Capitolo 12

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Mi squilla il cellulare. Shawn mi sta chiamando. Gli rispondo con un filo di voce, la gola irritata.

"Mila, dove sei? Sono venuto a prenderti."

"Cazzo." Mi esce dalle labbra. Guardo l'orario sul cellulare, mi rendo conto che è tardi. Ho davvero trascorso tutto il giorno sulla spiaggia? "Mi verresti a prendere? Ti invio la posizione."

Naturalmente lui acconsente. Dieci minuti dopo, sono in macchina con lui. Questo ragazzo è troppo buono, dimostra sempre di più di tenerci davvero tanto a me.

"Hai litigato con la tua ragazza?" Mi chiede all'improvviso. Arrossisco, mentre inizio a negare velocemente.

"Shawn io no... non... non ho la ragazza." Lui ridacchia.

"Non hai mai marinato la scuola, è successo qualcosa con lei?"

"Si, mi fotte il cervello! Lei e i suoi dannati occhi verdi." Sbatto la testa contro il vetro del finestrino, esasperata. Quando lei mi guarda in quel modo dolce, io non capisco più nulla. "E il suo profumo, è una droga..."

"Anche quelli castani non sono da meno..." Insinua lui, sta ripensando ancora alla frase precedente. Mi sembra di sentire una nota di tristezza nella sua voce, prima che cambi discorso. Arrivati al locale, ci accoglie un Pablo incazzato nero.

"Vieni nel mio ufficio, Cabello." Stringo tra le mani il vassoio, prima di poggiarlo sul bancone. 

"Cosa vuole?" Mi chiede sottovoce il mio amico e collega.

"Credimi, è meglio che tu non lo sappia." Sussurro anche io. Mi avvio verso l'ufficio, nervosa ed angosciata. Entro, bussando. Lascio la porta socchiusa, una specie di rassicurazione nei miei confronti. Lui è in piedi, mi raggiunge e sbatte la porta facendomi sussultare.

"Hai pensato alla mia proposta, gattina?" Mi chiude lo spazio.

"Non mi chiami così." Sibilo, prima di potermi controllare. "E mi sembra di aver già rifiutato quella squallida proposta." Continuo, decisa. Mi giro per uscire, ma la sua mano spinge nuovamente la porta a chiudersi.

"Credevo avessi bisogno di soldi... Ho ricevuto una bella offerta per te..." Mi accarezza la guancia, provocandomi repulsione. "Ci guadagneremmo tutti... Credimi, è un'offerta davvero cospicua, addirittura raddoppiata se non hai... avuto altre esperienze..." Cerca di convincermi. La sua voce è disgustosa, quello che dice ancora di più.

"Non sono in vendita." Ci metto tutta la mia forza e la mia rabbia a spingerlo lontano da me, riuscendoci. Mi catapulto fuori da quell'ufficio, ricominciando a respirare quando capisco di essere fuori pericolo. Devo sembrare sconvolta, vedo lo sguardo preoccupato di Olivia e Shawn soffermarsi su di me. E ne sento un altro. Mi volto e so già quale paio di occhi incrocerò.

Lui è qui. Lo sconosciuto. Mi guarda, e sembra preoccupato anche lui. Nella mia mente, si scontrano tante ipotesi, ma sono interrotte sul nascere dall'arrivo del mio capo alle mie spalle.

"Sei a tanto così dal perdere il lavoro. Vedi di valerne la pena." Sibila a bassa voce, allontanandosi. Lurido bastardo.

Lo sconosciuto gli lancia uno sguardo carico di odio, mentre Pablo si allontana da me. Cerco di ritrovare un po' di calma, o almeno l'apparenza. Ma le mani mi tremano, mentre sorreggo il vassoio, i bicchieri barcollano un po'.

Vado dallo sconosciuto, che mi ha chiamata con un cenno della mano.

"Il solito." Mi chiede. Quando sto per andare via, parla nuovamente. "Ti ha messo le mani addosso?" La sua voce è bassa, arrabbiata. Capisco che parla del mio capo.

"No." Mi limito a rispondere. Di certo avrebbe voluto, ma questo non glielo dirò.

"Ma?..." Lui insiste, ora con uno sguardo un po' più dolce. I suoi occhi sono grandi, belli. Sembrano ammaliarmi.

Who are you? - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora