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2 settembre 2011
La panificazione era una combinazione di chimica e arte.
Misurazione, miscelazione, setacciatura, riscaldamento e raffreddamento.
In questo processo, Hermione trovava il controllo attraverso misure calcolate, il conforto nel completare compiti precisi e un senso di completo assorbimento che non lasciava spazio alle preoccupazioni.
Facile.
Prevedibile.
Tutto quello che doveva fare era seguire le istruzioni, rimanere calma, e alla fine, non avrebbe ottenuto solo un dolce, ma la possibilità di avere la mente libera.
Quella giornata le aveva lasciato il bisogno di quella semplicità. Un disaccordo con Sachs sul maggiore coinvolgimento di Andromeda nella cura di Narcissa, due Malfoy lunatici -Scorpius era il più carino e facile da consolare - riunioni di sicurezza all'ospedale, e la perlustrazione della casa dei Malfoy da parte della terapista occupazionale. Per non parlare della richiesta affrettata di imbottigliare l'aconito che Draco aveva appena preparato per i quattro nuovi lupi emersi dall'ultima luna piena.
Quando finì la sua quinta infornata di pasticcini - barrette alla fragola - guardò le teglie su ogni superficie e cominciò a chiedersi se ci fosse una falla nella sua teoria.
Un rombo di fiamme verdi ed Harry uscì dal suo camino.
"La tua casa profuma come una pasticceria". Lui la raggiunse in cucina, con un fischio basso mentre valutava l'ambiente. "Mi sembrava. Dovrei essere terrorizzato, ma non vedo torte della tristezza, e sto morendo di fame".
Hermione gli schiaffeggiò la mano prima che potesse anche solo pensare di prendere una barretta.
"Ahi!" Sembrava esattamente come James ogni volta che veniva beccato a comportarsi male. "Non avevo intenzione di..." Il suo sorriso crebbe. "Ok, lo stavo facendo. Posso..."
"No, quelli sono per l'appuntamento di domani".
"Tutti?" Harry sembrò scettico. "Credevo che stessi cucinando per lo stress".
"Lo sto facendo".
"Per i tuoi genitori?" Il suo sorriso diventò un cipiglio preoccupato mentre si passava una mano tra i capelli disordinati. "Me l'ha detto Ginny. Questo spiega perché sembravi nervosa quando sei venuta alla riunione di restauro. Ti ha chiamato Percy?"
"No." Hermione si tese con il ricordo di quel giorno fresco nella mente.
Non era ancora sparito.
Aveva parlato con suo padre due volte, conversazioni brevi, in cui ognuno cercava di rassicurare l'altro che stavano bene, ma aveva chiuso entrambe le chiamate con l'impressione che i suoi genitori non fossero in buoni rapporti.
Il pensiero la scuoteva più del previsto.
"Allora perché sei venuto?"
In quel momento si rese conto del suo errore. Il ritardo era un sintomo dello stress che occupava una parte troppo grande della sua mente.
Harry appoggiò il gomito sull'isola, aspettando pazientemente le sue scuse mentre Hermione si riorientava e decideva rapidamente che doveva dire qualcosa.
Draco lo aveva buttato fuori insieme a tutti gli altri, e lui li aveva osservati nel negozio di scherzi, a pranzo e durante la passeggiata verso la foresta. Questo non includeva nemmeno quello che aveva notato al di fuori della sua presenza. Tuttavia, quale conclusione Harry avesse tratto da solo, ancora non lo sapeva.
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Measure of a Man | Traduzione
FanfictionQuesta storia NON appartiene a me ma ad inadaze22 , che mi ha dato il permesso di tradurla. Conoscere veramente qualcuno è saper distinguere chi era una volta, chi è ora, e chi sarà capace di essere. Hermione si rende conto della dualità di un uomo...