Capitolo 58

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Torino, tre mesi dopo...

"Tra quanto tornano?" mi chiede Alex seduto sul divano di casa di Federico.

"Non lo so. L'appuntamento era alle 16, sono le 17.30, aspettiamo un altro po'" gli rispondo.

"Come fai ad essere così tranquilla, sono in ansia persino io" strilla.

"Intanto ti calmi" rispondo e poi aggiungo: "Devono dirle il sesso del bambino, credo ci voglia un po'".

"Un'ora e mezza per capire se è maschio o femmina mi pare eccessivo" dice ansiosamente.

"Manco fosse figlio tuo poiiiii" dico irritata.

"Beh è il figlio di mio cognato, comunque abbiamo un grado di parentela" afferma.

"Federico non è tuo cognato!" urlo schizzata.

"Lo diventerà presto..." bofonchia.

"Cosa?" chiedo scioccata.

"Cosa?" ripete.

"Che hai dett-" ma vengo interrotta dalla porta che si apre.

Benedetta e Federico fanno il loro ingresso in casa più raggianti che mai.
Benny non sembra minimamente incinta di sei mesi, la pancia si vede a malapena sotto il maglione.

"Allora...è un maschio o è una femmina!?" li interroga mio fratello.

"Ma fatti i cazzi tuoi" sbotto.

"Che è successo finché siamo stati via?" chiede Federico.

"È successo che sembra che debba partorire lui" dico.

"Non essere esagerata" replica Alex.

Faccio un respiro profondo e cerco di riacquistare tutta la pazienza persa.

"Guardate cosa abbiamo portato" dice tutta contenta Benedetta mostrandoci una scatola con sopra il logo di una pasticceria.

"Hai preso i pasticcini?" domanda Alex.

"No, ma quasi" replica.

"Secondo me è una torta" affermo.

"Indovinato" risponde Federico per poi aggiungere: "Dentro c'è una cosa"

"Cosa?" chiediamo in coro mio fratello ed io.

"Venite" dice Benedetta.

Tutti e tre la seguiamo in cucina.
Lei apre la confezione, tira fuori il dolce e lo appoggia sul tavolo.
La torta consiste in due strati di pan di Spagna al cioccolato leggero con al centro un sottile strato di confettura di albicocche, il tutto ricoperto da uno strato di glassa di cioccolato fondente.
Una sacher insomma.
È molto invitante.

Benedetta mi porge un coltello dicendomi: "Tagliala a metà".

"Va bene" rispondo afferrando il coltello.

Comincio a tagliare la torta e vedo che dentro non c'è il solito strato di confettura di albicocche, ma qualcosa di bianco, credo sia una crema.
Taglio più a fondo e separando le due metà mi rendo conto che la crema forma una scritta: "Mariasole".

Il mio sguardo passa da Benedetta a Federico e da Federico a Benedetta parecchie volte.
Non riesco a parlare dall'emozione.

Prende parola Benedetta dicendo: "Federico mi ha raccontato la storia di Mariasole e so anche che le volevi bene come se fosse la tua sorellina, quindi avevamo pensato che sarebbe stato bello darle il suo nome...ma se la cosa non ti piace lo cambiamo".

"Scherzi!? Sono...sono..." faccio un respiro profondo perché non riesco a formulare mezza frase, poi riprendo: "Sono davvero felice che le mettiate il suo nome".

Un'Azzurra tra gli azzurri 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora