𝑮𝒐𝒅 𝒂𝒏𝒅 𝑫𝒆𝒎𝒐𝒏 ( 𝙷𝚊𝚒𝚣𝚊𝚔𝚒 𝚡 𝙷𝚒𝚛𝚘𝚝𝚘)

Capitolo 4

Haizaki's pov
Quando tornammo al campo del Giappone tutti ci accolsero con gioia per la vittoria della prima partita, ma io ero ancora inca****to nero per il tiro combinato con quel bast****o con le ali. 

Gouenji venne visitato da un medico, ma non avrebbe potuto giocare per un po' di tempo. Endou lo consolò con le sue solite parole piene di forza e speranza, e Ichioschi si offrì persino di accompagnarlo in ospedale, ma la maggior parte di noi rimase in sala ad aspettare sue notizie. Il capitano gli stava tenendo compagnia, quindi non c'era nessun problema. Perdere la nostra "Ultima Risorsa" in campo proprio all'inizio dei mondiali era una batosta, sapevamo tutti quanto fosse forte quel colpo. E infatti era fo****ente potente...
Però l'assenza di Gouenji significava anche un posto in più come punta della nazionale... 

La voce di Asuto mi scosse come una scarica elettrica "Sono uscite le notizie sulla partita!! Quanto ne parlano...." Quel montato di Adriano gli si appiccicò come una cozza e cominciò ad urlare come un forsennato mentre si ammirava dietro la videocamera. Che poi lui non era nemmeno in secondo piano, se proprio vogliamo esagerare era dentro le quinte...Cosa aveva nella testa ancora non è comprensibile a me che sono un demone....

"Ma davvero? Congratulazioni" Caleb si alzò, prese il suo borsone e se ne tornò negli alloggi. Fui tentato di seguirlo, di certo sarebbe stato meglio che rimanere qui con questa banda di buoni a nulla, ma quel fissato del calcio di Asuto mi fermò proprio quando stavo per prendere il borsone. Maledetto bast***o...

"Haizaki!Hiroto!" già che quello lì mettesse insieme il mio nome e quello di Hiroto/dio di mer**a nella stessa frase non mi piaceva
"Le due punte insuperbili della nazionale Giapponese.... Dio e Demone Inazuma! Vi chiamano così!" mi bastarono quelle ultime parole per farmi ribollire di nuovo di rabbia. Non di nuovo il dio e il demone, non di nuovo. Potevo tollerare un tiro insieme, dopotutto avevamo vinto, ma Dio e Demone no. No no no no no NO.
La rabbia mi ribollì come lava in un vulcano, e esplosi prima che potessi pensare anche solo di andarmene via da quella fo****ta stanza.

"NON COMINCIARE ANCHE TU!!!". Lasciai del tempo alla mia mente affiché potesse capire. Quindi: io e quel bas***ino con le ali ci eravamo alzati nello stesso momento, avevamo urlato nello stesso momento e abbiamo detto la stessa cosa??

...

Vaffan***o. 
"Siete in sintonia vedo!" una delle manager volle rigirare ancora di più il coltello nella piaga. 
"Col cavolo!!!" urlai. Anzi.... urlammo. Lo avevamo fatto di nuovo. Di nuovo... MA PORCA PU*****NA!!
"Piuttosto" eccolo, adesso ci si mette pure lui " Quei tuoi passaggi diretti mi danno il voltastomaco!"
"Stai muto, testa di udon!!" gli urlai contro. 
(Per chi non se lo ricordasse, si riferisce alla forma dei suoi capelli, che gli ricordano la forma dei noodle negli udon)
Quel bas****o osò pure ribattere "AH! Ca***o hai detto?!" si avvicinò ancora di più a me, il suo sguardo che rappresentava la sua collera. Uno sguardo identico al mio, insomma. Ero inca****to nero con lui, e lui era inca****to nero con me, lo sapevamo entrambi. Solo che nei suoi dannati occhi c'era un qualcosa di strano, che mi costrinse a battere gli occhi e a staccarmi da lui. Sarà odio...

Mi girai, presi la borsa e me ne andai via, cosa che lui fece in contemporaneo con me. Per quanto tempo andrà avanti a copiarmi? Con passi pesanti arrivai fino all'ascensore. Lo vidi dall'altra parte del corridoio. Tsk, maledetto bas****o.....
Fui costretto a sopportare al sua presenza fino a che l'ascensore non si fermò, poi scaraventai la borsa sul mio letto e mi ci buttai sopra. Odio già quella stanza. Che condividevamo. Maledetto sorteggio....

"TSK" Perché proprio lui? Perché nel sorteggio era uscito proprio lui? Perché il destino voleva che noi collaborassimo? 
Una domanda alla quale speravo di trovare presto risposta...

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"ti preoccupa qualcosa.." 

Il video proiettato mostrava lo scontro con i coreani. Kidou , so che qualcosa non va, ti conosco...

"Della partita di oggi?" cercai, come ogni volta, di capire se stesse mentendo o meno, con quel "no"... 

"Ne parlerò, presto o tardi...". Rimasi a guardare il tiro combinato che facemmo io e Hiroto, proiettato sullo sfondo bianco pallido. C'è qualcosa di strano in questo torneo...