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15 giugno 2011
Erano le due passate quando Hermione chiuse gli occhi, ma il sonno non arrivò di buon grado.
O non arrivò per niente.
Era così che funzionava l'insonnia.
Non era una battaglia che combatteva spesso, ma era stressata per una serie di cose che si stavano mettendo a fuoco, e doveva manifestarlo in qualche modo. Trovava strano come potesse vedere chiaramente le cose da un'angolazione diversa nella foschia della lucida spossatezza. Come tutto diventasse vibrante e rumoroso - troppo per i sensi da gestire. Per cullarsi, aprì la finestra e cercò di ascoltare i suoni della notte: i lontani rumori degli animali, i grilli, la brezza. Ma niente funzionava.
Le sue barriere le segnalarono un arrivo tramite Smaterializzazioni.
Ron.
Ed era lì per tutte le ragioni per cui lei era ancora sveglia.
Hermione si tirò fuori dal letto, spinse i piedi nelle pantofole e si avventurò al piano di sotto, dove trovò Ron seduto sull'isola in pigiama. Aveva portato il suo sonnifero: il brandy.
Lei si sedette e lui versò ad entrambi un bicchiere prima di spingerne uno verso di lei.
"Sai che non mi piace il brandy".
Ron fece spallucce e bevve il suo in un solo sorso, poi il suo. Sapendo che sarebbe stata una di quelle notti, quindi si alzò e preparò il bicchierino della buonanotte di sua scelta: il vino.
In particolare, il Pinot Nero.
Era già aperto comunque.
Il tempo era una serie di momenti che passava loro davanti. Lei e Ron li usarono saggiamente bevendo in silenzio, senza guardarsi. Per un po' esistettero semplicemente insieme. Ron rimase sullo sgabello, versandosene altri due, mentre Hermione sorseggiava il suo vino in piedi dall'altra parte dell'isola. Poi si concesse un secondo bicchiere.
Il silenzio tra loro era stranamente confortevole, l'aria piacevole in un modo diverso che - per una volta - non era appesantito dalla loro storia di errori. Hermione scoprì che non voleva ancora che il momento finisse. Non per una ragione sentimentale, ma se erano in silenzio, non stavano litigando.
Nonostante tutto - migliaia di parole dure, porte sbattute, momenti non amati, e mal di cuore tra loro - odiava litigare con Ron. Non lo amava, no, ma questo non significava che non le importasse di lui. E lui era lì per un motivo.
Hermione non mangiava da ore, e non ci volle molto perché il vino prendesse piede e il calore le inondasse le vene.
"Sediamoci fuori". Non aspettò che Ron accettasse, sapendo che l'avrebbe seguita.
E lui lo fece, lasciando il suo drink insieme al vino, un passo dietro di lei finché non raggiunsero l'altalena magica che pendeva dal nulla. Ron si sistemò su un'estremità e Hermione sull'altra. Lo spazio tra loro era piccolo ma vasto. La loro presenza fece brillare le sfere che si libravano sul giardino, fornendo tutta la luce di cui avevano bisogno, che non era molta, ma appena sufficiente per vedere i tratti pallidi di Ron nell'oscurità.
Siccome aveva la lingua sciolta, la domanda rotolò fuori. "Perché sei qui?"
"Ho appena lasciato la Tana con la mia famiglia". Ron allungò un braccio sul retro dell'altalena, guardando il giardino. "Harry è tornato prima che arrivassi io. Mi ha detto cos'è successo all'irruzione, e combinato con quello che è successo a casa loro, io..." Ron fissò in lontananza il nulla mentre l'altalena li portava abbastanza in alto da fargli penzolare i piedi.
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Measure of a Man | Traduzione
FanfictionQuesta storia NON appartiene a me ma ad inadaze22 , che mi ha dato il permesso di tradurla. Conoscere veramente qualcuno è saper distinguere chi era una volta, chi è ora, e chi sarà capace di essere. Hermione si rende conto della dualità di un uomo...