Capitolo 9

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Mi scrollo di dosso la sensazione delle braccia di Lauren sulla mia vita, e del calore del suo corpo mentre mi sosteneva. Non mi capisco. Due settimane fa sarei morta contenta per un contatto simile, ora invece, lo adoro ma... insieme provo anche tanta rabbia. Raggiungo l'auto di Shawn, che mi aveva avvisata da poco di essere arrivato davanti scuola. La situazione tra noi è ancora strana.

Prova a baciarmi, mi scosto ancora una volta all'ultimo, sentendo le sue labbra scontrarsi con la mia guancia. È deluso.

"Non davanti scuola... Scusa."

Non vorrei baciarlo nemmeno davanti ad altri luoghi, ma lui annuisce e parte in direzione del pub. Non so come comportarmi con lui, vorrei solo che tornasse ad essere il mio amico, ma sento che lui vuole di più. Ci fermiamo davanti al pub, manca una mezz'ora all'apertura. Mangiamo della frutta che ha portato da casa, ha un sapore buonissimo. Chiacchieriamo per qualche minuto, poi si fa più vicino. Non so cosa fare. Mio Dio.

Mi prende il viso baciandomi con foga. La sua lingua invade la mia bocca, riempiendola. Non so perché, ma ricambio, anche se non mi piace, non sento nulla. Dopo un po', finalmente, si stacca affannato dal bacio, è rosso in viso e ha un gran sorriso sul volto. Scendiamo, è ora di lavorare.

Trattandosi di un giorno infrasettimanale, la serata stenta a decollare. Ci sono pochi clienti, per lo più volti familiari. Pablo mi guarda in cagnesco, vedendo Shawn che mi ronza sempre intorno. Quel verme forse sperava di beccarmi nuovamente da sola, per farmi qualche altra delle sue proposte. Una strana sensazione di essere osservata mi colpisce, ma è diversa da quella che sento quando si tratta di Lauren. Mi volto, un cliente mi sta mangiando con gli occhi. Faccio finta di nulla.

La serata trascorre lenta, Shawn si è accorto di quel tizio, del resto ignorarlo è impossibile, e il mio 'amico' è sempre più innervosito. Anche io, ma non lo do a vedere. Il tizio non mi toglie gli occhi di dosso, per nessun motivo. Mangia, guardandomi. Beve, guardandomi. Mi fa salire l'ansia. Deve essere sui trent'anni, è alto e muscoloso, capelli lunghi neri. I suoi occhi, che non si sono mai mossi dal mio corpo, sono scuri e penetranti. Tutto sommato è un bell'uomo, sembra un uomo d'affari, nel suo abito da ufficio. Sembra affamato, ma non di cibo. Ho un brivido.

"Stasera ti riaccompagno io, quel tizio non mi piace per nulla." Mi sussurra il mio collega.

L'uomo va via all'orario di chiusura, lasciandomi una bella mancia. Salgo in auto con Shawn, ma a un certo punto mi accorgo che non mi sta portando a casa, ha preso un'altra strada.

"Dove vai?" Gli chiedo, ingenuamente.

"Voglio stare due minuti con te." Dice, parcheggiandosi vicino allo stadio, in un posticino appartato e poco illuminato. Mi guardo intorno con una leggera ansia.

"S-Shawn... I-io non" Ingoio la saliva, non sapendo come continuare.

"Non faremo nulla che non vuoi, solo due coccole." E mi bacia. Sento la sua lingua di nuovo nella mia bocca, mentre mi tira su di sé. Mi ritrovo a cavalcioni su di lui, cerco di non toccare nulla con il mio corpo. "Quel tizio al bar ti scopava con gli occhi." Mi dice, mordendomi il collo. Mi fa male, ma prende il mio piccolo gemito di dolore come un gemito di piacere, e lo rifa, iniziando a succhiare la pelle.

"Non lasciarmi segni." Lo prego. Non è il momento di farmi vedere con dei succhiotti sul collo, a scuola. La gente ancora non sa a cosa credere. Avrei dovuto chiedergli di smettere, ma il primo pensiero è stato quello. Lui mi sta a sentire, baciandomi di nuovo in modo rude. Mi morde le labbra, mi succhia la lingua. La dolcezza stasera l'ha lasciata a casa.

Le sue mani si spostano sul mio culo, non faccio in tempo a bloccarlo che lo stringe, e mi trascina a stretto contatto con il suo corpo... e con la sua erezione. Cerco di spostarmi, ma la sua presa è salda. Si spinge verso di me col bacino, attraverso il tessuto sottile posso sentirlo tutto. Mi si rivolta lo stomaco, mentre lui mi tiene ferma sul suo corpo, muovendosi. Spinge, sempre più forte, sempre più veloce. Si stacca dal bacio, ha il fiato corto.

Toglie una mano dal mio culo per portarla sulla sua erezione, geme incontrollato e fa per sbottonarsi i jeans.

"No, fermati." Finalmente riesco a parlare. "Basta, ti prego." La mia voce si rompe.

Lui sbarra gli occhi, capendo di essersi spinto troppo in là. La mano che era sul suo pacco, ora è tra i suoi capelli. Capisco che sta cercando di ritrovare la calma. È rosso in faccia, non solo per l'imbarazzo. Sento ancora la sua eccitazione contro la mia vagina, mi sembra di sentirlo pulsare. Mi allontano di scatto. Ho davvero voglia di vomitare.

"Scusami, Mila. Non-non so cosa mi sia preso. Sei troppo bella e quel tipo al pub stasera..."

"Portami a casa, Shawn." Lo prego, bloccando le sue scuse senza senso. Finalmente libera dalle sue grandi mani, torno sul sedile accanto. Cerco di respirare lentamente e calmarmi dall'agitazione. Lui riparte, imbarazzato. Il mio sguardo scivola sui suoi jeans, noto il suo rigonfiamento. Ok, credo che la nostra amicizia sia ufficialmente finita con questo. Non voglio andare a letto con lui. Non voglio andare a letto con un uomo, e stasera ne ho avuto la conferma. Se prima avevo dei dubbi, sono completamente spariti.

Siamo arrivati a casa mia, lui si parcheggia e mi fissa.

"Mila... è tutto ok tra di noi?" Mi chiede, stringendo forte le mani attorno al volante. Sospiro.

"Definisci il 'noi'." Dico piano. Non voglio perderlo. Prima di tutto questo casino, era un buon amico, l'unico che avessi. Lui non risponde, forse ha capito. Prendo coraggio e parlo. "Shawn, tutto questo è un casino. Ammetto di aver sbagliato, quel giorno che ti ho baciato, non so cosa mi sia preso. Ma..."

"Quello per te è stato uno sbaglio?" Mi chiede, cerca di trattenere la rabbia, ma la vedo lo stesso.

"Mi piacciono le donne!" Dico velocemente, prima di potermi pentire. Chiudo gli occhi, ho paura della sua reazione. E se gli viene in mente di alzarmi le mani addosso? È alto almeno trenta centimetri più di me, potrebbe farmi veramente male. E se invece gli venisse in mente di stuprarmi? Se ne sentono tante in questi giorni, e io me la sono scampata già una volta. Stavolta non mi potrebbe aiutare nessuno. Aspetto la sua reazione, tremando leggermente con gli occhi ancora chiusi.

Sento le sue mani accarezzarmi il viso, non mi ero accorta di star piangendo finché lui non mi asciuga le lacrime. Apro gli occhi e li incrocio con i suoi. Il suo sguardo è leggermente velato, ma mi sorride. Ha finalmente quella dolcezza che aveva perso nei miei confronti.

"Come ti capisco!" Risponde, guardandomi come si guarderebbe una sorella. Iniziamo a ridere come due scemi, io piango e rido insieme. Sono contenta, credevo di aver definitivamente perso il mio amico. Come ho potuto pensare che avrebbe potuto farmi male? Lui è il ragazzo più dolce che io conosca. "Allora... lei chi è?"

"L-lei chi?" Balbetto, spiazzata.

"La ragazza che ti piace." Dice lui, sicuro, fissandomi con sguardo indagatore. Sento le mie guance infiammarsi, mentre ripenso a Lauren e al contatto che abbiamo avuto oggi. "Non provare a negare, stai pensando a lei ora..."

"Ok, c'è una che mi piace, ma... non potrà mai esserci nulla."

"Perché? È etero?"

"Diamine, no! Ma ha una ragazza, che tra parentesi mi odia profondamente, e poi mi tratta da schifo... O almeno lo faceva, ultimamente boh... non capisco." Lui mi sorride, anche se posso vedere un velo di tristezza.

"Perché non me l'hai detto subito, Mila?" Mi chiede, poi, sempre con delicatezza. Cerca solo di capire.

"Io... io non volevo deluderti, Shawnie, ma... non... non ci sono riuscita." Sto nuovamente per piangere, lui cerca di negare.

"Mila, non devi costringerti a fare le cose per assecondare gli altri, devi fare solo quello che vuoi tu." Ha ragione, lo so. D'impulso, lo abbraccio. Dopo qualche secondo, mi allontana. Lo guardo confusa. Lui arrossisce.

"Ehm, credo di dover andare, ho un piccolo problemino nelle mutande per colpa tua... Non tanto piccolo in effetti." Aggiunge. Scoppio a ridere del suo imbarazzo, e del mio, prima di scendere dall'auto.

"Notte, Shawn."

"Notte, Mila." Dice prima di ripartire. Guardo la sua auto allontanarsi nella notte. Prendo un respiro profondo, l'aria fredda sembra più buona da respirare. O forse, è il fatto di avere qualche peso in meno sul cuore a farmi respirare meglio.

Who are you? - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora