ottima idea, anche perché i tuoi dolci riscuotono ogni volta un grande successo, hai mai pensato di aprire una pasticceria?" Mi risponde, per poi mettersi a ridere con me, io scuotendo la testa rispondo: "certo mamma, tu e papà me lo dite ogni volta che faccio una torta, ma la mia riposta sarà sempre la stessa se non volete vedere vostra figlia fallire perché sforna solo una torta al giorno, la mia risposta rimarrà sempre di no, preferisco che rimanga solo un hobby", rispondo in modo ormai automatico alla solita domanda; "comunque si dai vengo anche io per comprare gli ingredienti per la torta, finisco qui e ti raggiungo di sotto", rispondo a mamma che si trova già alla porta della mia camera.

Finisco di mettere i cuscino sul letto, e dopo aver infilato le scarpe raggiungo mia madre per andare al supermercato.

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