Dicembre

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Mariasole POV'S
È da poco iniziato Dicembre, ho sempre amato questo mese, è la fine di molte cose oltre che di un anno e soprattutto molti ricordi, ma alla fine ci sono quelli che si pensano e si sperano siano 365 giorni per un nuovo inizio e di altri avvenimenti più belli. Non credo che mi concederanno di tornare a casa né per Natale né per Capodanno ma ogni giorno spero in una risposta positiva a questa domanda che non ho neanche il coraggio di porgere ad un medico.

I giorni passano tutti uguali fra queste quattro mura, quello che mi consola è la compagnia di Paolo, dopo la vittoria a Wembley contro l'Austria i ragazzi sono stati molto impegnati infatti ci vediamo di rado, non mancano mai le loro videochiamate ma essendo a Coverciano in ritiro tutto risulta più difficile. Tutti i giorni papà e mamma vengono qui a farmi un po ' di compagnia, Davide viene anche lui quando ne ha possibilità, a causa delle lezioni che sembrano essere aumentate per il saggio di Natale che mi perderò. Sono le sette del mattino e sono pronta per fare fisioterapia, Paolo ancora dorme allora lo inizio a chiamare ma ciò che ricevo in risposta è solo un mugugno allora faccio per alzarmi ma non ce la faccio, a mali estremi estremi rimedi, prendo uno dei tanti cuscini che mia madre ha fatto portare alle infermiere e lo lancio verso il ragazzo colpendolo in pieno, lui alza la testa spaesato e confuso allora non posso fare altro che ridere e lui dice:"Mariasole Chiesa ringrazia una delle tante divinità che ti stanno accanto che non mi posso muovere, a quest'ora non so se eri ancora viva" io continuo a ridere e tra una risata e l'altra dico:" Paolo Maggi tu si che sai fare una minaccia, sto tremando più dal freddo che dalla paura" lui in risposta alza il suo bellissimo dito medio e dice:"fottiti" e io rispondo:"lo farò grazie del consiglio", ad interromperci sono due infermiere sulla mezza età che entrano in camera e dicono:"buongiorno,siamo già attivi, bene" io rido mentre il ragazzo si lamenta.

Sia io che Paolo ci alziamo aiutati dalle signore e poi andiamo in sala per fare fisioterapia. Due ore dopo i dolori sono paragonabili a quelli di due corsi di classico su punte consecutivi, tutto sommato sopportabili, vedo il mio amichetto di stanza stare peggio di me e allora dico:"povero Paolino oggi ti hanno fatto affaticare" lui mi guarda e dice:"non tutti siamo abituati a fare punte, contropunte e mille corsi di danza al giorno, c'è gente più debole sia fisicamente che mentalmente" entrambi ridiamo e poi alle nostre spalle sentiamo la voce di mio padre che mi saluta io mi giro mentre asciugo la schiena impregnata di sudore di Paolo e mio padre mi posa un bacio sulla fronte, dopo essermi assicurata che quest'ultimo fosse asciutto gli do uno schiaffetto amichevole sulle spalle e gli dico:"ok adesso puoi andartene, papà ti sembra normale che ho un figlio scemo qua che vuole acsiugate anche le spalle?" Paolo mi guarda offeso e dice:"senti scema ci sarai tu" mio padre ci guarda ridendo e dice:"sembrate due fratelli che litigano per il turno della televisione, allora oggi com'è andata?" io e il mio compagno di stanza alziamo il pollice e contemporaneamente:" na bomba" ci guardiamo sconvolti e Davide entrando nella stanza dice:"ok questo fa paura, a questo preferisco altre due ore di adagio me ne ritorno in accademia" io rido e dico:"preferire due ore di adagio a due persone che involontariamente dicono la stessa cosa mi sembra una cosa un po' esagerato caro, ma se preferisci danza classica alla tua simpaticissima e bellissima migliore amica, vai sei libero" faccio finta di svenire sul letto in modo teatrale e Davide dice:"vorrei ricordare a tutti i presenti che ha ventun'anni" tutti ridiamo, sia mio padre che il ragazzo appena arrivato ci seguono mentre torniamo in camera e una volta arrivati con una velocità paragonabile a quella di un bradipo io e Paolo ci mettiamo a letto mentre gli altri due si siedono nelle poltrone presenti nella stanze e poi iniziamo a parlare.

Sono passate tre ore e Davide è tornato in accademia mentre papà doveva andare a prendere Lorenzo che è tornato da Firenze dopo la partita contro l'under 18 del Torino, adesso siamo rimasti di nuovo io e Paolo da soli, ma solo per cinque minuti, vedo Marta entrare nella nostra stanza ridendo, la sua risata cristallina la riconoscerei fra mille bambini, sale sul letto del fratello il quale sembrava non aspettare altro che un abbraccio dalla piccola e dopo che quest'ultima gli dedica tutte le sue attenzioni per altri cinque minuti, viene verso di me e sale sul mio di letto e mi riserva lo stesso trattamento del fratello; attenzioni e tanto amore, quello che solo dei bambini ti possono trasmettere.

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