Non ricordo quanti anni avevo la prima volta che accadde, forse è successo dopo la morte di mia madre, o forse dopo essere rientrata a casa sporca di fango dopo aver giocato tutto il pomeriggio nel giardino di casa... Non ricordo quanti anni avevo, ma non dimenticherò mai la sua espressione. Quel ghigno sul viso sudaticcio, il rumore delle sue parti intime sulla mia, la forte presa delle sue mani sui miei fianchi e le urla... Ricordo ancora le mie urla.
All'inizio abusava di me con la scusa di punirmi, poi le cose avevano iniziato a sfuggirgli di mano e aveva iniziato a farlo per il gusto di alleviare i suoi bisogni.
Ora ho ventidue anni e nonostante avessi cercato di denunciarlo più volte, mio padre era sempre un passo avanti a me e non avrebbe mai permesso di perdere il suo giocattolo.
Per un periodo di tempo, avevo iniziato anche a credere che in realtà non esistessi, mi sentivo come un oggetto inanimato e mi comportavo come tale. I sentimenti non sapevo più cosa fossero e le persone non erano altro che pezzi di carne e ossa che occupavano spazio su questa terra.
Io urlavo e nessuno è stato mai in grado di aiutarmi... Nessuno ha mai voluto mettersi contro Kim Heechul, uno dei più grandi e valorosi generali dell'esercito giapponese. Tutti lo veneravano, tutti ambivano ad essere come lui, ma solo io sapevo che verme viscido fosse in realtà.
Ed ora eccomi qua, fuori da un locale qualunque a fumarmi la solita sigaretta, aspettando le una di notte per tornare a casa e sperare di trovarlo già ubriaco e fuori dai giochi.
«Hai da accendere?» Mi chiese una figura dalle fattezze femminili che era appena uscita dal locale. Senza risponderle, tirai fuori il pacchetto, lo aprii ed allungai il braccio verso la ragazza affinchè prendesse l'accendino da dentro al pacchetto. «Non parli molto, vero?» Mi chiese la ragazza mentre si accendeva una philp morris.
«Non molto»
«Posso sapere come ti chiami?»
«Kim Dahyun»
«Wow! Non sapevo che stessi parlando con la figlia del generale Kim, lieta di fare la tua conoscenza» Disse facendo un inchino.
«Sei un militare?»
«Cadetto da due anni, piacere di conoscerti, il mio nome è-»
«Non mi interessa» La interruppi impedendole di dirmi il suo nome. Mi era sufficente che conoscesse mio padre per troncare qualunque tipo di conversazione stava per iniziare. Lanciai la mezza sigaretta ancora accesa e rientrai nel locale ignorando del tutto le sue lamentele.
Ci mancava pure che rimanessi li ad ascoltare qualcuno elogiare quel maiale.
Ero a questa specie di festa organizzata per una ragazza che era appena diventata il primo generale donna della storia, una certa Hirai mi semra, ma non mi interessava più di tanto, mi bastava sapere che c'era dell'alchool gratis in quantità industriale.
«Una Tequila con del lime, per favore» Domandai al barista sedendomi su uno di quegli sgabelli in legno, tipici dei pub della zona.
«Fanne due» Sentii una voce alla mia destra e mi girai verso quella direzione, ritrovandomi accanto una ragazza dall'aspetto piuttosto mascolino. «Non molte ragazze bevono la tequila» Commentò con un sorriso.
«Siamo una specie rara» Risposi scherzando. Non ero una persona divertente e di rado facevo battute, ma la ragazza mi ispirava simpatia in qualche modo.
«Yoo Jeongyeon» Disse allungando la mano per presentarsi.
E ci risiamo con le presentazioni... Certo, se le avessi detto il mio vero nome, avrei rischiato di nuovo di sentire il nome di mio padre, ma non è mia abitudine mentire alle persone, non lo avevo mai fatto e di certo non avrei iniziato a causa sua. «Kim Dahyun» Risposi stringendole la mano.
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Fumo E Cenere - Aoshima
FanfictionQuesta è la storia dal punto di vista di Dahyun. Avviso tutti fin da subito che i primi capitoli saranno piuttosto cruenti, quindi per tutti coloro che non se la sentono, suggerisco di leggere la storia direttamente dal quarto capitolo. Comunque, qu...