"You And I." prima parte

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HARRY'S POV

Afferrai il mazzo di fiori che il fioraio mi stava porgendo, mentre il mio telefono continuava a vibrare nella mia tasca. Ringraziai e a fatica riuscii a recuperare il cellulare mentre cercavo di non far cadere a terra la busta piena di candele profumate.
"Pronto?" dissi senza nemmeno guardare chi era dall'altro capo del telefono.
"Harry" riuscii a riconoscere la sua voce, era il mio Louis "che ne dici di vederci sta sera per festeggiare San Valentino?" chiese con voce fintamente imbarazzata.
"Ehm veramente io ti starei preparando una sorpresa per sta sera" presi fiato "vieni da me verso le sei e fingi di non sapere nulla"
Una sonora risata mi stordì, facendomi sorridere.
"Va bene Hazza, a dopo"
"A dopo" dissi mentre stavo per chiudere la chiamata.
"HARRY!" sentii di colpo.
"Louis che c'è?" dissi spaventato riportando il cellulare all'orecchio.
"Ti amo" disse con tono più basso. Sentii il mio cuore sciogliersi. Trattenni il respiro, queste sue confessioni mi facevano sempre perdere un battito.
"Anche io Lou" risposi con un sorriso. Ci salutammo e riattaccai.
Salii in macchina ancora più intenzionato a rendere quel sabato sera memorabile. Avevo comprato tutto il necessario. Candele profumate, cioccolata calda, la panna e i fiori. Non volevo essere troppo sdolcinato, ma non riuscii a trattenermi. Amavo fare le cose in grande stile.
Arrivai a casa e trovai Ilaria seduta sul divano intenta a leggere.
"Ehi" dissi facendomi notare. Lei alzò il viso dal libro e puntò i suoi occhioni verdi su di me.
"Ciao Harry, dove sei stato?" chiese alzandosi e iniziando a curiosare nelle buste che avevo poggiato sul tavolino. "Uhuh quindi sta sera sarà una serata romantica" disse scoppiando a ridere.
"Taci." ringhiai in modo fintamente seccato "Piuttosto, tu che farai?"
"Dormo da Clary tranquillo, tra mezz'ora viene a prendermi, così tu hai tutto il tempo per .. beh fare quello che devi fare" disse salendo le scale. La seguii con lo sguardo, studiando ogni suo movimento. Erano passate tre settimane ormai da quando lei e Zayn avevano litigato. Non mi aveva mai raccontato tutta la verità, mi aveva semplicemente detto che erano troppo diversi e che era stupido continuare a fingere. Non le ho mai creduto. Lei era una ragazza sensibile, ma se voleva una cosa avrebbe lottato contro tutto pur di ottenerla. Eppure Zayn lo aveva lasciato andare, nonostante fosse l'unico ragazzo che avesse mai amato. Continuava ad indossare un sorriso forzato da quando quei due avevano iniziato a prendere strade diverse. Lei credeva di riuscire a confondere tutti con quel sorriso e quelle frasi fatte del tipo 'sto bene' o 'è solo un periodo' o 'in fondo non era importante'. Ma io me ne accorgevo. Mi ero reso conto che non stava bene, che non sarebbe stato solo un periodo e che, soprattutto, per lei era importante. Perché lei lo amava. Non le avevo mai chiesto una reale spiegazione riguardo a ciò che si erano detti quel famoso sabato nel nostro vialetto. Sapevo che se avesse avuto la forza me ne avrebbe parlato. Per questo avevo deciso di controllarla di nascosto. Controllarla non troppo da farla sentire soffocare a causa delle mie attenzioni, ma controllarla abbastanza da poter essere presente semmai un giorno fosse crollata. Avrebbe voluto passare il San Valentino con Zayn, ma lui era troppo cieco, evidentemente, per accorgersi di una meraviglia simile.
Un rumore mi fece risvegliare e tornai a pensare a Louis e alla sorpresa che volevo progettare. Prima una cenetta a lume di candela, poi un bel film strappalacrime e infine qualche coccola. Anche se avrei preferito passare direttamente alle coccole e saltare la cena e il film. Era da qualche mese ormai che facevamo coppia e sentivo l'esigenza di andare oltre alle solite carezze e volevo che ciò avvenisse questa sera. Volevo diventare suo, suo in tutti i sensi e modi possibili, volevo essere suo sul serio.
Appena mi ripresi dai miei pensieri, mi misi a preparare la mia sorpresa. Recuperai il telefono e ordinai del pollo nel ristorante più buono e più costoso della città, che per mia fortuna faceva anche cossegne a domicilio. Il pollo era il piatto preferito di Louis e se fossi stato un bravo cuoco lo avrei preparato io stesso, ma volevo evitare di rovinare tutto. Una volta ordinata la cena mi diressi in salotto e decorai il tavolo con candele profumate che intorno alle sei avrei acceso. Corsi in camera mia con le rose rosse in mano e iniziai a staccare alcuni petali e a sistemarli per tutta la stanza. Prima sul pavimento, poi sulla scrivania, sul davanzale e infine sul letto. Riempii i cuscini e le coperte con i petali rossi, così soffici e delicati. Appena finii, mi bloccai. Forse tutto questo era un po' troppo esagerato e i dubbi mi riempirono la testa. Iniziai a credere che con tutto quel romanticismo forse avrei messo troppo in imbarazzo Louis. Che probabilmente lo avrei fatto sentire a disagio. Sì, sicuramente lo avrei messo in imbarazzo e magari sarebbe corso via. Dovevo togliere tutto. Mi stavo comportando come una ragazzina.
"Oddio Harry" sentii ad un tratto dietro di me. Mi voltai e trovai Ilaria sulla porta della mia camera con la bocca spalancata "Louis rimarrà sicuramente stupito" continuò entrando nella stanza e prendendo un petalo dallo scaffale e portandolo al naso. Sapevo quanto amasse l'odore delle rose.
"Dici? Non sto esagerando?" chiesi arrossendo "se lo facessi spaventare e scappare?" continuai con un nodo in gola.
"Harry" sussurrò lei prendendomi per una spalla e guardandomi negli occhi "è tutto perfetto" continuò tornando ad accarezzare il petalo "e poi nessuno potrebbe mai scappare da te, tanto meno Louis!" a quelle parole sentii meno peso sullo stomaco "vedrai, andrà tutto in modo perfetto" sorrise.
Ero fortunato ad avere lei. Lei era l'unica che riusciva sempre a trasmettermi forza e coraggio, era l'unica che dimostrava davvero quanto credesse in me. Per questo le dovevo tanto. Volevo vederla felice.
Mi avvicinai a lei e le porsi una delle tre rose che avevo ancora tra le mani. Come se con quella rosa potesse capire quanto le volessi bene.
"So che vorresti fosse qualcun altro a regalartela però.." sospirai e presi fiato "ti voglio bene, ricordatelo sempre" continuai dopo qualche secondo mettendole il fiore tra le mani.
I suoi occhi divennero più cupi e io mi sentii in colpa, sapendo di aver riportato nella sua mente ricordi dolorosi.
"Grazie" disse lei portando il fiore accanto al naso e assaporando il suo profumo "ti voglio bene anche io, capellone" continuò scompigliando i miei capelli con una mano.
"Ilaria ferma! Sta arrivando Louis. Devo essere perfetto. Non toccarmi i capelli" urlai allontanandola con uno strattone mentre la sua risata riempiva la stanza. Mi trascinai davanti allo specchio, per fortuna ne avevo uno sopra la mia scrivania, e mi sistemai i ricci sotto lo sguardo divertito di mia sorella. Proprio in quel momento il campanello suonò e il mio stomaco iniziò a far male. Era Louis? Non avevo ancora preparato tutto. Non doveva essere lui. Ero terrorizzato all'idea che qualcosa sarebbe potuto andare storto. Dovevo calmarmi. Feci un respiro profondo mentre guardavo mia sorella dirigersi verso le scale. Dopo qualche minuto sentii una voce decisamente acuta urlare un 'ciao' e capii che si trattava di Clary. Sospirai di solievo. Scesi le scale e raggiunsi le ragazze, intente a parlottare di cosa avrebbero fatto la sera mentre Ilaria recuperava le sue cose sparse per la casa. Stavano continuando a parlare di serie tv, attori, cantanti e altre cose troppo femminili. Speravo solo facessero in fretta, così io avrei potuto continuare la mia sorpresa.
"A domani Harry" urlò ad un tratto mia sorella dal corridoio mentre finivo di sistemare il salotto "buona fortuna" continuò.
"A domani" dissi con un sorriso salutando entrambe.
Una volta uscite corsi in camera per prepararmi. Misi una camicia bianca, con i primi bottoni sbottonati, un jeans attillato nero e il mio solito paio di stivali marroni. Erano il mio portafortuna. Rimasi davanti allo specchio per secoli, intento a cercare di sembrare perfetto, o almeno di sembrare accettabile.
Alle sei esatte sentii il campanello suonare. Il mio cuore iniziò a battere in modo troppo irregolare e un senso di ansia mi invase. Raggiunsi la porta e lentamente aprii la maniglia. Ero troppo in ansia e stavo iniziando a sentire caldo. Aprii la porta e il mio amato blu mi stordì i sensi.
"Buonasera" disse Louis con un sorriso ammiccante sul viso. Era splendido. Indossava una camicia nera, avente i primi due bottoni aperti che mostravano leggermente il suo torace, un paio di pantaloni beige, che mettevano in mostra la sua magrezza, e le sue solite vans nere. Tornai ad ammirare il blu dei suoi occhi, più chiaro del solito, con un bagliore luccicante. I suoi capelli erano pettinati in modo sbarazzino, come li adoravo io. Mi spostai ad ammirare le sue labbra sottili, quando vidi Louis bagnarle ansiosamente con la lingua. Erano contornarte da un leggero strato di barba e ad un tratto le allargò in un magnifico sorriso, mandandomi in estasi. Avevo voglia di baciarlo.
"Harry?" disse ad un tratto Louis facendomi tornare alla realtà "tutto bene?" continuò.
Non resistetti più. Era troppo quella visione per me. Senza dire nulla gli afferrai la mano e gliela strinsi forte, mentre con l'altra accarezzavo la sua guancia. Mi avvicinai a lui, i nostri corpi erano fin troppo attaccati e io riuscivo a sentire il battito del suo cuore farsi più veloce. Stava per parlare, probabilmente voleva chiedermi cosa diavolo mi stesse succedendo, ma non gli lasciai il tempo di farlo. Mi avvicinai di più e lo baciai. Lo baciai prima dolcemente e poi con più passione. Volevo fargli capire che effetto mi facesse, volevo fargli capire che a causa sua il mio cervello non connetteva più. Lo amavo. Lo amavo da morire e volevo che con quel bacio lui lo capisse. Dopo alcuni minuti mi staccai, vedendo nel viso di Louis un espressione felice, forse beata, ma interrogativa.
"Buonasera" dissi sorridendogli e ammirando le sue labbra ancora rosse. Louis scoppiò a ridere mentre entrava in casa mia.
"Mi sei mancato Harry" sussurrò a se stesso dirigendosi a passo svelto in cucina. Sicuramente non voleva che lo sentissi. Sorrisi a quella sua confessione, facevano stare bene certe frasi. Lo seguii in cucina sedendomi al bancone davanti a lui. Non aveva ancora avuto modo di vedere che sorpresa gli avessi preparato e questo mi agitava.
"Questo è per te" disse ad un tratto spostandosi leggermente sullo sgabello e tirando fuori un piccolo pacchetto dalla tasca. "Avrei dovuto dartelo durante il dessert" sospirò "ma non so se ci sarà il dessert sta sera" continuò scoppiando a ridere "quindi tieni" concluse alzandosi e offrendomi il pacchettino. Mi alzai anche io e restai davanti a lui, ammirando i suoi lineamenti. Era ogni giorno più perfetto.
"Louis, non dovevi" dissi afferrando il pacchetto che mi stava porgendo, soffermandomi ad accarezzare le sue dita per qualche secondo.
"Shh" disse lui alzando la testa verso di me e incitandomi ad aprire il suo regalo.
Afferrai il pacchetto, slegai il fiocco azzurro e aprii la scatolina. Rimasi senza parole. Un bellissimo ciondolo d'argento a forma di aereoplanino di carta, stava luccicando nella scatola. Lo afferrai, ammirai meglio il ciondolo e notai un 'ti amo' inciso nell'argento. Sentii i miei occhi luccicare a quella scoperta. Nessuno aveva mai dimostrato tanto per me.
"Non sapevo cosa scriverci" intervenne Louis colorandosi di rosso "ho deciso di aprire il mio cuore e .. beh non sono bravo con le parol-" non lo lasciai finire. Mi fiondai sulle sue labbra, stringendo con una mano il ciondolo e con l'altra i suoi morbidi capelli. Lo sentii ansimare sotto quella stretta.
"È perfetto" dissi una volta che mi staccai, continuando a tenere la mia fronte sulla sua. Era tutto perfetto: lui, il ciondolo, la mia vita. Era meraviglioso il modo in cui lui era riuscito a cambiare tutta la mia esistenza in così poco tempo e con così pochi gesti.
"Vieni" dissi prendendolo per mano e portandolo in salotto. Gli coprii gli occhi con una mano, mentre lo conducevo in salotto. Una volta arrivati, spostai velocemente le dita dai suoi occhi e sentii Louis stringere di più la mia mano. La stanza era completamente buia, solo le candele profumate accennavano un'idea di luce e il loro profumo riempiva la stanza. Accesi la radio, facendo partire una delle nostre canzoni preferite. La mano di Louis continuava a stritolare la mia e giurai di aver visto quel meraviglioso blu luccicare. Mi sentii fiero di me stesso. Lo guidai sul divano, circondati solamente da quella luce tenue, quel profumo dolciastro e quella melodia leggera. Lui si muoveva in modo goffo e spaesato a causa del buio, era davvero adorabile. Lo spinsi sul divano e vidi la sua ombra accasciarsi su di esso accompagnato da un tonfo. Lo seguii velocemente sedendomi a cavalcioni su di lui. Senza perdere tempo, misi le mie mani tra i suoi capelli mentre le mie labbra baciavano in modo disperato quelle del ragazzo sotto di me.
"H-Harry" gemette lui mentre io continuavo ad accarezzare con una mano il suo petto attraverso la camicia.
"Shh" feci scendendo a mordicchiare il suo collo facendolo quasi urlare per lo spavento. I muscoli di Louis erano tesi, era quasi paralizzato da quei miei gesti. Continuai a mordicchiare quel lembo di pelle mentre sentivo il suo respiro farsi più pesante. Dopo qualche minuto mi staccai da lui e sorrisi vedendo quel bollo viola che gli avevo procurato. Eppure non ero del tutto soddisfatto, volevo di più. Fu in quel momento che Louis prese l'iniziativa. Proprio come se mi avesse capito, come se stessimo provando la stessa sensazione, come se fossimo un'unica persona. Portò la sua mano destra sui bottoni della mia camicia e l'altra sulla mia coscia, stringendola e provocandomi una scarica di brividi per tutta la schiena. Iniziò a baciare il mio petto che lentamente e con movimenti dolci stava scoprendo, slacciando i bottoni della mia camicia. I suoi capelli mi solleticavano la pelle mentre le sue labbra baciavano dolcemente ogni centimetro del mio petto. Inarcai la schiena e un verso roco uscii dalle mie labbra quando Louis iniziò a mordicchiare il mio pettorale.
Le sue mani stavano lasciando segni visibili sulla mia schiena, mentre le sue labbra continuavano quel loro piacevole lavoro. I miei muscoli erano completamente fuori uso. Il mio cuore batteva troppo forte e il mio respiro usciva mozzato e sonoro dalla mia bocca.
Ad un tratto sentii qualcuno bussare alla porta e improvvisamente mi ricordai di aver ordinato la cena.
"Louis" dissi prendendo fiato e cercando di ricompormi. Non volevo fermarlo, ma dovevo. Lui fece finta di niente e continuò a produrre segni violacei sul mio torace.
"Louis" lo richiamai spingendo leggermente la sua testa lontana dal mio petto. Lui mugolò e si staccò lentamente da me. Le sue labbra erano rosse e i suoi occhi luccicavano.
"È arrivata la nostra cena" dissi abbottonando velocemente la camicia e cercando di mettermi in piedi, ma lui non me lo permise. Mi strinse di più la coscia, facendomi quasi cadere su di lui. Appoggiò la sua fronte alla mia, continuando a fissare il verde dei miei occhi. I nostri respiri affannati si intervallavano nel silenzio della stanza.
"Buon San Valentino Haz" disse sorridendo.
"Buon San Valentino Lou" risposi dandogli un veloce e leggero bacio sulle labbra.
Qualcuno bussò nuovamente alla porta e io fui costretto ad alzarmi per andare ad aprire. Era la nostra cena. Dopo aver pagato, mi diressi verso la cucina con il pacco tra le mani. Louis stava mettendo i piatti sul bancone, aveva la camicia aperta e un'aria davvero sexy.
"Cosa hai ordinato?" disse curioso sedendosi su uno sgabello.
Io con calma lo imitai, sedendomi accanto a lui e, aprendo velocemente il pacco, urlai "Pollo".
Vidi quel blu diventare più intenso a quelle mie parole e vidi le sue labbra aprirsi in un magnifico sorriso.

Spensi la televisione con un gesto veloce del telecomando. Il film strappalacrime era finito e io, come al solito, avevo gli occhi lucidi. Louis si era addormentato verso la metà del film. Era rannicchiato sul divano e la sua testa era sulle mie ginocchia. Aveva un'espressione beata. Le sue labbra erano socchiuse in un leggero sorriso, dal quale uscivano piccoli sbuffi. Nonostante dormisse, la sua mano destra continuava ad essere stretta nella mia. Sembrava un bimbo. Iniziai ad accarezzare i suoi capelli e il suo profumo di shampoo al lampone mi invase i sensi. Le mie dita continuavano a passare tra quei cuffi morbidi fino a quando Louis disse "Harry?" aprendo gli occhi. Mi sorrise e strinse di più la mia mano.
"Oh no! Mi sono addormentato a metà film" disse alzandosi e sedendosi accanto a me, mentre le nostre mani continuavano ad essere intrecciate. "Scusami" concluse.
Scoppiai a ridere. "Non devi scusarti, sei bellissimo quando dormi" dissi avvicinandomi a lui. Lo vidi avampare a quella mia affermazione. Gli misi un braccio sulle spalle, invitandolo ad appoggiare la sua testa sul mio petto. Invito che accolse con un sorriso. Lui iniziò ad accarezzare in modo molto lento ogni centimetro della mia pelle sotto la mia camicia, riempiendo la mia schiena di brividi. Mentre io gli accarezzavo quei ciuffi. Chiusi gli occhi per assaporare meglio il contatto con quel ragazzo. Ad un tratto lo vidi alzarsi dal mio petto e guardarmi con aria vogliosa, ma allo stesso tempo spaventata. Cosa gli stava succedendo?
"H-Harry" disse piano.
"Si?"
"Io .. ecco io .." continuò spostando i suoi occhi sul pavimento.
"Cosa c'è Louis?" dissi massaggiandogli un ginocchio.
"Andiamo in camera da letto?" sussurrò lui tutto d'un fiato. A quelle parole spalancai gli occhi. Stavamo provando le stesse sensazioni e questa era una cosa bellissima. Mi tirai in piedi e, offrendogli la mano, lo invitai ad alzarsi. Lui afferrò la mia mano e mi seguii su per le scale. Una volta arrivati in camera, Louis si bloccò vedendo i petali rossi sparsi per la stanza.
"È meraviglioso" disse lui portando le sue braccia attorno alla mia schiena e stringendomi forte.
"Come te" dissi senza pensarci dandogli un bacio sulla nuca. Lui mi guardò e mi accompagnò sul letto. Mi fece sdraiare tra i petali e il loro profumo mi solleticò le narici.
"Voglio essere tuo" disse ad un tratto sdraiandosi sopra di me e iniziando a baciare le mie labbra. A quelle parole non resistetti più. Anche io volevo essere suo. Portai una mia mano sulla sua schiena per tenerlo il più possibile vicino a me, mentre con l'altra sbottonavo velocemente la sua camicia. Louis continuava a baciarmi mentre con le sue mani cercava di slacciare la mia cintura. Velocemente gli sfilai la camicia e lui mi sfilò i jeans. Mi fermai ad ammirarlo meglio, il suo petto era chiaro come il latte. Sembrava un Dio greco. Invertii le posizioni portando Louis sotto di me e come se fossimo sincronizzati, ci scambiammo i ruoli. Lui sbottonò la mia camicia e io i suoi jeans, senza mai allontanare le nostre labbra. Eravamo entrambi in boxer. I nostri respiri erano affannosi. Iniziai a mordere ogni centimetro del petto di Lou mentre lui si contorceva sotto il mio tocco. Continuava a ripetere il mio nome a piccoli sbuffi, mentre con una mano accarezzava le mie cosce e il mio sedere. Arrivai al bordo dei suoi boxer e cercai i suoi occhi, come per avere una conferma. E lui con un gesto rapido della nuca me la diede. Stavo per sfilargli i boxer quando il suo cellulare iniziò a squillare. Feci finta di niente e portai le mie mani sull'indumento, tirandolo verso il basso, mentre Louis ansimava.
"Harry fermati" disse spingendomi via. "È la babysitter di Daisy." disse cercando di scusarsi con lo sguardo. Un senso di delusione mi riempii la schiena, ma capii che Daisy aveva bisogno di lui. Mi spostai da sopra di lui e lo lasciai raggiungere il telefono.
"Pronto?" disse mettendosi seduto davanti a me, continuando ad accarezzare un mio braccio.
"Cosa?" urlò scattando in piedi e raggiungendo i pantaloni accanto al letto "arrivo subito" concluse riattacando.
"Che succede?" dissi alzandomi e guardandolo a mal in cuore rivestirsi.
"Daisy ha la febbre alta. Devo andare da lei" rispose guardandomi negli occhi "scusami" continuò portando il suo sguardo sul pavimento. Voleva lasciarmi solo per il resto della serata? Non sarei riuscito a sopportarlo. Però dovevo capirlo. Sua sorella aveva bisogno di lui e io non dovevo mettermi in mezzo.
"Vieni con me?" intervenne ad un tratto porgendomi la mia camicia. Mi sentii sollevato. Gli annuii, velocemente mi vestii e uscimmo di casa.

ANGOLO AUTRICE

Buongiorno ragazze come state? Io sto meglio, per fortuna. Come avrete potuto notare ho deciso di continuare la storia, perché non avrebbe avuto senso non farlo. Scusate per il ritardo, spero che sia valsa la pena aspettare così tanto.
Il prossimo capitolo della storia sarà sempre sulla serata di San Valentino, ma con un pov di Louis. Perché dopotutto, la serata per loro due non è ancora finita. Beh grazie per essere aumentate così tanto. Mi rendete davvero felice. Buon weekend bellissime

Grow Old With Me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora