Lunedì
Sono quasi le 11 e non mi hanno ancora portato i moduli per le dimissioni.
Questa cosa mi fa innervosire parecchio, dovevo uscire due ore fa e invece sono ancora qui.Federico continua a bombardarmi di messaggi, ma se fosse per me io sarei già uscita da qui da un bel pezzo.
In questo momento mi sta salendo l'ansia, così mi metto a leggere uno degli opuscoli che mi hanno dato prima dell'intervento:
"Ansia è un termine largamente usato per indicare un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. L'ansia di per sé, tuttavia, non è un fenomeno anormale. Si tratta di un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell'organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa."
Che definizione del cazzo.
L'ansia è un insieme tra vari sintomi come tensione, tremore, sudorazione, palpitazione, aumento della frequenza cardiaca, vertigini, nausea e formicolio su tutto il corpo.Dopo un po' la solita specializzanda irrompe nella stanza con in mano i miei dannati moduli di dimissione.
"Finalmente" sospiro.
"Devi farmi una firma qui...e una qui..." dice indicando due punti del foglio.
Dopo aver firmato mi dice che posso andare e senza farmelo ripetere una seconda volta esco di corsa dalla stanza.
Cosa molto stupida da parte mia perché mi fanno un male cane i punti della ferita e zoppicando arrivo fino alle porte dell'ascensore.
Schiaccio ripetutamente il pulsante di chiamata e qualche istante dopo le porte si aprono ed io entro, fortunatamente non c'è nessuno al suo interno.
Mi appoggio alla parete e lascio cadere a terra il borsone con le mie cose facendo un respiro profondo.
Quando le porte dell'ascensore si riaprono aspetto qualche istante prima di uscire, sento tanto male.Appena fuori dalle porte dell'ospedale vedo Federico corrermi incontro e quando mi raggiunge mi dice: "Ciao amore mio, come stai?"
"Hey, sto bene" dico cercando di coprire la smorfia di dolore con un sorriso.
Mi prende il borsone dalle mani e se lo carica in spalla.
"Vieni, la tua famiglia ti sta aspettando in macchina" bisbiglia al mio orecchio.
"Sono tutti in macchina?" chiedo stupita.
"Sì, si sono presi tutti un giorno di ferie" afferma.
"Ed anche tu sei venuto con loro?" domando stupita.
"Si, questa settimana sono stato parecchio con loro, non sono poi così male" risponde.
"Mia mamma non ti ha cacciato di casa?" lo interrogo.
"No, anzi, ci siamo coalizzati contro tuo padre e tuo fratello per chi dovesse sedersi dietro con te" racconta.
"E chi ha vinto?"
"Io e tua mamma ovviamente" ride.
"Oh mamma mia!" esclamo.
"Sai...siete molto simili...testarde uguali, anche se nessuna delle due lo ammetterà mai" dichiara.
"Credo che anche su questo siamo simili, a nessuna delle due piace esternare i propri sentimenti" gli dico.
Camminiamo per mezzo parcheggio, ma ad un tratto mi fermo a causa di una forte fitta all'addome.
"Fortuna che stavi bene!" esclama Fede e poi aggiunge: "Ci penso io a te".
Mi prende in braccio di peso.
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Un'Azzurra tra gli azzurri 2
Teen FictionQuesta storia é il sequel di Un'Azzurra tra gli azzurri. Azzurra, nonostante come sia finita la sua storia con Federico, continua a mantenersi in contatto con tutti gli altri ragazzi. Viene invitata alle partite di qualificazione per il mondiale in...