6. Sincerità

3.3K 135 130
                                    

"Pistanthrophobia: è la paura di fidarsi di qualcuno per via delle brutte esperienze passate."
-Fonte: Tumblr




Mason

Lancio uno sguardo all'orologio appeso sopra il bancone e mi rendo conto che sono passate già quasi due ore da quando sono seduto qua a chiacchierare con Maria. Eléonore è andata via da un po', mi ha detto che aveva un impegno improrogabile senza darmi spiegazioni, sento che mi sta nascondendo qualcosa, e più tardi mi preoccuperò pure di capire cosa.

Il tempo, comunque, sta volando. Maria sembra leggermente più disposta a fare conversazione con me e io non potrei esserne più felice. L'ho ascoltata parlare di medicina e della sua facoltà e mi sono reso conto che sarei potuto rimanere ore a sentirla. Si capisce chiaramente quanto ami questo corso di studi, quando ne parla riesce a trasmettere tutto il suo entusiasmo.

"Quindi vieni spesso a guardare il Chelsea? Non ti ho mai vista allo stadio" mi sarei sicuramente ricordato di lei. Ho sempre sentito Lando parlare di sua cugina, vantarla, ma prima della festa non avevo mai avuto il piacere di incontrarla.

Lei annuisce e vedo i suoi occhi luccicare. Ogni volta che parla di qualcosa che ama il suo sguardo brilla, che sia il calcio, che sia la Formula Uno, che sia la medicina, è impossibile non capire cosa ama. "Sì, cerco di venire spesso quando giocate in casa. Sono tifosa sin da quando ero piccola, mia madre è una grande sostenitrice del Chelsea."

Ogni volta che mi dà una nozione sulla sua famiglia, o su di sé, mi sento felice, è come se mi stesse permettendo, un po' alla volta, di introdurmi nella sua vita. O almeno lo spero. Mi piace passare del tempo con lei e il suo carattere mi attrae particolarmente, mi piacerebbe davvero poterla conoscere meglio.

"Beh, qualche volta potresti essere mia ospite e assistere da una postazione speciale." le faccio questa proposta, sperando che non sia troppo per lei. Non voglio affrettare le cose ora che sembra che la mia presenza non la infastidisca come prima.

"Mmh, vedremo. Comunque si è fatto tardi e sto morendo di fame, forse è meglio andare..." scende dallo sgabello e inizia a sistemare le sue cose dentro la borsa, poi alza il viso per poter incrociare il mio sguardo, sembra quasi stia aspettando una mia mossa.

Mi infilo le mani nelle tasche dei jeans scuri che ho addosso e inclino leggermente il capo mentre la osservo "ho una certa fame anche io, che ne diresti di mangiare qualcosa qua in giro? Puoi scegliere tu se ti va."

Strabuzza appena gli occhi sentendo la mia proposta, poi abbassa il viso per qualche istante, osservandosi le scarpe come se fossero la cosa più interessante del mondo. Sembra quasi che non sappia quale decisione prendere.

Mi ritrovo presto a pregare che accetti, perché non voglio già salutarla, anche perché la prossima volta non ho idea di come provare ad avvicinarmi ancora a lei. Non posso tenderle nuovamente un'imboscata.

"Va bene, Mount." acconsente, riniziando ad osservarmi "Va bene, basta che ti metti in testa che è una semplice cena senza secondi fini. Non è un appuntamento, sia chiaro."

Scoppio a ridere sentendo la sua puntualizzazione e alzo le mani in alto in segno di resa, mentre annuisco immediatamente. "Fidati di me, sono un uomo di parola."

Lei alza gli occhi al cielo e, dopo aver pagato per entrambi, nonostante le mie lamentele per lasciar pagare me, mi supera e mormorando qualcosa come "non mi fido assolutamente di te" esce dal locale. La osservo mentre si stringe nel suo capotto rosa, per ripararsi dal freddo londinese, poi si gira nuovamente verso di me e mi lancia un'occhiata interrogativa, ma io gliene lancio una confusa in risposta. Non capisco cosa stia cercando di dirmi.

Uno scherzo del destino|| Mason MountDove le storie prendono vita. Scoprilo ora