CAPITOLO 16

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È passata ormai una settimana dalla serata in cui sono rimasta dormire a casa Hale.

Il giorno seguente, dopo il mio risveglio nel letto di William gli ho preparato la colazione, e solo dopo essermi accertata che fosse tutto sotto controllo sono ritornata casa.

E se state chiedendo se ho parlato con Josh... no non gli ho ancora parlato perchè non mi sento pronta ancora per l'ennesima volta.

Non capisco come mai io non riesca ad affrontarlo... ma ogni volta che penso che sia il momento giusto io mi ritiro indietro, senza portare a termine nulla.

Oggi sono in ufficio, e stranamente anche papà è qui, di solito lui è sempre in tribunale a correre da un'udienza all'atra ma oggi ha detto che saremmo andati insieme a pranzo quindi eccomi qui nel mio ufficio mentre aspetto che papà abbia finito di firmare gli ultimi documenti.

Toc.

Toc.

Quando sento che qualcuno bussa alla porta mi alzo e dico "avanti", davanti a me si presenta mio padre che come al solito è impeccabile nel suo completo blu scuro che fa risaltare il suo fisico ben messo anche se ha una certa età.

"Ciao tesoro, scusa se ti ho fatto aspettare, ma all'ultimo sono arrivate delle carte..."dice papà mentre io sto già prendendo la borsa e la giacca per uscire subito, "Non ti preoccupare, tanto io sono già pronta, possiamo uscire subito" dico io dandogli un bacio alla guancia sull'uscio della porta dell'ufficio.

"Ah tesoro, a pranzo ci sarà anche un mio caro amico con il suo figlio, spero che non ti dispiaccia. So che volevi fare una cosa tra noi due soli, ma ha detto che era in città e allora l'ho inviato ma..." dice a raffica papà, "Papà tranquillo, non preoccuparti, tanto sono sempre qua ci sarà un'altra occasione in cui potremmo pranzare solo noi due" dico io prendendolo a braccetto, "Allora dove si va?" Chiedo io con una gran fame, si perchè stamattina ero in ritardo e quindi non ho fatto colazione, "Ho prenotato al Vesper, so che ti piace molto" dice mio padre orgoglioso della sua scelta, "Siiii, non vedo l'ora di mangiare i loro involtini!!" Dico io eccitata...

Una volta uscita dal grande edificio e saliti a bordo dell'auto di papà, ci dirigiamo l ristorante.

Durante tutto il tragitto io e papà abbiamo cantato le canzoni che passavano in radio, ovviamente disturbando la quieta pubblica con le nostre disastrose voci.

Una volta giunto al ristorante, parcheggiamo e ci dirigiamo verso l'ingresso, dove veniamo accolti da un cameriere "Buongiorno, abbiamo una prenotazione a nome di Knox" dice papà con un sorriso al cameriere "Ah si signore Knox, da questa parte... i vostri ospiti si sono già accomodati" dice per poi accompagnatori verso il nostro tavolo.

Una volta arrivati davanti a me si presenta un uomo molto curato, che ha all'incirca di mio papà e che come lui è impeccabile nel suo completo grigio con occhi scusi e capelli castani scuri con alcune sfumature di grigio che indicano che ha una certa età, "Oh Ciao Adam da quanto tempo!" Dice prime di abbracciare mio padre, "Hai ragione Vincet, non ci vediamo da molto tempo, ma ti trovo molto in forma. Bravo hai seguito i miei consigli" dice papà in tono scherzosi dandogli una pacca sulla spalla, "Oh ma guarda, la piccola Blue è cresciuta ed è diventata una bellissima donna! Mi ricordo ancora quando eri bambina e volevi sempre stare in braccio al tuo papà" dice l'uomo per poi abbracciarmi "Comunque probabilmente non mi hi riconosciuto, io sono Vincet, Vince Montgomery" dice poi "Molto piacere signor Montgomery", "oh cara chiamami solo Vicent, comunque lui è mio figlio Ryan", dice poi;

in quel momento una figura maschile con capelli neri corvini ed occhi verdi, come quelli di una foresta tropicale, si alza in piedi mostrando la sua altezza e la sua corporatura muscolosa, indossa dei semplici pantaloni neri e sopra ha un maglione color cammello che fa intravedere il colletto della camici nera che indossa.

Il ragazzo mi guarda dalla testa ai piedi, che è lo stesso che ho fatto io pochi minuti prima, e poi mi porge una mano, "Piacere i sono Blue" dico io, "Piacere Blue io sono Ryan"dice poi lasciando che le nostre mani si stringano più del dovuto.

Una volta sciolta la stretta ci accomodiamo al tavolo e cominciamo a consultare il menù.

Io opto per degli involtini vegetariani, con del petto di pollo e la salsa speciale che fanno.

Mentre aspettiamo che il nostro ordine arrivi cominciamo a parlare, durante il discorso scopro che anche Vincet e suo figlio sono degli avvocati e che hanno diversi sedi in California; tra una forchetta e l'altra scopro che anche il figlio è molto simpatico e ho scopre che ha frequentato Harvard e che subito dopo la laurea al posto di iniziare a lavorare in uno degli uffici del padre, ha fatto un viaggio della durata di un anno dove ha visitato vari posti.

Dopodiché ha chiesto un pò di me, ed io gli ho raccontato dei miei studi, della mia permanenza in Italia, senza entrare nei particolari, e dei mie amici e della mia famiglia.

Dopo aver preso anche il dolce, fu il momento di ritornare al lavoro, così ci alzammo per dirigersi verso l'uscita; mentre papà e Vincet stavano litigando per pagare il conto io e Ryan ci dirigemmo fuori, verso le nostre auto.

"Ehi Blue, stavo pensando.." Disse cominciando a grattarsi la testa "Che magari potremmo scambiarci i numeri di telefono, sai sono nuovo in città e non conosco nessuno, magari una sera potremmo uscire a bare qualcosa se vuoi anche con i tuoi amici" cominciò a dire, "Oh che tonta che sono! Ci avrei dovuto pensare prima, so come ci si sente in una città da sola senza conoscere nessuno. Comunque dammi il telefono" dissi io allungano la mano, nella quale Ryan senza farselo ripetere mise subito il suo telefono.

Io scrissi il mio numero per poi fare uno squillo in modo tale da avere anche io il suo numero "Ecco.. ora io ho il tuo numero e tu hai il mio" dissi porgendo indietro il suo telefono.

"Perfetto allora... Grazie" disse poi.

Nello stesso momento ci raggiunsero anche i nostri padri, "La prossima volta offro io, non voglio storie" disse Vincet. "Va bene alloro noi ci sentiamo poi, è stato un piacere Blue" disse poi rivolgendo il suo sguardo verso di me "Piacere mio Vincet" risposi.

"Ok allora andiamo ciao" disse mio padre, "Ciao Blue allora ci sentiamo" disse Ryan mente si allontanava "Ci sentiamo ciao" dissi io salutandolo con la mano.

• • • • •

Ormai era sera, e la casa era in un silenzio tombale in quanto i miei erano usciti fuori a cena, mentre mio fratello era da Amanda.

Avevo trascorso una serata tranquilla tra libri, serie tv e cibo.

Quando era giunto il momento di andare a letto, però il telefono squillò avvisando l'arrivo di un nuovo messaggio.

Presi il telefono che stava sul comodino e sbloccai lo schermo.

Quando guardai il mittente vidi il nome di Ryan, non mi aspettavo che mi avrebbe già scritto così in fretta.

"Ehi sono Ryan! Come stai? Spero di non averti svegliata. Volevo solo chiederti se Venerdì sera sei libera. Magari prossimi organizzarci per fare qualcosa che ne dici?"

Lessi il messaggio, e capendo che si sentiva solo in una città nuova gli decisi di rispondergli subito.

"Ehi Ryan! Tutto bene e tu? Comunque non dormivo tranquillo. Comunque penso che sia un'ottima idea. Possiamo organizzare qualcosa anche con gli altri, così vi conoscete! Ne parlo anche con gli altri e ti avviso allora. " Dissi io, avere degli amici in più era sempre un bene no?

"Perfetto allora ci sentiamo. Buonanotte" scrisse

"Buonanotte!" Risposi io, per poi lasciare il telefono sul comodino affianco al letto.

Mi misi sotto le coperte, chiusi gli occhi.

Quella notte, come in quelle precedenti vidi gli occhi azzurri, con le sfumature blu che ricordavo l'oceano prima della tempesta. 

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