Sono ancora seduta sul letto, guardo il vuoto. Sono persa nella mia mente, tanto da non accorgermi della porta che viene aperta. Mi riscuoto solo quando si accende la luce. Mi guardo intorno, riprendo contatto con la realtà. È scesa la sera, fuori è buio. Alla porta ci sono Sofia ed Amy.
"Mamy..." La piccola si stacca da mia sorella e mi raggiunge. Si arrampica sul letto, venendomi in braccio. La stringo mentre chiudo gli occhi, annusando il suo profumo dall'incavo del collo e facendola ridacchiare.
"È pronta la cena." Mi dice Sofia, con la voce un po' abbattuta. Mi volto verso di lei. Mi osserva come se fossi un miraggio, i suoi occhi lucidi. Posso solo immaginare cosa le stia frullando in testa. Vorrei tanto poterle spiegare, ma non saprei proprio da dove iniziare. Ci fissiamo per un po', alla fine mi alzo. Lei si volta e si avvia, io ed Amy la seguiamo, mano nella mano. La mia piccolina mi racconta della sua nuova amica e mi informa che quella casa è bellissima, e vorrebbe viverci per sempre.
Le voci si fanno man mano più vicine, c'è un gran caos, e un buon odore.
"Oh, finalmente sei arrivata." Ally mi guarda, poi mi indica i tre posti vuoti. Amy si precipita a sedersi vicino all'altra bambina. Sono scioccata. Giuro che era timida, fino a tre ore fa!
Sofia mi lascia il posto accanto a mia figlia, sedendosi così alla mia destra. Ok, ce la posso fare. Mi sento sotto gli occhi di tutte. La cosa, manco a dirlo, mi angoscia. Evito di guardarle negli occhi, tenendo la testa bassa.
Ally mette al centro della tavola dei contorni, poi serve ad ognuna di noi un piatto di spaghetti al sugo. Alzo gli occhi al cielo, immaginando già il disastro che combinerà Amy, che perdipiù indossa una maglietta bianca.
Le altre chiacchierano e mangiano, io cerco di limitare i danni che sta facendo Amy. Il suo viso e la sua maglietta sono piene di sugo, ogni secondo di più, nonostante i miei tentativi. È euforica stasera, l'aver conosciuto l'altra bambina e sua zia le ha dato un'allegria che non le ho quasi mai visto. E di certo, non in presenza di estranei. Smuovo un po' la pasta nel mio piatto, alzando la testa quando sento un rumore alla mia sinistra. Amy ha rovesciato il bicchiere d'acqua sul tavolo, si volta verso di me e mi guarda terrorizzata.
"Dio santo, è possibile che questa bambina sia così inetta? Doveva prendere per forza tutti i tuoi cazzo di difetti?" Matt sbatte i pugni sul tavolo, alzandosi arrabbiato. Il suo viso è rosso e accigliato.
"È solo un po' d'acqua, si asciugherà subito." Prendo il tovagliolo di carta per tamponare l'acqua sul tavolo.
"Non difenderla sempre, Camila!" È furioso, fa il giro del tavolo e si avvicina minaccioso a lei. Riesco a mettermi in mezzo prima che la raggiunga. La mando in camera, Amy obbedisce impaurita.
"Ha solo tre anni, lasciala stare." Lui strizza gli occhi, sembra indiavolato.
"Allora me la prenderò con te, che non sei stata in grado di insegnarle un cazzo."
Ally deve aver capito, in fondo è l'unica che sa qualcosa di quello che abbiamo passato. In un attimo è vicino a noi e ci rassicura, dicendo che non è successo nulla. Mia figlia è ancora un po' spaventata, ma annuisce. Io mi rendo conto di star tremando, ringrazio il cielo che il ricordo, tremendamente reale, si sia interrotto.
Sofia mi chiede con voce preoccupata se va tutto bene, con una mano mi sfiora la schiena. Sobbalzo, spostandomi per non essere toccata.
"S-si, tutto bene." Mento per l'ennesima volta, ma probabilmente non ho convinto nessuno, soprattutto con la mia voce tremolante. Era così facile mentire a mia sorella quando era piccola, e lei mi credeva ogni singola volta. Ora so, dal suo sguardo su di me, che non si farà abbindolare così facilmente.
Con la coda dell'occhio vedo Lauren far cadere una manciata di spaghetti sulla tovaglia, alzo lo sguardo incuriosita e incredula.
"Oh, beh, siamo tutte un po' sbadate, ma non è un problema. Non è vero?" Ridacchia, sorridendo a mia figlia. La piccola ci casca, facendo una piccola risatina e tranquillizzandosi quasi del tutto. L'interazione tra le due calma un po' anche me.
Amy riprende a mangiare e parlare con la bambina accanto a sé, io resto a guardarla.
"Hai ancora problemi con il cibo?" Mi chiede all'improvviso mia sorella, facendo in modo che senta solo io. Mi volto scioccata, incredula, per fissare il suo sguardo indagatore. "Credevi non me ne fossi accorta, eh?" È proprio così, in effetti. "Non sei mai stata una brava bugiarda."
"T-tu... sapevi?"
"Ero piccola, non stupida." Risponde quasi piccata. Guarda il mio piatto. La pasta è ancora tutta lì, in effetti non l'ho neanche assaggiata. L'ho solo smossa un po'. Si, non ho un buon rapporto con il cibo.
"Non ho fame." Alzo le spalle, non sto mentendo stavolta. Ho abituato mia figlia a fare almeno tre pasti al giorno, ma non sono riuscita a fare lo stesso con me. Finita la cena, Ally e le altre si occupano di sparecchiare, mentre io porto Amy a darsi una ripulita.
"Potresti occuparti anche di Bea?" Mi chiede DJ. Sembra studiarmi.
"S-si." La piccola mi prende la mano libera. Sussulto, ma mi costringo a non ritirare la mano. Le porto entrambe nel bagno della camera dove siamo ospiti, cercando di dare loro un aspetto decente. Faccio indossare il pigiama a mia figlia, mentre cerco di smacchiare la maglietta dell'altra bimba. Sento bussare alla porta, Amy va ad aprire.
"Lascia stare, le ho portato direttamente il pigiama." Dice Dinah alle mie spalle, avanzando verso di noi. Mi blocco, restando in silenzio. Vorrei chiederle tante cose, ma non ne ho il diritto. Prima fra tutte, chi è questa bambina che ora sta alzando le braccia per permetterle di togliere la maglietta.
"Mamma, posso dormire con Amy stanotte?"
Mi giro a fissare quella che, per un piccolo e felice periodo della mia vita, è stata la mia migliore amica. Devo avere uno sguardo incredulo, perché lei alza il sopracciglio e mi guarda con aria di sfida.
"Cosa c'è? Tu puoi avere una figlia e io no?" Eccola qui, la sua classica ironia.
"I-io non-non intendevo..."
Ride, mentre infila la maglia del pigiama alla piccola. Mi è mancato il suo sarcasmo, e anche la sua risata.
"Sento il tuo cervello fare rumore fin qui." Mi lancia un'occhiata. Fa per parlare, quando sua figlia la precede.
"Allora, mamma?"
"Per me va bene. Per te, Camila?"
Oh, questo è un problema. Non vorrei che Amy facesse spaventare sua figlia, con i suoi incubi. Soprattutto oggi che suo padre ci ha quasi braccate.
"Non... non credo che sia il caso." Dico piano, per non farmi sentire dalle bambine.
"Ragazze, Normani vi aspetta giù con il gelato." Dice, senza distogliere gli occhi da me. "Vedete di non impiastricciarvi di nuovo."
Le due bambine si prendono per mano e scendono di nuovo in cucina. Dinah continua a fissarmi in silenzio.
"Cosa ti è successo?" Mi chiede infine. Chiudo gli occhi, volendo evitare di pensarci. Mi lecco le labbra per inumidirle un po'.
"È una lunga storia..." Mi alzo, con l'intenzione di allontanarmi. Lei si para improvvisamente davanti a me, non riesco ad evitare un gridolino di paura. Mi guarda, sempre con più consapevolezza e tristezza.
"Me la racconterai quando te la sentirai, se ti andrà." Ora il suo tono di voce è più dolce. Si sposta e sta per uscire.
"Dinah!" La richiamo con urgenza. Vorrei dirle tante cose, sento i miei occhi riempirsi di lacrime, il mio respiro diventare affannato. Lei mi guarda, mentre cerco di parlare. Mi arrendo, abbassando la testa. "Amy ha gli incubi a volte, di notte... Se succede, vieni a chiamarmi."
Lei annuisce, prima di uscire dalla stanza. Non so se ha capito cosa volevo veramente dirle.
"Buonanotte, Camila." Dice, prima di chiudere la porta.
"Notte, DJ." Mormoro alla stanza ormai vuota.
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Who are you? - Camren
FanfictionCamila, 15 anni, all'improvviso scompare dalla circolazione, per riapparire circa dieci anni dopo, ed incontrare le sue vecchie nemiche/amiche: Lauren, Dinah e Normani.