Dopo esserci svegliate alle prime luci dell'alba, io e Jeongyeon ci rivestimmo e fu così gentile da riaccompagnarmi a casa prima di partire per la sua prima missione.
«Bene Dahyun, è stato davvero un piacere» Disse accostando l'auto davanti all'ingresso di casa mia.
«Anche per me... Spero di rivederti quando tornerai»
«Non preoccuparti, ci vediamo tra una settimana» Sorrise e mi scompigliò i capelli. Gesto che trovai piuttosto pittoresco, ma abbastanza piacevole.
Scesi dall'auto ed andai dritta davanti casa. Sapevo che mio padre era ancora li, c'era la sua auto sul vialetto... Ce n'erano altre tre, quindi pensai che avesse una riunione e che fortunatamente non mi avrebbe punita per aver trascorso la notte fuori casa.
Per una volta, per la prima volta dopo tanto tempo, entrai in casa con il sorriso, felice di aver trovato finalmente una persona che mi capiva e felice perchè mio padre non poteva rinfacciarmi di aver dormito fuori, perlomeno per ora...
Il mio sorriso peró, fu subito strappato via dall'inutile presenza di mio padre all'ingresso.
«Ti sembra l'ora di tornare questa?» Abbassai lo sguardo senza rispondere. I suoi colleghi erano ancora li e non mi andava di fare una scenata rischiando che succedesse il peggio appena se ne sarebbero andati. «Allora? Sai quanto ero preoccupato?»
«Si... Preoccupato» Sbuffai e sussurrai a malapena.
«Come?»
«Niente, mi dispiace per non averti avvertito, mi sono fermata a dormire da un'amica»
«Un'amica» Ripetè prima di scoppiare a ridere. «Tu non hai amici Dahyun, da chi eri?» Chiese mettendomi una mano sul collo. Le vene sui suoi occhi sembravano essere triplicate e sembrava quasi che stessero per scoppiare. Non contento di ció, mi spinse violentemente contro la porta di ingresso e la mia testa sbattè violentemente su di essa.
Guardai dietro le sue spalle ed i suoi colleghi non sembravano affatto scandalizzati da suo atto, anzi... Loro... Loro ridevano.
«Tuo padre ti ha fatto una domanda» Disse uno di loro prima di avvicinarsi pericolosamente a me. Avvicinò il suo volto al mio ed iniziò ad annusarmi. «Odora di sesso e sudore, stava scopando la troia» Commentò l'uomo senza alcun cenno di ironia... Sembrava quasi normale per lui chiamare "troia" una ragazzina, per giunta, figlia di uno stimato collega.
«Lasciami, mi fai male» Dissi a mio padre cercando di staccare la sua mano dal mio collo. Lo sguardo di mio padre si fece più intenso e invece di mollare la presa, iniziò a stringere più forte.
Potevo sentire il mio cuore pulsare sul polpastrello del pollice della sua mano e pensavo quasi di stare per morire soffocata, fin quando un altro uomo non si fece avanti: «Lasciala poverina» Intervenne avvicinandosi a mio padre, mettendogli una mano sulla spalla.
Stranamente mio padre decise di ascoltarlo e mollò la presa. Tossii svariate volte, prima di guardare di nuovo l'altro uomo sul viso. «Grazie» Dissi sinceramente.
L'uomo sembrava avere un sorriso dolce, ma pronunciate le mie parole, sul suo viso si formò uno strano ghigno. Non perse tempo e mi afferrò per le spalle buttandomi a terra. «Ringraziami dopo, puttana» Disse facendo ridere gli altri cinque uomini nascosti dalla luce soffusa.
Improvvisamente mi ritrovai accerchiata e notai mio padre allontanarsi pian piano dalla stanza. «Bene signori miei... Diamo inizio alla festa!» Disse accendendo tutte le luci.
Gli uomini inorno a me iniziarono a ridere e i miei occhi si spalancarono quando vidi che tutti e dico tutti iniziarono a spogliarsi.
Mio padre aveva davvero organizzato una cosa del genere? Il panico iniziò a farsi strada lungo tutto il mio corpo ed iniziai a sudare freddo dallo spavento.
«No, vi prego no!» Dissi cercando di liberarmi da quel cerchio, ma come avevo già potuto notare da Jeongyeon, tutti i militari facevano esercizio per rimanere in forma... Ed io ero solo un aviatore...
«Così la prossima volta impari ad avvertire tuo padre del tuo ritardo» Disse uno degli uomini mentre iniziava a strapparmi i vestiti. Gli altri se ne stavano tranquilli a massaggiare il proprio membro mentre guardavano l'intera scena divertiti.
«No vi prego» Urai nuovamente cercando invano di liberarmi da quell'orrore. «Lasciatemi stare, perfavore» Le lacrime uscivano dai miei occhi come piccole cascate annebbiando completamente la mia vista. «Aiuto! Aiutatemi!» Le mie urla, le mie fottutissime urla stavano consumando pian piano le mie corde vocali. Sentivo come se si stessero strappando come dei piccoli filamenti di un maglioncino vecchio e consumato.
Era inutile dimenarsi per liberarsi dalla presa ed era altrettanto inutile cedere ai loro voleri... Avrebbero ottenuto il completo controllo del mio corpo e non volevo dargli questa soddisfazione.
Qualcuno mi aveva afferrato le braccia, mentre gli altri cercavano di penetrare qualunque mio orifizio. Mi sentivo usata, più del solito ed il fatto che fosse stato proprio mio padre, l'uomo che odiavo di più al mondo a farmi questo, lo rendeva ancora peggio... Non pensavo che arrivasse a tanto... Per quale motivo poi? Che gli avevo fatto di male?
Sentii anche il bruciore di una sigaretta sulla clavicola, ma non sentivo dolore, perchè alla fine quello era il minore dei mali...
Quelle prese sulle mie braccia e lo stupro di massa, quello era il vero dolore... Mi sentivo ferita dentro e non erano stupidi lividi o banali scottature che sarebbero passate da un momento all'altro, questo tipo di dolore rimarrà sempre parte di me.
Se prima credevo di essere un oggetto inanimato senza più niente da perdere, ora ero sicura che lo fossi... Un banalissimo giocattolo dato in pasto a dei cani per puro divertimento, così mi sentivo... Come uno stupido osso di gomma che emetteva dei suoni striduli e acuti... Ma come tutti sappiamo, quelli stupidi suoni non durano mai a lungo e finiscono per rompersi...
D'untratto poi crollai, incapace di fare qualunque cosa. Ero interamente ricoperta di liquido seminale e mi senti sporca sia dentro che fuori...
Non so' esattamente se svenni per il dolore o per il disagio, ma l'ultima cosa che ricordo era il ghigno soddisfatto di mio padre. Se ne stava seduto su un angolo a sorseggiare del vino mentre osservava la scena con entusiasmo. Non so' se saprò mai perchè mi odiava così tanto, ma non ero intenzionata a scoprirlo... Ormai non mi importava più di nulla, l'unica cosa che volevo era mettere fine alla mia esistenza ed era esattamente quello che avrei fatto.
>< - - - >< - - - >< - - - ><
ANGOLETTO:
Scusate se il capitolo è un po' troppo cruento, ma ci tengo a precisare che era il piú tosto, quindi non preoccupatevi perchè da ora in poi saranno meno pesanti... 😅
Ps. Visto e considerato che lavoreró anche la prossima settimana e credo anche quella dopo, non posso assicurarvi di poter caricare un capitolo al giorno, ma ci proveró con tutte le forze!
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Fumo E Cenere - Aoshima
FanfictionQuesta è la storia dal punto di vista di Dahyun. Avviso tutti fin da subito che i primi capitoli saranno piuttosto cruenti, quindi per tutti coloro che non se la sentono, suggerisco di leggere la storia direttamente dal quarto capitolo. Comunque, qu...