Harry: "Don't Let Me Go."

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Appena arrivai a scuola mi diressi verso l'aula di matematica, sicuro di trovare il mio Louis lì ad aspettarmi. Lo vidi appoggiato al muro, mentre i capelli gli coprivano il volto. Il suo sguardo era basso, rivolto ad un libro aperto all'altezza del suo torace. "Ehi" dissi appena fui davanti a lui. Lui alzò il capo e mi fissò con le sue meravigliose iridi per poi sorridermi. "Buongiorno" disse mentre metteva il libro nel suo zaino. Mi avvicinai a lui in cerca delle sue labbra, ma lui mi spinse via con una leggera pacca sul mio stomaco. "Non qui" disse guardandosi attorno. "Louis è da sabato che non ti vedo, mi manchi e mi mancano le tue labbra." Un sorriso mozzafiato gli illuminò il viso. "Vale anche per me, ma ricordati cosa ci siamo detti alla festa, ti prego, è troppo presto" Sbuffai e mi accasciai al muro accanto al mio ragazzo. Ad un tratto un gruppetto di ragazze passò davanti a noi e vidi una di loro fare l'occhiolino al mio Lou. Chi si credeva di essere? Louis era mio. Avrei voluto dirglielo. Avrei voluto urlare al mondo che Louis era proprietà di Harry e che Harry era proprietà di Louis. Spostai la mia attenzione da quella ragazza dai capelli rossi fuoco al ragazzo accanto a me. Lui le stava rivolgendo un sorrisino finto, ma visibilmente orgoglioso. I suoi occhi scintillavano per quell'attenzione ricevuta. Mi sentii male, come se un pugno mi avesse trafitto lo stomaco. Recuperai il mio zaino e mi allontai da quel posto invaso da finzione. Mi diressi verso l'aula di inglese e mi sedetti tra gli ultimi banchi, cercando di non pensare troppo. Ad un tratto Louis fece la sua comparsa nella classe e si sedette accanto a me. La classe era completamente vuota, c'eravamo solo noi due e un silenzio fastidioso.
"Non dovresti avere lezione di matematica?" dissi seccato guardando davanti a me e ignorando il blu dei suoi occhi. "Perché sei scappato via?" disse lui guardandomi e mettendo una mano sulla mia coscia. Io istintivamente spostai la sua mano dalla mia gamba e la misi sul banco. "Che cosa ti prende?" reagì lui al mio gesto. "Non ti capisco." dissi senza riflettere "Prima mi dici che provi qualcosa di profondo per me e poi ti vergogni o, peggio, hai paura di baciarmi in pubblico e preferisci ammiccare a delle sconosciute?!" quasi urlai tutto d'un fiato "Non so per quanto potrò sopportarlo." Vidi i suoi muscoli cedere, era spaventato.
"Ma cosa dici Harry? Sai che cosa provo per te. Sei la persona più importante della mia vita" fece un pausa e dopo un sospiro continuò "Mi sto innamorando di te" A quelle parole mi voltai verso di lui e le nostre iridi si incontrarono. Si stava innamorando di me. Era bellissimo sentirselo dire. Un sorriso mi invase il volto mentre il mio stomaco si capovolse, e iniziai ad accarezzare una sua guancia con il pollice. I suoi occhi stavano scintillando. Lui mi sorrise visibilmente imbarazzato e mi diede un dolce bacio sulle mie labbra. Ci staccammo e restammo immobili a fissarci negli occhi per qualche minuto, con le nostre fronti attaccate. Potevo sentire i nostri respiri farsi più affannosi e i nostri cuori battere in modo irregolare.

Ripensai alle sue parole e capii che mi trovavo nella stessa sua situazione. Mi stavo innamorando anche io di lui. Non avevo mai provato sentimenti simili per qualcun altro. Con lui tutto era diverso, tutto era speciale.
Tornai alla realtà quando vidi Louis staccarsi da me con gran fretta e alzarsi dalla sedia, appena sentì delle risate dal corridoio che si avvicinavano alla nostra aula. Segno che gli alunni stavano per entrare in classe. A quel gesto andai fuori di testa. Mi alzai anche io e, avvicinandomi a lui, urlai "Sei solo bravo a parlare. Inizia a dimostrare ciò che dici." Recuperai la cartella e uscii dall'aula, per poi attraversare il corridoio e uscire dalla scuola.
Non volevo vedere quelle iridi blu per un po'. Non volevo più sentire scuse stupide e ricevere rifiuti insensati per un po' di tempo. Volevo starmene solo, così decisi di tornare a casa e di saltare le lezioni e le prove. Inviai un messaggio a Liam e a mia sorella per avvertirli e mi incamminai verso casa.
Mi lasciai sprofondare tra le lenzuola del mio letto e mi misi a fissare il soffitto ripensando a quello che era successo. Forse avevo esagerato con Louis, eppure mi faceva arrabbiare il fatto di dover mantener tutto segreto. Se si stava davvero innamorando, perché aveva paura di dimostrarlo? Perché aveva così paura degli altri? Ignorai tutte le centinai di chiamate di Louis per tutto il giorno. Verso le cinque del pomeriggio sentii bussare alla porta. Mi alzai dalla mia comoda postazione sul divano e mi diressi verso la porta. Era Liam. "Harry" disse con tono cupo.
"Ehi Liam, che succede?" dissi facendolo accomodare. Lui si sedette sul divano e dopo aver sospirato a lungo iniziò a parlare "Louis ci ha detto tutto. Ci ha confessato che voi due avete una relazione." Mi pietrificai. Indietreggiai e finii con la schiena attaccata al muro. Aveva trovato il coraggio di dire ciò che provava alla band. Questo era un passo non da poco.
Liam mi sorrise prima di continuare "Ci ha raccontato com'è nato tutto, i vostri incontri, il vostro discorso alla festa e quello di stamattina." "Arriva al dunque" dissi capendo che Liam stava pensando a qualcosa di più profondo. "Mi ha detto di darti questo" disse allungando un braccio verso di me. Presi i fogli che aveva in mano e guardandoli capii che era un testo di una canzone. In alto a destra c'era scritto "Don't Let Me Go" con l'inchiostro nero.
"È un testo di una canzone, l'ha scritta prima, durante le prove. Non abbiamo nemmeno potuto provare" ridacchiò.
"Perché?" chiesi senza pensarci troppo. "Perché eravano solo io e Niall. Zayn non è venuto, ha detto che aveva da fare, credo fosse con tua sorella, tu eri qui e Louis era impegnato a scrivere quel testo" disse lui guardandosi le mani.

Zayn era con mia sorella? Perché non me lo aveva detto? Decisi di non andare oltre, ora dovevo concentrarmi sul mio Louis. Dopo avrei chiarito con Ilaria.
"Perché non è venuto lui a darmelo?"
"Perché doveva tornare da Daisy" Annuii ricordandomi l'accordo di Lou con la babysitter. "Forse ho esagerato" pensai ad alta voce. Liam a quelle parole si alzò dal divano e, mettendomi una mano sulla spalla, ammise "Lui tiene a te" poi mi fece un cenno con il braccio e uscì dalla porta d'ingresso. La casa era di nuovo avvolta nel silenzio.
Mi sedetti sul divano e lessi il testo della canzone:

"Now you were standing there right in front of me
I hold on scared and harder to breath
All of a sudden these lights are blinding me
I never noticed how bright they would be
I saw in the corner there is a photograph
No doubt in my mind it's a picture of you
It lies there alone on its bed of broken glass
This bed was never made for two
I'll keep my eyes wide open
I'll keep my arms wide open
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone
I promise one day I'd bring you back a star
I caught one and it burned a hole in my hand oh
Seems like these days I watch you from afar
Just trying to make you understand
I'll keep my eyes wide open yeah
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone.
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone.
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone.
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of sleeping alone."

Vidi la vista appannarsi a causa delle lacrime che stavano per bagnare il mio volto. Nessuno mai aveva fatto qualcosa di simile per me. Louis era speciale, non potevo più stargli lontano.
Al fondo dei vari fogli vidi scritto in stampatello:
"Sai che con le note musicali non sono il massimo. La musica la lascio scrivere a te. Mi manchi, il tuo Louis."
Una lampadina nel mio cervello si accese e corsi a prendere le chitarra, cercando le note adatte a quel testo. Dopo quasi tre ore di lavoro, finii l'accompagnamento musicale. Avevo allungato un po' i ritornelli, messo qualche pausa e creato una musica molto lenta e dolce.

Verso le nove di sera, dopo aver ricevuto un "Se non torni a casa questa notte, saprò perché" da Ilaria, con tanto di risatina di gusto; uscì di casa con la chitarra in spalla e mi diressi verso casa di Louis. Lo chiamai al cellulare. "Harry" disse con voce leggermente assonnata. "Vai alla finestra di camera tua" lo interruppi. "Come?" disse visibilmente spaesato. "Fai come ti ho detto per favore" Lo sentii sbuffare leggermente e attaccai la chiamata.

Appena una testa si affacciò alla finestra, un paio di occhi blu illumminarono la notte. Lo vidi sorridermi e rivolgermi un gesto con la mano. A quel punto mi sedetti sull'erba del prato di casa Tomlinson e, dopo aver abbracciato la chitarra, iniziai a suonare. Pizziccai le note cercando di essere il più fluido possibile e iniziai a cantare il testo della canzone che Louis mi aveva dedicato poco prima, cercando di mantenere la calma. Continuai a suonare e a cantare, mantenendo il contatto visivo su quella meraviglia alla finestra. Il suo volto era oscurato, a causa del buio notturno, ma mi sembrò di vedere i suoi occhi scintillare, inumiditi dalle lacrime.
Appena finii la canzone, lo vidi precipitarsi dentro casa e uscire dalla porta correndo verso di me. Ebbi appena il tempo di alzarmi da terra, quando mi ritrovai un paio di braccia attorno al collo e una figura rannicchiata sul mio torace. Mi era mancato. Ricambiai l'abbraccio e lo strinsi forte a me, facendomi inondare dal suo profumo.
"È bellissima" sussurrò lui sulla mia giacca.
"Tu sei bellissimo" dissi appoggiando la mia guancia sulla sua testa. A quelle parole lo sentii stringermi di più, facendomi perdere fiato.
"Scusa per oggi" dissi allontanandolo leggermente da me, di modo da far incontrare le nostre iridi. "Ho esagerato. Ho capito che hai bisogno di tempo, e io voglio aspettarti." conclusi.
Lui mi rivolse un sorriso, per poi fare scontrare le nostre labbra in un bacio dolce e lento. Appena ci staccammo, mi prese per mano e mi accompagnò dentro casa.

Grow Old With Me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora