Capitolo 4

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Come ad ogni partita dell'Europeo Mancini cerca di caricare tutti i ragazzi, avrei contribuito anche io se non avessi continuato a fissare Federico come se fosse la cosa più bella del mondo.
Dovrei smetterla, non è normale fare così, proprio per niente, prima o poi se ne accorgerà.
Dopo 20 minuti dall'inizio del secondo tempo il mister fa due sostituzioni: esce Barella ed entrata Cristante, esce Florenzi entra Toloi.
Rafael dopo una decina di minuti dal suo ingresso viene ammonito, detesto quando si prendono cartellini gialli per niente.
Dopo la sua ammonizione Roberto fa altri due cambi: fuori Insigne, dentro Berardi e fuori Immobile, dentro Raspadori.
Dopo ci sono anche un paio di cambi per la Bulgaria, ma non si concretizza nulla, sempre 1-1, non mi piacciono molto i pareggi, anzi non mi piacciono i pareggi quando si tratta di mondiali ed europei, penso che una squadra debba vincere e una debba perdere, non so perché.
Arriva il nostro ultimo cambio: fuori Emerson, dentro Pellegrini.
La partita si conclude qualche minuto dopo 1-1.
Mi giro verso Teo che è visibilmente sconfortato da quel pareggio.

"Avremo potuto giocare meglio"

"Tu non hai giocato, mica è colpa tua"

"Loro sono la mia squadra, anche se non ho giocato non significa che non avrei potuto fare meglio anche io incitandoli di più"

"Tu sei un po' troppo duro con te stesso"

"Nah, penso solo che io faccio parte della strada tanto quanto quelli che erano in campo sta sera"

"Questo è vero"

"Quindi se potevano fare meglio loro potevo fare meglio anche io sicuramente"

"Va bene, andiamo in spogliatoio o dici che ci tirano dietro qualcosa?"

"No, penso che tu possa essere la consolazione per questa partita"

"Perché?"

"Tutti sono sempre contenti quando ci sei"

"Tutti meno uno"

"Si é girato verso di te dopo il goal, anche lui è felice che tu sia qui"

"Se lo dici tu mi fido"

Ci alziamo e ci dirigiamo verso lo spogliatoio, qualche grido di rabbia si sente già da qui fuori, fa un po' strano, a fine partita ero abituata a sentire grida di gioia, non di rabbia e di frustrazione, l'unica volta in cui le grida di gioia sono arrivate in ritardo è stato quando Spina si è fatto male nella partita contro il Belgio.
Quando entro il nervosismo è percepibile, fortunatamente si allenta un po' dopo che bevono qualche birra.
L'unico che non prende nemmeno una bottiglia è Federico che se ne sta andando nella parte più remota dello spogliatoio, così decido di seguirlo.
Entra nelle docce e si butta sotto il getto dell'acqua completamente vestito, che problemi ha.
Lo raggiungo e chiudo l'acqua, lui mi guarda, vedo qualcosa nei suoi occhi, ma nemmeno se usassi tutte le parole di questo mondo riuscirei a descrivere quello che ho visto.
Poggia le sue mani bagnate sui miei fianchi, avvicina il suo corpo al mio e mi bacia, io mi lascio trasportare da lui.
Poco dopo si scosta e va a chiudere a chiave la porta dello spogliatoio dall'interno, non si sarebbe fatto la doccia nessuno finché lui non avrebbe aperto.
Nella mia testa parte una canzone dei Moda' che non ascolto da una vita, ma questo momento me la ricorda parecchio.

Troppa luce non ti piace
Godi meglio a farlo al buio sottovoce
Graffiando la mia pelle
E mordendomi le labbra fino a farmi male, bene
Senza farmi capire se per te è più sesso o amore
Poi fuggi, ti vesti, mi confondi
Non sai dirmi quando torni
E piangi, non rispondi, sparisci
E ogni quattro mesi torni
Sei pazza di me come io lo son di te
Resisti, non mi stanchi
Mi conservi sempre dentro ai tuoi ricordi
E poi brilli, non ti spegni
Ci graffiamo per non far guarire i segni
E sei pioggia fredda
Sei come un temporale di emozioni che poi quando passa
Lampo, tuono, è passato così poco e son già solo
Tornerai, tornerai
Altroché se tornerai
Ma stavolta non ti lascio
Ti tengo stretta sul mio petto
Poi ti bacio, poi ti graffio
Poi ti dico che ti amo e ti proteggo
E poi ti voglio e poi ti prendo
Poi ti sento che impazzisci se ti parlo
Sottovoce, senza luce
Perché solo io lo so quanto ti piace
E ora dimmi che mi ami
E che stavolta no, non durerà solo fino a domani
Resta qui con me perché son pazzo di te
Resisti, non mi stanchi
Mi conservi sempre dentro ai tuoi ricordi
E poi brilli, non ti spegni
Ci graffiamo per non far guarire i segni
Sei pioggia fredda
Sei come un temporale di emozioni che poi quando passa
Lampo, tuono, è passato così poco e son già solo
Resisti, non mi stanchi
Mi conservi sempre dentro ai tuoi ricordi
E poi brilli, non ti spegni
Ci graffiamo per non far guarire i segni
Sei pioggia fredda
Sei come un temporale di emozioni che poi quando passa
Lampo, tuono, è passato così poco e son già solo

E tra me e Federico va proprio così.
Dopo che chiude a chiave torna da me e mi bacia di nuovo, questa volta approfondendo di più, nel mentre riesce a togliersi le scarpe e i calzini, non so come ci sia riuscito senza staccare le labbra dalle mie.
Gli prendo il bordo della maglietta e gliela sfilo molto velocemente, non voglio passare nemmeno un istante staccata da lui.
Federico fa lo stesso con la mia, poi si toglie i pantaloni e li getta lontano, fa la stessa cosa con i miei e li lancia insieme ai suoi.
Gli salto in braccio gettandogli le braccia al collo e le gambe alla vita sempre senza staccarmi da lui, Federico poggia una mano sulla mia schiena e con l'altra mi apre il gancetto del reggiseno.
Nel giro di qualche istante siamo completamente nudi, Fede scende con le labbra sul mio collo e inizia a morderlo, é un dolore piacevole quello che provo, a causa di questo non mi rendo nemmeno conto che gli sto graffiando la schiena e più lui mi da quel piacere più io affondo le mie unghie nella sua pelle.

Un'Azzurra tra gli azzurri 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora