Anche questa volta il periodo estivo è trascorso veloce, purtroppo. Tra Sofi, lo studio e soprattutto il lavoro, mi sono tenuta impegnata per non pensarci, ma ora, in piena notte, non posso non farlo. Mi aspetta un nuovo anno scolastico alla Miami High, e non so se posso sopportarlo.
Il mio problema? Sempre loro, le mie nemiche. Lauren e le altre. E soprattutto lei, appunto, Lauren. La ragazza più bella della scuola, che mi odia profondamente. Il motivo? Non l'ho mai capito.
Ho provato ad andare d'accordo con loro, con lei, ma più ci provo e più mi allontanano. La settimana scorsa sono venute con i loro fidanzati nel pub in cui faccio la cameriera, e mi hanno guardata come se fossi... non so... non abbastanza. Ed è così che mi sento.
Lucy, la fidanzata di Lauren, si è messa a ridere quando mi ha vista lì, e io avrei voluto piangere, mi sentivo umiliata. Shawn, il mio collega, mi ha detto di non far caso a loro, alle loro parole. Non sanno cosa vuol dire lavorare, non c'è nulla di male. Soprattutto se, come me, lo fai per aiutare la famiglia a pagare le bollette, quelle arretrate almeno.
Dovrei dormire, sono le quattro di notte e domani ho il primo giorno di scuola. Ho lavorato fino a poco fa, anche se so che domani sarò uno zombie alle lezioni, ma abbiamo bisogno di soldi. Il padrone di casa ci vuole sfrattare perché siamo indietro con l'affitto. I miei, con questa cazzo di crisi, hanno perso il lavoro, e ora si ritrovano ad arrangiarsi con dei piccoli lavoretti per arrivare almeno a mettere un pasto caldo sulla tavola. Non che me ne importi tanto, il più delle volte la mia porzione la do a Sofi, senza che i mei se ne accorgano.
Sofi è ancora una bambina, non deve sapere cosa vuol dire soffrire la fame. La mia piccola gioia, forse l'unica. I suoi capelli sono morbidissimi, e il suo corpo avvinghiato al mio mi trasmette un po' di calore e un po' di sollievo.
Si, divido il letto con mia sorella di soli 7 anni, e non me ne vergogno. Quando tutto andava bene, avevo il mio letto, e addirittura la mia camera. Ma non serve a nulla ricordare il passato, mi porta soltanto tristezza. La nostra realtà ora è questa.
Mi giro a guardare l'orologio, sono le quattro e un quarto. Mi addormento pensando a lei, ai suoi occhi verdi e glaciali, le sue labbra rosse e piene, i suoi capelli neri e lunghi. Domani inizierà un nuovo anno, un altro anno che passerò ad ammirarla da lontano, senza dirle che sono pazza di lei, tanto quanto lei mi odia.
La sveglia mi rimbomba nelle orecchie alle sette di mattina. Sento la testa sbattermi violentemente, a causa del poco sonno. Rimedierò. Forse.
"Sof..." Chiamo dolcemente mia sorella, ancora addormentata con la testa sul mio seno. "Sofi, sveglia."
Finalmente la sento muoversi, per girarsi dall'altra parte. Mi libero e vado in bagno a lavarmi con l'acqua fredda. Quella calda la lascio a lei. Il contatto con il liquido freddo mi fa venire i brividi e mi sveglia del tutto. Meno male che a Miami non fa mai troppo freddo. Torno in camera e mi vesto, mentre Sofi si stropiccia gli occhi e alla fine mi regala un meraviglioso sorriso.
"Buongiorno, raggio di sole." La saluto, sorridendole dolcemente.
"'giorno Kaki. Sei tornata tardi stanotte?"
"Non troppo." Le mento a fin di bene. "Muoviti, ti accompagno a scuola."
"Ma è lontano da dove vai a scuola tu."
"Non tanto, ce la faccio in tempo. Ti aspetto in cucina." Mentre aspetto che Sofi mi raggiunga, entro in cucina. C'è un piatto con qualche biscotto, i nostri genitori sono usciti presto anche stamattina per cercare lavoro. Sento finalmente i passi di mia sorella dietro di me. Le faccio cenno di sedersi e le avvicino il piatto con i biscotti, versandole anche un po' di latte.
"Tu non fai colazione?" Mi chiede addentando un biscotto.
"Già fatta, mentre ti aspettavo." Mento ancora una volta. Meno male che Sofi non dubita mai di me, sarò troppo brava a mentire? Ne dubito. Ma è ancora una bambina, e tutti noi cerchiamo di non farle capire in che razza di situazione ci troviamo. E, fortunatamente, ci stiamo riuscendo. Aspetto che termini la colazione, anche se i morsi della fame mi distruggono lo stomaco.
Ringrazio il cielo per quel tipo arrogante che ieri, a lavoro, ha rimandato indietro un hamburgher senza nemmeno guardarlo. Shawn me l'ha messo da parte, e appena ho potuto l'ho divorato. Era dalla sera precedente che non mangiavo nulla. Shawn non lo sa per certo, ma credo lo immagini. È l'unica persona che posso chiamare amico.
Accompagno Sofi a scuola, lei è allegra, contenta di rivedere le sue amichette. Io invece sono in ansia. Alzo gli occhi e la vedo. I suoi occhi sono coperti da un paio di occhiali da sole, i raggi le fanno risplendere i capelli mentre li fa ondeggiare, ridendo con sua sorella. Ancora una volta non si accorge di me e dei miei sguardi, o forse lo ignora volutamente. Saluta la bambina, che ha qualche anno in più rispetto a mia sorella, risale in auto e parte verso la nostra scuola.
Sospiro, liberando il fiato che tenevo stretto nei polmoni dall'agitazione. Scollo lo sguardo da lei. Dio, quant'è bella. Riporto gli occhi su Sofi, che mi sorride.
"Quando le dirai che sei cotta di lei?" Mi chiede la mocciosa, sorniona. Si, mia sorella sa che sono attratta anche dalle donne, e soprattutto da una particolare stronza dagli occhi verdi e i capelli neri, che mi ignora da sempre.
"Mai! Fila dentro." Le dico, prima di piazzarle un bacio sulla testa e avviarmi velocemente verso il liceo. Risento la solita ansia salirmi dentro, mentre cammino veloce. A volte ho paura di crollare, ma poi mi faccio forza, ripensando allo scricciolo che ho appena accompagnato a scuola. Devo essere forte per lei.
Ed eccola lì, di nuovo, ferma, con il sedere poggiato alla sua auto, figa da morire nella sua giacca di pelle nera, i suoi jeans e gli stivaletti abbinati alla giacca. Sorride, innamorata. Quanto vorrei che quel sorriso fosse rivolto a me. E invece quell'arpia di Lucy le va incontro e la bacia. Vorrei poter assaggiare quelle labbra solo una volta, ma è fuori della mia portata, decisamente oltre i miei standard.
Quali sono i miei standard? Quel cretino di Austin che ci prova di continuo con me, ad esempio. Naturalmente ci prova anche stamattina, volgare come al solito, ridendo davanti a quei buffoni dei suoi cazzo di amici. Lo sfanculo velocemente, abbassando la testa ed entrando a scuola. Faccio un lungo sospiro quando arrivo all'armadietto e vedo la scritta in rosso che sembra lampeggiare da quanto è lucida. 'Puttana.' Trattengo la rabbia, le lacrime e la vergogna, li ingoio dentro di me. E so che sarà l'unica cosa che ingoierò oggi.
Sarà una lunga giornata.
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Who are you? - Camren
FanfictionCamila, 15 anni, all'improvviso scompare dalla circolazione, per riapparire circa dieci anni dopo, ed incontrare le sue vecchie nemiche/amiche: Lauren, Dinah e Normani.