"Ehi, Camila..." Sussulto nel sentire una voce maschile dietro le mie spalle. Chiudo l'armadietto e mi volto, trovando un ragazzo moro a sorridermi. È il capitano della squadra di basket, uno dei ragazzi più ambiti della scuola, forse il più bello.
"C-ciao." La mia voce esce a stento, piccola. Da un anno a questa parte, è la prima persona della scuola a parlarmi senza insultarmi o dirmi porcate, e la cosa mi porta ansia. Naturalmente tolte Lauren, Dinah e Normani, negli ultimi tempi. Lui continua a sorridermi, sicuro di se. Sono diffidente. Cosa vuole da me?
"Cosa fai stasera?" Mi chiede. Io resto in silenzio, interdetta. "Ti va di venire al cinema con me?" Continua lui, aspettandosi una risposta. Ma davvero? Non mi hai cagato fino ad ora, hai riso di me alle mie spalle quando tutti mi umiliavano, e ora, all'improvviso, vorresti uscire con me? Trattengo la rabbia che questi pensieri mi portano. Serro la mascella. Sento gli sguardi su di me, probabilmente ci stanno guardando tutti. Non devo dare di matto.
"No." Faccio per allontanarmi, ma lui mi blocca la strada.
"Perché?" Mi chiede. La sua sicurezza vacilla di fronte al mio sguardo.
"Devo lavorare." Non è una bugia, ma non è di certo l'unica motivazione, ce ne sono tante. Un'altra è tra le sue gambe. Cerco di passargli accanto, mi blocca la strada nuovamente. Ma perché devono mettermi tutti ansia?
"Facciamo domani allora, o quando sei libera." Ancora insiste. Cerca di ammaliarmi nuovamente con il suo sorriso. Io lo trovo solo ridicolo.
"No, grazie." Voglio andare via. Mi guardano tutti. Mi blocca per il polso, stringendo proprio sui lividi. Sussulto, spaventata.
"Dai, Camila. Uscendo con me potresti iniziare a farti degli amici." Pensa di potermi convincere così? Promettendomi delle amicizie, che so già quanto sarebbero false? Ma quanto possono essere stupidi gli uomini?
"Non mi interessa." Dico decisa, a bassa voce.
"Cosa non capisci della parola no?" La voce di Dinah mi annuncia la sua presenza, prima di sentire il suo braccio sulle mie spalle. La fisso interdetta. Che cos'è tutta questa confidenza? Mi stringe possessivamente la spalla, fissando male la mano del tizio sul mio polso. Lui la ritira e guarda alle nostre spalle. Capisco che non è da sola.
"Come vuoi." Dice lui, incazzato dal rifiuto e dall'intervento della bionda. Finalmente va via. Mi scrollo il braccio della ragazza di dosso, inconsapevolmente mi massaggio il polso dolorante.
"Sei proprio brava ad attirare i tipi sbagliati, eh?" Scherza lei, seguendomi mentre mi allontano. Ho di nuovo quella sensazione, e so che Lauren mi sta guardando. Sento i loro passi dietro di me. Mi sembra di essere una sorvegliata speciale ultimamente. Non ne posso più, voglio solo volare basso, cercare di stare tranquilla e pensare ad aiutare i miei.
Entro nell'aula ancora vuota, mi siedo in un angolo. Le tre mi hanno seguita fin qui, si siedono nelle mie vicinanze.
"Si può sapere che volete?" Sbotto all'improvviso. Non mi piace essere al centro dell'attenzione, sono a disagio. Le ho prese in contropiede, glielo leggo in faccia. La prima a riprendersi è Normani, ed è lei a parlare per tutte.
"Vogliamo... il tuo perdono. Vogliamo essere tue amiche." La sua voce è dolce. Quasi le rido in faccia. Non riesco a passarci su. Voglio solo che questi anni del liceo finiscano, per non dover più incontrare queste persone.
Iniziano ad entrare altri ragazzi, togliendomi dall'imbarazzo di stare da sola con queste ragazze.
"Camila..." Mi richiama Dinah, dolcemente, in attesa di una risposta. Odio le loro voci dolci. Cioè, no, mi piacciono, ma mi ricorda il passato, ancora molto recente, in cui questo tono di certo non c'era. Mi brucia ancora, l'inferno che ho passato. La guardo, cerco di essere il più fredda possibile. L'unica cosa che posso fare per proteggermi è creare un muro e tenere le persone dietro di esso, loro incluse.
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Who are you? - Camren
FanfictionCamila, 15 anni, all'improvviso scompare dalla circolazione, per riapparire circa dieci anni dopo, ed incontrare le sue vecchie nemiche/amiche: Lauren, Dinah e Normani.