Ilaria: "I Should Have Kissed You."

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"Ci vediamo alle tre" disse Zayn, mentre lo vidi correre dall'altra parte del corridoio. Aspettai di vedere la sua figura scomparire nell'atrio, per poi entrare in classe. Le ore di lezione passarono in fretta, e io non riuscii a concentrarmi più di tanto. Quegli occhi color cioccolato mi avrebbero fatta impazzire un giorno o l'altro.

Alle tre decisi di dirigermi verso l'aula di musica, sicura di trovare Marc e il professore. Volevo ritirarmi, infondo io non avevo mai voluto iscrivermi, ero stata costretta. Attraversai l'atrio deserto e, appena voltato l'angolo, sentii dei ragazzi gridare. Non riconobbi le voci e decisi di continuare per la mia strada. Arrivai al piano terra, e quelle voci si fecero più forti. Girai verso destra e vidi due figure davanti all'aula di inglese. La mia scuola non era un luogo molto luminoso, quindi faticai a riconoscere i due. Mi avvicinai ancora un po' e le due ombre si fecero più visibili. Una era alta e robusta, con i capelli lisci sul volto, l'altra era più bassa e magra, con i capelli raccolti in un ciuffo all'insù.
"Non intrometterti Malik!" sentii quando ormai ero a pochi passi da loro. Da quelle parole capii di chi si stava trattando. Erano Zayn e Marc. Che diavolo stavano facendo?
Non feci in tempo a muovermi verso di loro, che la figura più robusta iniziò a spintonare quella più esile, buttandola contro il muro. Zayn si accasciò alla parete, tenendosi lo stomaco con un braccio. Marc gli aveva sicuramente fatto male.
A quella vista lasciai andare i libri e la borsa che avevo in mano e corsi dal ragazzo seduto a terra.
"Oddio Zayn" dissi portandomi una mano alla bocca appena lo vidi meglio in faccia. Aveva una guancia di colore violaceo e un taglio sul labbro. Il suo viso era bianco come un lenzuolo e i suoi occhi chiedevano aiuto. Continuava a tenersi lo stomaco con una mano. Appena si accorse di me, mi rivolse un sorriso e mi accarezzò leggermente i capelli. Ricambiai il sorriso mentre sfioravo con le dita la sua guancia dolorante.
"Che cosa stai facendo? Sei impazzito?" iniziai a urlare appena Marc tirò in piedi il ragazzo davanti a me, prendendolo di peso per le spalle.
"Pretende di sapere cosa devo e non devo fare" ringhiò Marc continuando a guardare il povero Zayn con aria troppo minacciosa.
"Lascialo" urlai cercando di allontanare Marc dal ragazzo dagli occhi color cioccolato, usando tutta la mia forza.
Marc si allontanò da lui, non grazie alla mia forza, ma semplicemente perché aveva deciso così. Era troppo forte per me. Zayn, ormai non più sostenuto, si lasciò cadere di nuovo per terra.
"Ma cos'hai in quella testa?! Guarda come l'hai ridotto!" urlai contro Marc, il quale stava ridendo di gusto alla vista del ragazzo a terra. Guardai meglio quel ragazzo e vidi che anche lui aveva la faccia leggermente gonfia e un occhio più rosso del normale.
Si erano picchiati e io non lo avevo saputo in tempo, avrei dovuto essere lì e riuscire a fermarli prima.
"Styles non mancare alle prove." concluse Smith allontanandosi da me. Appena quel ragazzo scomparve nel buio del corridoio, mi voltai e trovai delle iridi marroni guardarmi con aria distrutta. Mi accasciai accanto a Zayn e lo strinsi forte al mio petto, mentre sentii le sue abbraccia avvolgermi la vita. La sua testa era appoggiata all'incavo del mio collo e riuscivo a sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle. Il resto del suo corpo era appoggiato al mio torace. Restammo abbracciati in quella posizione per interminabili minuti, fino a quando la sua testa si alzò da mio petto, facendo incontrare i nostri occhi.
"Perché non mi hai detto di sabato?" disse sfiorandosi leggermente il labbro ferito.
"Non volevo farti preoccupare" dissi dopo aver riflettuto a lungo su cosa era meglio rispondere. "Che cosa è successo qui?" continuai cercando di cambiare discorso. Presi una sua mano e la strinsi tra le mie. Lui iniziò a guardare prima le nostre mani ora unite, poi i miei capelli e infine i miei occhi. Facendo incontrare di nuovo le nostre iridi.
"Abbiamo solo parlato" disse lui appoggiando la testa al muro. Ma credeva fossi stupida? "Zayn vi ho visti fare altro"
Lui si staccò dal muro e spostò il suo sguardo da me, al pavimento davanti a noi.
"Abbiamo parlato di te. Gli ho detto che doveva smetterla di trattarti come se fossi un oggetto e gli ho tirato un pugno. Poi però lui si è difeso e beh .. eccomi qui" disse indicando con la mano le ferite sulla sua faccia.
"Non avresti dovuto" dissi con tono seccato. Ero davvero arrabbiata e sorpresa. Non avrebbe mai dovuto fare una cosa simile per me. Io non meritavo tanto. E in più nessuno avrebbe dovuto toccare Zayn. Era troppo prezioso, nessuno avrebbe dovuto fargli del male, soprattutto se la causa di tutto ero io.
"Si invece, ho fatto bene. Solo che non pensavo fosse così forte" disse ridacchiando.
A quelle parole, mi avvicinai a lui e gli lasciai un dolce bacio sulla guancia. Lui visibilmente sorpreso mi sorrise, mentre con la mano libera iniziò prima a giocare con i miei riccioli e poi a massaggiare la mia guancia. Mi sentii avampare. Probabilmente le mie guance ora erano viola. Il mio cuore iniziò a battere ancora più velocemente e sentii i miei muscoli cedere. Appoggiai la testa sulla sua spalla mentre le nostre mani continuavano ad essere unite. Il suo buonissimo profumo mi invase i sensi e la sua leggera barba mi solleticava la fronte. Persino il silenzio era piacevole in sua compagnia.
"Merda la prove." urlai dopo una decina di minuti, alzandomi di scatto da terra.
Sentii Zayn mugolare mentre cercava di alzarsi.
"Devo dire all'insegnante che non voglio partecipare al concorso." continuai facendo cenno a Zayn di non alzarsi.
"Aspettami qui, parlo con il professore e dopo ti aiuto a tornare a casa" dissi raccogliendo la mia roba da terra.
"No." sentii urlare. Mi voltai e vidi il bellissimo ragazzo, in piedi dietro di me. "Vengo con te." quasi mi ordinò. Decisi di non insistere e, dopo averlo preso sotto braccio, ci dirigemmo verso l'aula. "Era ora Styles." disse il professore appena entrai in classe con Zayn al mio fianco. Marc era seduto al piano, con un sorriso permaloso sul volto. "Vorrei ritirare la mia adesione al concorso" dissi tutto d'un fiato guardando l'uomo davanti a me. "Non puoi!" urlò Smith dal fondo dell'aula. "Silenzio" tuonò l'insegnante "perché vorresti ritirarti?" continuò con tono calmo. "Perché io e Marc abbiamo avuto troppi problemi e non riusciamo a suonare e a collaborare insieme"
Lui annuì leggermente e concluse "Ormai l'adesione è in mano al preside. Non penso si possa fare qualcosa. Dovete gareggiare. Ora siediti accanto a lui e provate River Flows In You" Marc scoppiò a ridere a quelle parole e io sentii i muscoli di Zayn irrigidirsi. Cercai di controbattere, ma il professore con un cenno mi fece tacere. Ormai non potevo che adeguarmi e suonare con quella specie di mostro.
Lasciai il braccio del ragazzo dagli occhi color cioccolato e mi diressi verso il piano, accomodandomi accanto a Marc. Aprii lo spartito e iniziammo a suonare sotto lo sguardo attento dell'insegnante. Le mie mani si muovevano verso sinistra, mentre quelle di Marc verso destra. Le nostra dita danzavano sui tasti dello strumento, mentre sentivo Zayn e il professore discutere dietro di noi. Iniziai a sentirmi in colpa, gli stavo rovinando la giornata. Era rimasto lì, con me ad ascoltarmi suonare e non era affatto una cosa divertente. Dopo un'oretta, la lezione finì e il professore uscì dalla stanza, lasciando noi tre da soli.
Io mi alzai in fretta dal piano e mi diressi verso il ragazzo che mi aspettava seduto su un banco. "Non saresti dovuto restare, ti sarai annoiato tutto il tempo" dissi cercando di scusarmi. "Non è vero, mi piace sentirti suonare" disse scendendo dal suo posto e offendomi il suo braccio. Io mi aggrappai a lui e ci dirigemmo verso la porta. "Hai proprio una bella faccia Malik" spuntò Marc prima che riuscissimo ad entrare nel corridoio. Vidi Zayn staccarsi da me e voltarsi con tanta fretta verso il ragazzo che lo aveva provocato. Quasi corse verso di lui e si ritrovarono faccia a faccia. Corsi verso di loro, non volevo continuassero a picchiarsi e a trattarsi in quel modo. "Vieni via Zayn, non dargli corda. E tu smetti di provocarlo" dissi tirando il ragazzo dagli occhi color cioccolato per un braccio. Lui si scostò dalla mia presa e, prendendo tutta la forza che aveva, alzò il braccio e tirò un pugno a Marc. Quest'ultimo spalancò la bocca e, portandosi una mano sul naso sanguinante, indietreggiò finendo contro il muro. "Ora anche la tua faccia è bella." concluse Zayn prima di prendermi per mano e trascinarmi via, incamminandoci verso casa.
Io rimasi sconvolta. Non avevo mai visto Zayn così, un po' mi spaventava. Rimasi in silenzio per tutto il tragitto, fino a quando lui mi chiese "Tutto bene?" Le mie guance divennero rosse, ero imbarazzata da quella domanda. In sua presenza tutto, per me, poteva andare non altro che bene. Eppure mi sentivo strana, spaventata dal nuovo comportamento di quel mio angelo. "Tutto benissimo" mentii. Zayn capì dal mio sguardo che stavo mentendo, così si fermò e strinse le mie mani nelle sue, continuando a fissare il mio viso con aria preoccupata. "Credo tu gli abbia rotto il naso" dissi tutto d'un fiato, senza pensarci troppo. La mia voce tremava. "Se l'è meritato. Vedrai che non si avvicinerà più a te." rispose sorridendomi. Ricambiai il suo sorriso e lui mi strinse a sè. Le sue braccia erano intorno alla mia vita e la sua testa era appoggiata all'incavo del mio collo. La mia testa era sul suo petto e riuscivo a sentire il suo cuore battere in modo irregolare. Ora mi sentivo protetta, al sicuro da tutto. Lui aveva agito in quel modo per me. Come poteva quella meraviglia avermi spaventata? Era la persona più buona del mondo. Mi staccai dal suo petto e vidi che la ferita sul suo labbro riprese a sanguinare. Probabilmente toccandola aveva tolto qualche altro strato di pelle. "Aspetta" dissi appena Zayn iniziò a toccarsi la ferita con il dito "potrebbe fare infezione se la tocchi con qualcosa si sporco" continuai prendendo un fazzoletto dalla tasca della giacca. Piegai il fazzoletto a forma di pallina e iniziai a tamponare leggermente il suo labbro inferiore. Era più scuro rispetto al suo normale rosso geranio e il gonfiore lo rendeva ancora più carnoso. Lo sguardo di Zayn era posato su di me e riuscivo a sentire il suo respiro caldo sulla mia mano. Devo ammettere che quel ragazzo aveva un suo certo fascino grazie a quei lividi. Smisi di tamponare la ferita quando lui portò una mano sul mio braccio facendolo abbassare.
"Ti va di venire a casa mia?" disse. Un brivido mi invase i sensi. "Si" sussurrai con un filo di voce. Continuammo a camminare, diretti verso la casa di quella meraviglia. Lui intanto continuava a tamponarsi il labbro con il mio fazzoletto. "Prego" fece Zayn una volta aperta la porta di casa, facendomi segno di entrare con un braccio. Entrai nella casa e mi ritrovai in un corridoio. "Il salotto è la prima porta a sinistra" sentii dire dietro di me, mentre appoggiavo la giacca su un appendi abiti. Mi diressi verso il salotto e mi ritrovai in una grande stanza, con un grande divano bianco al centro e un televisore alla parete. Appoggiate al muro di destra c'erano quattro o cinque chitarre, tutte di colore e forme diverse. La stanza era illuminata dalla grande porta finestra situata davanti al divano e le piante tutte intorno alla stanza davano una strana sensazione di ampiezza. Mi sedetti sul divano mentre aspettavo la comparsa di Zayn. Non avevo idea di dove fosse finito. Presi tempo e iniziai a studiare ogni angolo della casa. Sul tavolino di fronte a me c'era una cornice con una foto di un bambino dell'età di due o tre anni. Presi quella foto tra le mani e mi resi conto che quel bimbo intento a giocare con la sabbia, nel suo bel costumino rosso, era Zayn. Aveva lo stesso sguardo dolce e protettivo e lo stesso sorriso caldo e mozzafiato di adesso. "Ero un figo assurdo da piccolo eh" disse una voce dietro di me, facendomi sobbalzare. Mi voltai e vidi Zayn ridere mentre entrava nella stanza con un disinfettante e del cotone in mano. Rimisi la foto al suo posto mentre guardai il proprietario di casa appoggiare il tutto sul tavolino e sedersi accanto a me. Iniziò a tamponare in modo molto goffo il suo labbro con un cotone bagnato di disinfettante. Continuava a imprecare sotto voce ogni volta che toccava il punto dolorante. Era adorabile ed era impossibile continuare a guardarlo senza scoppiare a ridere. "Mi aiuti?" sussurrò imbarazzato con un filo di voce, mentre io ero intenta ad ammirare cosa stesse facendo. Gli annuii e presi un altro cotone disinfettato e iniziai a toccare nel modo più leggero possibile il suo labbro. Continuai a tamponare e a cambiare il cotone fino a quando non smise completamente di sanguinare. Dopo mi chiese di mettergli una sorta di crema anche sulla guancia oramai viola e io obbedii cercando di non fargli troppo male. Sentivo gli occhi di quel ragazzo puntati su di me durante tutta la 'medicazione'. Mi sentivo un po' in imbarazzo. "Grazie" ricevetti appena finito. "Ora sto meglio" mi sorrise. "Ne sono felice" dissi in risposta. Era vero, se lui stava bene, io stavo bene.
Restammo a fissarci negli occhi in completo silenzio per qualche secondo, fino a quando lui mi chiese "Secondo te il mio labbro riprenderebbe a sanguire se toccasse il tuo?" Un brivido mi invase i sensi e una fitta allo stomaco mi stordii. Stavo sognando, stavo sognando assolutamente. "Come?" chiesi, certa di aver capito male. "Beh .. tanto ho due bottigliette di disinfettante in bagno" disse torcendo le sue labbra in un meraviglioso sorriso. Sentii il cuore iniziare a battere come mai prima, ero certa sarebbe uscito dal petto da lì a poco. Lui si spostò sul divano, mettendosi più vicino a me. Prese con la mano destra la mia guancia e iniziò a massaggiarla con il pollice, mentre l'altra sua mano era leggera sulla mia coscia. Le farfalle nel mio stomaco si moltiplicarono. Vidi quel meraviglioso viso avvicinarsi sempre di più mentre un sorriso mozzafiato lo illuminava.
"E Paige?" chiesi facendo fermare l'avanzata del suo viso verso il mio. Lui rimase impassibile e, immobile, rispose "Non funziona tra di noi" Cioè? Stavano per baciare un ragazzo single o fidanzato? Non volevo essere una 'rovina famiglie'. "Fidati di me." ottenni da quel meraviglioso ragazzo, probabilmente accorgendosi del mio turbamento. Mi lasciai andare e Zayn continuò ad avvicinarsi a me continuando a massaggiare la sua mano sulla mia guancia e sulla mia coscia. Era una sensazione meravigliosa. Ora eravamo talmente vicini che riuscivo a sentire il suo dolce profumo e intravidi degli accenni di verde nei suoi occhi marroni contornati di nero, prima che quel ragazzo li chiudesse. Feci lo stesso. Le sue labbra si appoggiarono alle mie. Rimasero ferme, entrambe leggermente tremanti. Dopo qualche secondo Zayn prese l'iniziativa e iniziò a muoverle contro le mie. Seguivo ogni suo movimento, continuando a tenere gli occhi chiusi per assaporare meglio il momento. Avevo aspettato quel bacio da due anni, ma ne era valsa la pena aspettare così tanto. Non potevo credere che stava succedendo tutto realmente, iniziai a credere che fosse tutto un sogno. Stava accadendo a me: una ragazza come me stava baciando un ragazzo a dir poco perfetto. Non solo nei film accadevano cose impossibili quindi.
Dopo interminabili e perfetti minuti, ci staccammo. I nostri sguardi erano incrociati, e avevamo entrambi un sorriso ebete sul volto. Il suo sapore di menta era ancora nella mia bocca, quando lui decise di interrompere il silenzio "Non ha saguinato" disse con uno scintillio negli occhi. Era troppo adorabile. Iniziai ad accarezzargli la parte ferita della sua faccia, mentre la sua leggera barba mi solleticava la mano. "Ti donano questi lividi, sai?" dissi ridendo. Lui scoppiò a ridere e mi lasciò un piccolo bacio sul naso. Se fossi soppravissuta a quel pomeriggio, mai più niente sarebbe stato capace di uccidermi. "Mi farei riempire di lividi anche tutti i giorni, se servisse a proteggerti" disse "e poi mi donano, quindi ho una ragione in più" continuò scoppiando a ridere. La sua risata mi riempiva il cuore. A quelle sue parole mi aggrappai al suo collo e iniziai a stringerlo forte. Sentii le sue mani afferrare il mio corpo e con un dolce gesto mi sistemò seduta sulle sue gambe, per poi cingere le sue braccia alla mia schiena. Mi stringeva forte a sé, impedendomi di muovermi. Era una sensazione bellissima.
Restammo abbracciati in quella posizione per tutto il pomeriggio, mentre continuavamo a parlare degli argomenti più stupidi. Era bellissima la sua compagnia. Mi sentivo a casa assieme a lui.
"Devo tornare a casa" dissi quando ormai il sole era calato da un po'. Lui fece una smorfia adorabile con le labbra e pregandomi disse "Resta qui" Un altro brivido mi invase la schiena. "Anche volendo non credo potrei" dissi con tono dispiaciuto. "Allora permettimi di portarti a casa" disse alzandosi e mettendosi la giacca. Lo seguii e mi vestii anche io. "Non voglio disturbare" "Non disturbi infatti" disse con un sorriso prima di aprire la porta. Mi prese per mano e ci dirigemmo verso la sua macchina. Mi aprì la portiera e prima che riuscissi ad entrare in auto, lo sentii tirarmi per un braccio. "Aspetta" disse. Mise le sue mani sui miei fianchi, facendo incontrare il nostro sguardo. Il suo corpo era attaccato al mio e i nostri respiri erano irregolari. Si avvicinò a me e un altro bacio passionale ebbe inizio. Portai le mie braccia sul suo collo, mentre i nostri visi continuavano ad essere attaccati. "Mi mancava il sapore delle tue labbra" mi sussurrò lui una volta che ci fummo allontanati, mentre un sorriso gli accese il volto. Le mie guance divennero rosse e decisi di salire in auto.

La strada per raggiungere casa mia fu silenziosa, solo il rumore della radio risuonava nella macchina.
Appena arrivammo a casa mia, Zayn mi aiutò a scendere dall'auto e mi accompagnò fino alla porta di casa. "Grazie per quello che hai fatto" dissi ricordandomi delle ferite sul suo volto.
"Sai che per te farei di tutto" disse lui in risposta scatenando una nuova danza delle farfalle nel mio stomaco. Gli lasciai un dolce bacio sulle sue labbra rosse, prima di entrare in casa. Appena entrai in casa vidi mio fratello intento a scrivere su un foglio delle note, con la chitarra sulle gambe. Era talmente concentrato che non si rese nemmeno conto del mio arrivo. Non volevo disturbarlo, così andai in cucina a cercare qualcosa da mangiare.
Ad un tratto il display del mio cellulare si illuminò. Lo accesi e vidi un nuovo messaggio. Era Zayn. 'Mi manchi già. :)x' Riconobbi il suo modo di scrivere. Era sempre stato ossessionato da quella faccina. Un incontenibile sorriso si fece largo sul mio volto e le farfalle ripresero a volare nel mio stomaco.
'Anche tu. xx' gli risposi.
Continuammo a messaggiare tutta la sera, parlando dalle cose più banali fino ai discorsi più seri. Mi piaceva parlare con lui, sapeva capirmi sempre.
Verso le nove di sera, Harry si ricordò della mia esistenza e mi raccontò la sua bellissima sorpresa per Louis. "Se non torni a casa questa notte, saprò perché" dissi scoppiando a ridere. Lo vidi uscire di casa con la chitarra in spalla, senza dire niente e io tornai a pensare a tutto quello che mi era successo nel giro di poche ore.

Grow Old With Me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora