Capitolo 2 - Lume Di Speranza

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Ed eccomi qua, distesa su un letto di una donna quasi sconosciuta, dopo una notte di sesso sfrenato. Il petto che si alzava e si abbassava, il sudore sulla fronte ed il centro pulsante indicavano una sessione di sesso molto soddisfacente.

Molti penserebbero che dopo aver subito delle violenze sessuali da parte del proprio padre, una persona dovrebbe rifiutare di fare sesso con chiunque o perlomeno che anche io mi mettessi a violentare persone a caso, ma non era così. Nonostante il trauma e le sofferenze che provavo internamente, avevo ancora quel lumino acceso che mi diceva che nella vita c'era speranza persino per uno scarto umano come me.

All'inizio soffrivo molto per come riusciva a farmi dubitare di me stessa, poi ci fu il periodo in cui cercavo di nascondermi per non farmi trovare da lui, infine cedetti totalmente e decisi che se nessuno voleva difendermi, allora non meritavo di essere tutelata.

«Non mentivi quando dicevi che sarebbe stata la notte peggiore della mia vita» Disse Jeongyeon mentre si sistemava sul letto. «Per fortuna che domani partiremo con i camion... Credo che non riuscirò a camminare per giorni»

Sorrisi alla sua affermazione e mi accesi una sigaretta. Mi piaceva fumare dopo il sesso, anche in altre occasioni in realtà, ma dopo il sesso mi faceva sentire libera. «Andrete ad Hiroshima, vero?» Chiesi senza pensare, giusto per fare un po' di conversazione.
«Già, tuo padre ci ha affidato lo splendido incarico di portare dei bauli da una parte all'altra del Giappone...»

«Tu... Quindi sai chi sono io?» Domandai senza distogliere lo sguardo dalla cenere della sigaretta che bruciava lentamente.

«Quanti Kim ci sono in Giappone?» Domandò tirandosi su dal letto. Mi prese la sigaretta dalle mani e fece un piccolo tiro prima di spegnerla nel posacenere. «Ma se posso essere sincera, non mi frega niente di chi sia tuo padre» Scostò le lenzuola e si mise a cavalcioni sopra di me. «Al momento mi interessa solo avere un secondo round, che ne dici?» Ero felice che finalmente qualcuno non stesse tessendo lodi a quel maiale di mio padre. Dopo tanto tempo riuscivo solo a godermi una semplicissima notte di sesso, niente di più.

«Ma non eri distrutta?» Domandai mettendo le mie mani sui sui fianchi spogli. Nonostante fosse magrolina, aveva un bel fisico e una muscolatura molto evidente, ma era un militare e tutti i militari lo sono immagino. Non come noi dell'aviazione... A che servono i muscoli e gli addominali se devi guidare un aereo?

«Distrutta si...» Disse avvicinandosi alle mie labbra. «...Ma stanca, mai» Come risposta le strizzai il sedere e mi fiondai sulle sue labbra.

Baciare Jeongyeon era facile, nessuno voleva dominare e le nostre lingue scherzavano e giocavano come dei bambini che si erano appena conosciuti.

Fare sesso senza sentimenti invece era uguale con tutte le perone, a prescindere dal sesso... Uomo o donna che sia, mi era indifferente, il non avere legami di alcun tipo era piuttosto soddisfacente. Credo che sia noioso fare sempre sesso con una sola persona e variare era l'unica soluzione valida che contava per me... Dire ogni volta al mio partner che l'amavo o roba del genere, non rispecchiava affatto la persona che ero davvero, d'altronde, chi potrebbe mai amare una persona che non ama nemmeno se stessa e la totale nullità che la rappresenta?

Amare qualcuno significa provare dei sentimenti ed io non li provavo... Niente tristezza, niente felicità. Mio padre aveva strappato via la mia umanità e credo che niente e nessuno possa riportarmela.

Dopo aver raggiunto l'orgasmo per la terza o quarta volta quella notte, mi sdraiai sul letto distrutta e rimasi meravigliata quando Jeongyeon non mi abbracciò dopo essersi sdraiata accanto a me, di solito le persone lo facevano sempre, ma a quanto pare lei era diversa e non mi dispiaceva affatto.

«Sei diversa Jeongyeon» Dissi mentre mi infilavo la maglietta.

«Diversa come?»

«Non fai domande, non parli mentre lo facciamo... Non mi era mai capitato»

«E questo sarebbe un bene o un male?»

«Decisamente un bene, non sopporto le persone appiccicose e in qualche modo trovo la tua indifferenza piacevole»

«Davvero? Non me lo avevano mai detto prima, di solito si lamentano tutte e finisco per abbracciarle pur di azzittirle... Ma anche te non sei da meno, mi piace quando è solo sesso»

«Già... Siamo una specie rara» Ridacchiai riferendomi al discorso che stavamo facendo al bar. «Sai, non mi dispiacerebbe rifarlo di nuovo con te quando sarai tornata da Hiroshima» Dissi mentre mi sdraiavo di nuovo sul letto.

«Stavo pensando la stessa cosa... É raro che vada a letto con la stessa persona più volte, ma per qualche ragione ti trovo stranamente riscopabile»

«Ma non è neanche una parola!» Alzai un sopracciglio e cominciammo entrambe a ridere. Non ricordavo neanche come fosse ridere così tanto.

«Bene, sono le quattro e tra un paio d'ore ho la sveglia» Disse Jeongyeon tirandosi su le coperte. «Andiamo a dormire, altrimenti domani prenderò una nota disciplinare dalla mia migliore amica e credimi, il generale Hirai sa essere davvero severa se ci si mette d'impegno»

«Non sembra affatto dall'aspetto» Commentai ricordando la buffa donna che non aveva fatto altro che strafogarsi di cibo alla festa.

«Perchè, io ti sembro un militare per caso?»

«Beh, non hai tutti i torti»

«Già, mai giudicare un libro dalla copertina...» Disse prima di girarsi dal lato opposto al mio. «Buonanotte Dahyun»

«Buonanotte» Mi girai dall'altra parte e spensi la luce del comodino prima di chiudere gli occhi.
Non amavo particolarmente i militari, ma Jeongyeon non era male, non lo era per niente in realtà. Forse ero riuscita a trovare un'amica in questa folle vita... Certo, un'amica con cui andare a letto, ma sentivo come se quel lume di speranza dentro di me, fosse cresciuto di qualche millimetro.





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ANGOLETTO:

Visto che torneró a lavorare, ho deciso di pubblicare un capitolo a caso oggi (poi torneró completamente attiva giovedí, promesso 😁)

Fumo E Cenere - AoshimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora