𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝑂𝐿𝑂 10 - 𝘴𝘢𝘤𝘳𝘪𝘭𝘦𝘨𝘪𝘰

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Non facevo altro che pensare a ciò che era accaduto tra me e quel maledetto Demone.
Per tutta la settimana ero rimasta chiusa nella mia camera raccontando frottole su frottole a James del tipo 'incredibile, anche creature immortali come gli Angeli beccano l'influenza' o 'oggi c'è proprio un tempaccio. Mi mette di cattivo umore e non svolgo bene i miei compiti. Meglio se resto in camera'.
Era palese che non se le beveva per niente ma apprezzavo il fatto che mi lasciasse stare senza domandare nulla.

Fino a quella mattina.

La porta cominciò a bussare, sembravano colpi quasi ritmati.
Dopo il mio "avanti" James entrò chiudendosi la porta alle spalle.

«Sono giorni che non ti scolli da quel letto, vuoi dirmi cosa ti prende?»

Se fossi ancora umana sarei stata tradita dal mio sudare freddo, tipico di chi era appena stato scoperto a fare qualcosa di sgradevole.

«Cosa ti fa pensare che abbia qualcosa?»

Nessuno doveva venire a conoscenza di quel bacio, era stato solo un gigantesco errore.

«Oh andiamo Luce! Ho cercato di far finta di niente ma a quanto pare non hai qualcosa che passa in poco tempo»

Ero alquanto tentata dall'idea di scappare via a gambe levate, ma ciò avrebbe alimentato i suoi dubbi. Dovevo convincerlo che andava tutto bene.

«Sono semplicemente un pò stanca. Non tutti accettano di essere creature immortali da un giorno all'altro»

«Sei sicura che si tratti solo di questo?»

Mi rendevo conto di avere assunto un'espressione più che colpevole. Non era solo quello, ma non avevo il coraggio di ammettere a me stessa di essere stata baciata da Brandon e che avevo pure ricambiato, figuriamoci dirlo al mio tutor.
Le regole degli Angeli erano chiare e si potevano benissimo riassumere in: non avere mai nessun tipo di rapporto con i Demoni.
Chissà cosa sarebbe successo se si fosse saputo in giro.
Mi avevano già etichettata come quella con istinti suicidi, non potevo complicare ulteriormente le cose.

«Si» risposi secca.

Ma se credeva che sarei uscita dalla mia camera si sbagliava di grosso.
Sapevo bene che scappare dai propri problemi era peggio, ma stavo cercando di trovare una soluzione e avevo bisogno di restare sola a pensare.
Inoltre non c'era stata neanche una chiamata dalla Terra ed ero molto sollevata.
Andare da Matt avrebbe significato trovarmi faccia a faccia con il guaio che mi tormentava da giorni e non avevo la minima idea di come comportarmi.

«Però, mi chiedevo...tu potresti cambiarmi Mortale?» chiesi subito dopo un pò titubante.

«Una sorta di scambio? A te viene affidato il Mortale di qualcun altro e a questo qualcun altro viene affidato il tuo? No, non credo sia possibile ormai»

Un lampo di delusione attraversò il mio volto.
Ci avevo provato.
Dovevo trovare un'altra via di fuga da quella situazione.

«Va bene, grazie lo stesso. Vorrei riposarmi»

«Hai qualche problema con quel Demone? Perchè non vuoi più essere l'Angelo di Matt?»

Un brivido invase ogni cellula del mio corpo.
Mi aveva beccata, per metà, ma aveva capito chi fosse il problema.

«Matt è un ragazzo parecchio complicato, non so se sono in grado di tenerlo sulla retta via»

«Ne hai le capacità, altrimenti la Bolla del Destino non te lo avrebbe assegnato. Prendila come una sfida contro te stessa»,

Pericolo scampato per il momento.

Dopo qualche altro discorso sul fatto che fossi bravissima e capace finalmente riuscí a cacciarlo via dalla mia stanza.
Ma, naturalmente, non si era arreso cosí facilmente.
Mi aveva infatti invitata, alias obbligata, ad una festa tipica di Destiny.
Si chiamava Destiny Day e si sarebbe svolta tra tre settimane.
Da quel che avevo capito serviva a far conoscere ai Novizi Angeli e Demoni più grandi, fargli fare nuove amicizie, festeggiare Destiny e la seconda chance che c'era stata donata.
Un pó come il Natale da vivi in cui si riunivano tutti insieme come una grande famiglia, ma senza regali, alberi e decorazioni glitterate che detestavo.

𝑯𝑬𝑳𝑳 𝑨𝑵𝑫 𝑯𝑬𝑨𝑽𝑬𝑵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora