Le mie parole mi fanno capire cosa devo fare. Approfittare del tempo che lui passerà in cella, per mettere quanti più chilometri possibili tra noi e Matt.
"Dobbiamo andare via." Mi alzo in piedi, pensando a dove andare. Non ho un luogo sicuro, come non lo era Miami. Forse è stato fin troppo facile rintracciarmi qui. Prenderemo il primo pullman o il primo treno, e da lì deciderò. Prendo Amy in braccio, mi dirigo verso la porta, dove si trovano le tre agenti di polizia.
"Dove pensi di andare?" Risentire la sua voce, dopo tanto tempo, è strano. Sembra irritata, ne ha tutto il diritto.
"Non lo so, lontano. Dove lui non ci troverà." Mi fermo di fronte a lei, visto che blocca l'uscita. Non riesco a non notare quanto sia fottutamente bella in divisa. Conserverò quest'immagine insieme alle altre, nella mia mente. La osservo brevemente. È adulta ora, è una vera e propria donna, sembra così sicura di sé stessa.
"Certo, perché è questo quello che fai sempre. Scappi via." Mi dice, in tono accusatorio.
Colpita e affondata. Lauren 1 - Camila 0.
"Lauren..." Interviene Allyson, mettendosi accanto a me. "Non è il momento." Vedo la mia ex irrigidire la mascella. Lo faceva sempre quando si innervosiva.
La situazione è in stallo, lei non si sposta, io non demordo. Devo proteggere la mia cucciola, è la mia sola missione, ora. A rompere il silenzio è un'altra poliziotta.
"Non è sicuro andare via da sola, ora. Potrebbe avere qualche complice." Ipotizza la nera. La fisso improvvisamente spaventata. "Potrebbero già sapere dove abiti."
"Mamy..." Piagnucola Amy, impaurita, aggrappata al mio collo. Si stringe ancora di più a me. Non avevo pensato a quest'eventualità. Non so cosa fare.
"Karla..." Ally interviene, correggendosi. "Ehm... Camila... Keana ha ragione." Le rivolgo uno sguardo interdetto, non sapendo proprio come muovermi a questo punto.
"Ho la soluzione." La terza poliziotta, che era stata in silenzio fino ad ora, schiocca le dita e ridacchia. Noi tutte la guardiamo stranite. "Allysus, volevi invitare Karla in vacanza con noi, no?" La sua voce è ironica, ma non troppo.
"Non se ne parla." Interrompo la ragazza con i capelli castani, negando con la testa. Faccio un passo avanti verso la porta, sperando si spostino. Ne fa uno anche lei nella mia direzione, trovandosi faccia a faccia con me.
"Perché no? Saresti sorvegliata da tre belle poliziotte per ventiquattr'ore al giorno."
Si, e una delle tre è la mia ex, che mi odierà di sicuro. Alza un sopracciglio, non so cosa le frulli nella testa. Ma quel sorrisetto malizioso non mi piace per nulla. Le mie dita vanno alla cicatrice, mentre rifaccio un passo indietro per mettere distanza da lei.
"Ha ragione. È la soluzione giusta... Devi farlo, per Amy." Allyson interviene, riempiendomi la testa in pochi minuti di dubbi e paure. Sta giocando con me, con la mia testa. Ma io sono debole. E davvero non so che fare.
In dieci minuti mi ritrovo in una macchina. Mi sembra assurdo. Lauren è alla guida, la nera che se ho capito bene si chiama Keana, è seduta accanto a lei. Io sono sui sedili posteriori, a destra ho Ally, in braccio Amy, e a sinistra l'altra poliziotta.
"E comunque, piacere di conoscerti Camila. Io sono Veronica." Il suo tono mi infastidisce, sembra provarci con me. Mi accorgo che Lauren la sta fulminando dallo specchietto retrovisore, poi incrocia i miei occhi. Distolgo lo sguardo, portandolo sulla strada. Stiamo andando a prendere il necessario a casa mia. Le indico la strada, facendola poi fermare davanti la nostra piccola casetta.
Allyson mi fa spazio per farmi scendere, le affido Amy per cercare di essere più veloce. Arrivo alla porta, la apro e mi accorgo che Lauren mi ha seguita fin qui. Mi fa spostare, entra per prima, la mano sulla fondina slacciata. Il timore che possa esserci qualcuno mi sconvolge, mi avvicino piano a lei. Non mi rendo conto di starle troppo vicina finché non sento che ha un brivido. Lo sento perché ho poggiato le mie mani sulle sue spalle. Mi ritraggo e mi allontano un po', confusa. Perlustra la casa in silenzio, poi si rilassa, appoggiandosi al muro e osservandomi.
Recupero la valigia e inizio a riempirla. Lei si distrae un attimo con il cellulare, poi riporta lo sguardo su di me.
"I costumi per il mare." Mi suggerisce in tono freddo. Prendo il costume di Amy, ficcandolo in valigia. Lei mi fissa. So che ha notato che non ne ho preso uno per me, ma non credo mi chiederà nulla. Infatti tace. Dopo dieci minuti, chiudo la valigia e sto per uscire, ma poi mi ricordo e torno indietro. Lei continua ad osservarmi, guardando l'orsacchiotto di mia figlia che ho appena recuperato.
Ho l'impressione che sto per fare una grandissima cazzata andando con loro. Ma ho paura in questo momento, e se possono aiutarmi, per una volta accetterò l'offerta. Non per me. Per Amy.
Carichiamo la roba in auto, risalgo e mia figlia ritorna in braccio a me. È ancora spaventata, ma sorride nel vedere Teddy nella mia mano. È stato il mio primo regalo per lei, ero incinta di pochi mesi quando gliel'ho comprato.
Passano venti minuti, ci siamo allontanati dalla città e abbiamo raggiunto la costa. Lauren si parcheggia di fronte ad una casa a due piani, è enorme, bellissima. Ci sono altre auto parcheggiate qui davanti, e un'improvvisa angoscia mi assale. Chi ci sarà?
Scendiamo, mi guardo intorno. La porta d'ingresso si apre, ne esce una bambina di circa cinque anni che ci corre subito incontro.
"Tu devi essere Amy, Ally aveva detto che saresti venuta, io sono Bea." Prende la mano di mia figlia e la porta verso la casa, Amy è come imbambolata. Le seguiamo, entrando in casa. Non ho il tempo di guardarmi intorno, qualcuno parla alla mia sinistra.
"Quindi avevo ragione, eri tu davanti alla mia scuola."
Mi volto verso la voce incredula, ritrovandomi occhi negli occhi con mia sorella, senza schermi stavolta. Resto senza parole, la fisso soltanto. I suoi occhi sono pieni di lacrime, come i miei del resto.
"Tu sei la ragazza che mi ha ridato il fiocco!" Amy sbuca alle mie spalle. Intorno a noi, c'è solo silenzio. Sofia sta palesemente piangendo, una mano sul petto, e uno a coprirsi la bocca. Soffoca dei singhiozzi. Mia figlia la guarda stranita. Mi schiarisco la voce.
"Amy, amore... Lei è... t-tua zia Sofia." Le spiego. È improvvisamente intimidita dall'informazione, e dagli sguardi di tutti su di lei. Sofia si avvicina, inginocchiandosi davanti a lei. Le sorride, tra le lacrime. Do una piccola spinta a mia figlia, lei fa un passettino avanti e mia sorella l'attira tra le sue braccia. Apre gli occhi e mi guarda, è sconvolta e so che vuole abbracciare anche me ma non posso, non ce la faccio ad essere toccata. Non so come io non abbia dato di matto, quando prima Ally mi ha abbracciata. In effetti me ne sono accorta a malapena, forse ero troppo terrorizzata per pensare ad altro. Distolgo gli occhi da quelli della mia sorellina, ma mi ritrovo a fissare quelli di Dinah e Normani.
"Sapevo di non essere impazzita." Mormora DJ, tra sé e sé. So a cosa si riferisce. "Eri tu." La sua non è una domanda. Glielo confermo con un rapido cenno della testa. Ci sono così tante emozioni che sto trattenendo in questo momento, che mi sento sopraffare. Mi mordo l'interno guancia, sono paralizzata.
Non so come, Allyson lo capisce e mi guida in cucina. Mi offre un bicchiere d'acqua fresco, lo accetto subito.
"Quando vuoi, vi mostro la vostra stanza." Mi dice Lauren. Mi rendo conto che mi ha portato la valigia, che avevo completamente dimenticato, e l'orsacchiotto di Amy. Non merito di essere qui, tra queste persone così buone con me e mia figlia. La seguo al piano superiore, fino a una stanza. "C'è il bagno in camera. E... per qualsiasi cosa, Ally è nella camera di fronte, io in quella dopo." Mi dice, prima di lasciarmi lì.
Chiudo la porta alle mie spalle, cercando di capire cosa cavolo sia successo nell'ultima ora.
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Who are you? - Camren
FanfictionCamila, 15 anni, all'improvviso scompare dalla circolazione, per riapparire circa dieci anni dopo, ed incontrare le sue vecchie nemiche/amiche: Lauren, Dinah e Normani.