Trentasei: Shadows

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17 novembre 2011

Come corpi celesti, Hermione e Draco erano inestricabilmente legati.

L'ulivo rimase nella loro visuale mentre si stendevano insieme sull'amaca incantata. Le membra intrecciate, semplicemente esistevano in una fetta di tempo e di spazio rubata. L'immobilità era calante, pacifica, e lei finalmente capì una verità indiscutibile.

L'amore era una forza più grande della gravità.

Ma invece di tirarla giù, la lasciava senza peso.

Senza fiato.

Galleggiavano in un mare di soddisfazione. Andavano alla deriva in una nebbia vaporosa di baci e sorrisi, carezze morbide e parole mormorate. Il bagliore era una tregua dalle lotte precedenti e una pausa prima del lavoro che li aspettava.

Il sole si insinuò più alto sopra l'orizzonte.

Gli sbadigli di Draco si fecero più frequenti, i suoi occhi divennero più pesanti, e le sue parole si allungarono più lentamente fino quasi a biascicare. E anche se Hermione lo esortava a fare diversamente, non voleva dormire. Non ancora. Si limitò a rilassarsi con gli occhi chiusi e una mano tra i suoi riccioli disordinati, l'altra intrecciata alla sua mentre le passava il pollice sulle nocche.

Ben presto, l'ombra fornita dall'ulivo si ritirò, e nascondere i loro volti l'uno nell'altro non fu sufficiente a proteggerli dai raggi diretti della luce.

"Andiamo dentro".

La camminata fu veloce, e l'aria fredda si scontrò con il calore della loro vaporosa adorazione.

Hermione si prese cura dei pulcini, rabboccando acqua e mangime, mentre Draco le preparava una semplice colazione a base di uova con pane tostato e marmellata. Mangiarono al tavolo della serra con la gamba di lei drappeggiata su quella di lui, sintonizzati sul suono dell'allegro cinguettio e la vista del mondo che prendeva vita.

Il sole saliva costantemente.

Non c'era bisogno di conversazione, gli sguardi e i sorrisi tra un morso e l'altro erano sufficienti. La sua mano, come lui, non era più un fantasma, ma una presenza tangibile sulla sua gamba.

"Ti è piaciuto il tè che ti ho lasciato?".

"Non l'ho provato". Hermione passò il pollice sul suo anello con il sigillo, tracciando il simbolo della sua stirpe. I suoi occhi si sollevarono per trovare Draco che la fissava audacemente con un leggero colore sulle guance. "Me ne fai un altro? Ed io faccio il tuo. Mi ricordo ancora come si fa".

"O io posso farli entrambi e tu puoi guardare".

Seduta sull'isola, fece penzolare le gambe mentre contava ogni volta che gli occhi grigi vagarono verso di lei nei nove minuti che impiegò per preparare le loro tazze. E anche se mise la sua sul piano di lavoro per prima, Hermione aspettò che lui fosse in piedi tra le sue gambe aperte con il suo tè prima di prenderla.

Era una miscela di tè nero alla rosa e lavanda che non aveva mai provato prima.

Aromatico e floreale, era più morbido e leggero della sua solita miscela, e addolcito con un tocco di miele. Hermione bevve con gli occhi puntati su di lui, chiedendosi privatamente cosa avesse spinto alla scelta e come lui sapesse che le sarebbe piaciuto se non era la sua solita preferenza. Finì non molto tempo dopo Draco e lui posò le tazze vuote nel lavandino prima di appoggiare le mani ai lati di lei sul bancone.

"Mi farai il tè tutti i giorni, vero?". portò la mano alla sua mascella, sentendo gli angoli smussati di barba che non poteva vedere.

"Sì." Abbassò la testa, chiudendo una frazione dello spazio tra loro. "Anche quando sarò arrabbiato con te".

Measure of a Man | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora