28. Storia magica

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"Mi si erano spente le vene, gelata la pelle. Avevo avuto freddo, lui se ne era andato."
-Elena Ferrante


Mason

Sento qualcuno armeggiare con la serratura della porta d'ingresso e non faccio nemmeno in tempo a chiedermi chi sia visto che, dopo qualche secondo, Eléonore e Ben appaiono davanti a me.

Immediatamente inarco un sopracciglio confuso dalla loro visita, poi sbuffo rumorosamente vedendo le loro espressioni severe e mi lascio cadere a sedere sul divano, portando la testa all'indietro. So già che mi stanno per rimproverare, probabilmente perché non mi faccio sentire da ieri e non rispondo alle loro chiamate, o probabilmente perché la mia migliore amica sa tutto ciò che è successo.

"Che volete? Vi prego, non ho voglia di sentire nulla. Mi sta esplodendo la testa da ieri e ho bisogno di calma perché domani dobbiamo allenarci seriamente per la partita di coppa." li anticipo, sperando che le mie parole servano a bloccarli, ma osservando le loro facce capisco già che sto sperando invano.

"Tu stai scherzando, vero? Fai lo stronzo e poi sparisci e pensi di potertela cavare dicendo che non hai voglia di parlare?" sgrano gli occhi sentendo ciò che Eléonore ha detto e poi scatto in piedi, mettendomi davanti a lei per osservarla meglio. Io ho fatto lo stronzo? È impazzita per caso?

"Non sai di cosa stai parlando. Non so cosa tu sappia. Ma io l'ho vista baciarsi con un altro." urlo immediatamente, il solo ricordo di quella scena più il sentirmi attaccato da lei, mi fa espandere il nervoso in tutto il corpo. "E non mi va nemmeno di parlarne."

"Non decidi tu quando bisogna parlare e quando no. Non mi interessa cosa hai visto, dovevi darle modo di spiegare." alza la voce a sua volta e mi rendo conto che è una delle poche volte in cui stiamo litigando. È una cosa veramente rara, eppure ora sta accadendo per la mia situazione con Maria, e non sembra nemmeno intenzionata a calmarsi o a tornare indietro.

"Ma spiegare cosa? Ha ficcato la lingua nella bocca di un altro, non mi deve spiegare nulla. Ero là, Ele. Ho visto l'intera scena." non posso essermi sbagliato, i miei occhi sanno bene cosa hanno visto, e lei non può dire nulla che possa farmi cambiare idea, anche perché non era presente. Evidentemente ha parlato con Maria che le ha raccontato la sua versione e ora è come soggiogata.

Lei sbuffa nervosamente e si porta le mani sul viso come per calmarsi, perciò Ben le posa una mano sulla spalla e poi la supera, in modo tale da poter essere davanti a me e parlarmi direttamente lui.

"Ben... per favore, non ti ci mettere anche tu." quasi lo prego, ma lui scuote il capo come a farmi capire che non vuole sentire ragioni.

"Mase, sono stato da Maria con Ele, e abbiamo parlato con lei. Non è come pensi. Perché non ti calmi e poi le vai a parlare, le chiedi scusa e le lasci modo di dirti la verità?" parla come se non volesse farmi agitare di più, non capendo che questo non è assolutamente possibile. Come posso rimanere calmo se stanno difendendo lei? I miei amici che prendono le sue parti, è assurdo.

Inizio a camminare nervosamente avanti e indietro, mentre spero di riuscire a far sparire tutti con il potere della mente e restare solo per non innervosirmi ulteriormente. "Siete miei amici e dovreste appoggiare le mie decisioni, non ascoltare
quello che dice lei..." mi giro di scatto verso di loro e li esamino attentamente in viso "vi sta prendendo per il culo, così come ha fatto con me."

Può trarre in inganno il suo modo di fare spaesato, dolce e triste... ma è solo una maschera che serve ai fini della sua manipolazione, non ci cascherò ancora solo perché loro si sono fatti abbindolare.

"Ti sei bevuto il cervello per caso?" si intromette Eléonore "Tu sei innamorato di lei e spari a zero in questo modo. Non ti riconosco più, davvero."

"Essere innamorato non significa che mi debba far trattare come un pupazzo da lei. Non mi faccio trattare in questo modo da nessuno. Ha baciato un altro, va bene, ma tra noi è finita." non mi sembra così complicato da capire "E poi tu parli a me di essere cambiato? Non mi parli più di te, esci con un mio amico e non so nemmeno chi sia, ti sembra normale? Date tutti la colpa a me, ma la verità è che siete voi che non mi trattate come merito."

Uno scherzo del destino|| Mason MountDove le storie prendono vita. Scoprilo ora