2. L'aereo

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"Non mi accontento più delle cose a metà, o è tutto o è niente. Non mi bastano più i mezzi sorrisi, i mezzi abbracci, i mezzi amori, le mezze persone. Non trovo più alcuno stimolo negli accenni, nelle briciole, nei giorni di attesa, nei "ti richiamo io", nei "ci sentiamo" e nelle ore spese a fantasticare su situazioni tanto idilliache quanto impossibili. Non cerco promesse, non cerco futuri, cerco presenti da vivere adesso. Mi fido solo della realtà."
- Carrie Bradshaw

Afferro una fetta biscottata e spalmo la marmellata sopra, mentre distratta ascolto i discorsi che Charles sta facendo al telefono con qualcuno del suo team, ma al momento non ho né la testa né la lucidità mentale per cercare di capire chi. Sono ancora assonnata visto che, dopo la festa, abbiamo avuto modo di dormire veramente poco, mentre io sono una che ha bisogno di dormire le sue ore standard e che, solitamente, non ha problemi nel farlo.

"Buongiorno ragazzi" alzo la testa sentendo la voce di mio cugino e gli faccio un segno del capo a mo di saluto, mentre Charles continua a parlare al telefono e lo saluta rapidamente con la mano. "Hai dormito bene, cugina?"

Mi chiedo immediatamente come faccia ad avere voglia di parlare e sorridere così tanto dopo aver dormito così poche ore. Inoltre, ieri notte ha pure bevuto, cosa che non fa assolutamente mai, perciò dovrebbe essere frastornato, invece no. Sono più frastornata io che reggo abbastanza bene l'alcool.

"Ti prego, Lando. Sto morendo di sonno e tra qualche ora ho l'aereo per tornare a Londra, non ho voglia di nulla." sbuffo nervosamente e addento la fetta biscottata che, come sempre, si spezza e cade sul piatto, ovviamente dalla parte in cui ho spalmato la marmellata. Maledetta legge di Murphy. "Perché mi stai fissando?"

Gli lancio un'occhiata confusa vedendo che mi sta guardando con un'espressione quasi allusiva e lui sorride, alzando e abbassando le sopracciglia. "Che mi dici di Mason? Tornando in hotel lui mi ha detto di essere rimasto molto colpito da te e dal tuo tenergli testa."

"Non sono interessata a nessuna relazione, e lo sai bene." cerco di tagliare corto, usando un tono che non ammette repliche, ma Lando sembra non sentire ragioni e rinizia ben presto a parlare, rubandomi dal piatto una delle fette che ho preparato poco fa, gli lancio un'occhiata malefica ma non sembra importargli.

"Maria, lui è mio amico, mi fido ciecamente, non te l'avrei mai presentato se non fossi certo che ha intenzione serie." ora è diventato più posato, non c'è più nessuna traccia di divertimento o malizia sul suo viso "Perché non provi a dargli un'opportunità? Hai già respinto tanti ragazzi, e odio che tu lo faccia solo per colpa di ciò che ti ha fatto quel coglione del tuo ex."

Probabilmente ha ragione, dovrei andare avanti, ma è una cosa più dettata dal subconscio, una cosa che non riesco a controllare. Provo ad aprirmi con qualcuno, ma appena faccio un passo avanti né faccio cinque indietro, sono letteralmente terrorizzata dal fidarmi di qualcuno, dall'affidarmi a qualcuno. Ho sofferto troppo e mi sono ripromessa che avrei fatto di tutto per evitare che accadesse ancora. Non farò dipendere mai più la mia felicità da qualcun altro.

"Lando, non camperai cent'anni certamente." gli rispondo solamente questo, facendo spallucce, mentre lui alza gli occhi al cielo, ma poi sorride nuovamente malizioso e capisco immediatamente che sta per sganciare una bomba piacevole solamente per se stesso.

"Peccato, perché Mason sarà qui a momenti. L'ho invitato a fare colazione con noi ed era molto entusiasta dall'idea." capendo le sue intenzioni, per poco non mi alzo, ritrovando le forze e le energie, e lo strozzo, ma poi mi costringo a rimanere al mio posto quando sento la voce del centrocampista dietro di noi.

Io e Lando ci giriamo entrambi verso la sua direzione e rispondiamo cordialmente al suo buongiorno, mentre Mason si accomoda nella sedia accanto alla mia. Ovviamente, l'unica sedia libera doveva essere questa.

Uno scherzo del destino|| Mason MountDove le storie prendono vita. Scoprilo ora