"Per oggi passi, ma domani vieni con me. Non puoi smettere di vivere per una cosa simile." mi disse Ilaria, mentre mi lasciavo accarezzare i riccioli ripensando al pomeriggio in cioccolateria.
La vidi alzarsi e dopo avermi salutato, sentii la porta d'ingresso chiudersi dietro di lei. Mi risdraiai a pancia in giù sul letto e misi un cuscino sulla testa lasciandomi invadere dal sonno.
Dormii per circa mezz'ora quando sentii suonare alla porta. Questa era sicuramente quella stordita di Ilaria che si era dimenticata qualcosa.
"Ilaria perderesti pure la tua testa se non ce l'avessi attaccata al collo!" urlai mentre aprivo la porta di modo che lei lo potesse sentire oltre l'ostacolo di legno.
Una volta aperta la porta mi pietrificai. Non era Ilaria, era Louis. Mi stava guardando con le braccia aperte e un sorriso a trentadue denti.
"Hai ragione, perderei anche la testa se non fosse attaccata al mio corpo, ma non sono Ilaria." disse e i suoi occhi iniziaro a scintillare sotto la luce del sole.
Volevo rispondergli, volevo chiedergli per quale assurdo motivo si trovasse davanti a me e non a scuola, volevo abbracciarlo e sentire il suo profumo invadermi ancora una volta, ma non ce la feci. Non riuscivo a muovermi, il cervello non riusciva a comunicare agli altri muscoli. Ero terrorizzato, pietrificato. Faticavo persino a respirare e il mio torace iniziò a muoversi in modo irregolare. Come poteva un normale ragazzo causarmi tutto questo?
"Allora non mi fai entrare?" riprese quella meraviglia davanti a me.
Cercai ancora una volta di parlare, ma niente, non riuscivo. Mi limitai a spostarmi e a fare un cenno con la mano per farlo entrare. Lui si accomodò sul divano e aspettò che mi sedessi anche io prima di riprendere a parlare "Come stai Hazza?"
Hazza.
Tossii leggermente e con tutta la forza che mi restava riuscii a rispondergli "Sto bene"
Il mio tono era decisamente freddo e probabilmente lo era anche il mio sguardo.
"Che ci fai qui?" sputai senza riflettere.
Vidi i suoi muscoli irriggidirsi.
"Volevo capire che fine avessi fatto. Sei sparito nel nulla"
"Veramente sei tu quello che ha preso la giacca e se n'è andato senza dare spiegazioni" lo rimproverai, ma subito mi sentii in colpa di ciò che avevo appena detto.
Louis a quelle mie parole abbassò il capo e i suoi occhi divennero più cupi.
"Scusami.. il cervello non connette con il resto del corpo ultimamente" dissi sedendomi accanto a lui sul divano. Il suo fianco sinistro toccava il mio destro.
Lui non disse nulla, rimase in silenzio a guardare la punta delle sue scarpe. Decisi di abbracciarlo. Misi il mio braccio destro sulle sue spalle stringendole e lo avvicinai a me, di modo che la sua testa fosse attaccata al mio torace. Sentivo il mio e il suo cuore battere insieme velocemente. Sembrava il rumore di un unico grande cuore, solo nostro.
Lui si accovacciò sul mio petto, spingendomi indietro. Caddi sdraiato sul divano con il ragazzo dagli occhi blu sopra di me. Lo sentii ridere sul mio petto. La sua risata sapeva scaldarmi il cuore. I suoi occhi si illuminarono mentre lo vidi arrampicarsi su di me. Ora le sue gambe erano ai lati delle mie, il suo torace perfettamente sopra il mio, le sue braccia ai lati delle mie spalle e il suo viso esattamente davanti al mio. I suoi occhi sorridenti erano inchiodati ai miei. Ero teso, incapace di muovermi, avevo paura di ogni sua possibile reazione ad ogni mio gesto, così rimasi immobile ad osservare quel meraviglioso blu. Si sistemò di modo da riuscire a reggersi con un solo braccio mentre con la mano libera iniziò a giocare con i miei ricci. Il mio stomaco si capovolse. Chiusi gli occhi e assaporai ogni istante di quel contatto. Era una delle sensazioni più dolci e strane che avessi mai provato. Il mio cuore continuò a battere troppo velocemente e il mio torace iniziò ad alzarsi e abbassarsi rapidamente quando la mano di quella meraviglia scese più giù. Prima mi accarezzò il viso sfiorandomi la guancia, poi tracciò una linea sul mio collo e infine passò su tutto il mio torace, fermandosi all'altezza del mio stomaco. Ci sapeva proprio fare. Appena sentii un respiro sul mio volto decisi di aprire gli occhi e incontrai un oceano di blu molto vicino a me.
"I-io" dissi. Volevo parlargli, volevo capire cosa stesse succedendo, ma lui non me lo permise. Bloccò ogni mia parola appoggiando il suo indice sulle mie labbra carnose e sussurrando un leggero "shh" segno che non gli andava di parlare né tanto meno di ascoltare. Obbedii alla sua protesta e non dissi nulla. La sua mano si spostò dalla mia bocca e tornò tra i miei ricci. Mi ero innamorato di quel contatto. Vidi il viso di Lou avvicinarsi e iniziò a lasciare dolci e leggeri baci sul contorno della mia mascella, per poi scendere lungo il collo.
Cosa gli era preso? Perché si stava comportando così? Ovviamente non mi dispiaceva ricevere quel tipo di attenzioni da lui e decisi di non dire nulla e di lasciarlo fare.
Si staccò dal mio collo e tornò a concentrare la sua attenzione sui miei occhi. Strofinò il suo naso contro il mio prima di dire "Mi dispiace per l'altro giorno in cioccolateria" fece una pausa "e solo che ho paura di ciò che provo" concluse con un sospiro.
Io continuavo a restare immobile sotto di lui. "E cosa provi?" dissi.
"Non lo so" fu tutto ciò che ottenni dopo un suo lungo silenzio.
Decisi di agire. Alzai il mento intenzionato ad appoggiare le mie labbra sulle sue, ma l'istinto non fu dalla mia parte e mi limitai a baciare la sua punta del naso. Lui sorrise come un bimbo. Era davvero bello. Una bellezza unica e speciale. Volevo fosse mio, solo mio.
Si avvicinò a me e appoggiò la sua guancia destra sul mio petto, il suo respiro era un tutt'uno con il mio. Gli appoggiai la mano sulla schiena e iniziai a massaggiargliela sentendo i suoi muscoli rilassarsi sotto il mio tocco. Restammo in quella posizione per interminabili e bellissimi minuti, quando quella meraviglia decise ad allontanare quel contatto alzando il suo volto e rivolgendosi verso di me.
"Chiudi gli occhi" mi chiese con tono calmo.
"Come?"
"Per favore, chiudili" mi supplicò.
Obbedii leggermente spaventato. Lo sentii muoversi sopra di me, sembrava si stesse avvicinando ancora di più. Ed un tratto sentii le sue morbidissime labbra lasciare dei dolci baci ai lati della mia bocca. Stavo avampando. Sentii le mie guance colorarsi di rosa scuro, mentre i nostri respiri si fecero più affannoso. Le sue labbra, infine, si appoggiarono sulle mie. Lasciando un dolce e lungo bacio. Aprii gli occhi non appena Lou si staccò da me e sorrisi non appena vidi il rossore sulle sue guance. Gli passai una mano sul ciuffo di capelli che aveva davanti agli occhi, mentre con l'altra gli accarezzai le nocche della sua mano appoggiata sul mio torace. Lo spinsi verso di me esigente di rivivere quel nostro contatto. Ci baciammo nuovamente, ma sta volta con più passione. Il mio stomaco stava letteralmente per capovolgersi."Merda le prove!" urlò ad un tratto Louis alzandosi dalla sua posizione sul divando accanto a me, liberandosi del mio braccio aggrovigliato al suo corpo.
"Ehi puoi saltarle per una volta" quasi lo supplicai.
"No, ho promesso che ci sarei andato" disse mettendosi la giacca e sistemandosi il ciuffo fuori dal cappello blu. "Alzati o faremo tardi!"
"Cosa? Io sto male, ricordi?" dissi tirando gli occhi all'insù e mettendo una mano sulla mia fronte.
"Non attacca bello, alzati" mi ordinò.
Fui costretto ad alzarmi e a seguirlo fuori dal nostro rifugio. Avevamo passato tutta la mattinata sdraiati sul divano a coccolarci, mentre il rumore della televisione accompagnava il suono dei nostri respiri.
Gli aprii la portiera del passeggero attendendo che Louis salisse in macchina.
"Oh no, io voglio guidare." mi disse facendomi l'occhiolino.
Dovetti accontentarlo e gli lanciai le chiavi prima di salire in auto. Il viaggio fu piuttosto silenzioso. Arrivammo a scuola e ci dirigemmo verso l'aula delle prove.
Cercavo di avvicinarmi a lui in tutti i modi durante il nostro breve percorso, ma lui era sempre pronto a respingermi. Innervosito dall'ennesimo rifiuto, lo spinsi contro il muro e lo vidi spalancare gli occhi quando capì che gli avevo bloccato ogni via di fuga.
"Harry!" urlò.
"Ho bisogno di baciarti" sussurrai leggermente, mentre avvicinavo il mio mento al suo.
"No! Non qui! Potrebbero vederci" disse strattonandomi via, ma non riuscì a liberarsi della mia presa. Io continuavo a restare davanti a lui, facendo ombra sulla sua figura.
"Oh avanti! Siamo in corridoio del seminterrato! È deserto qui, chi vuoi che ci veda?" dissi allargando le braccia al cielo. Sapevo che in questo modo lui si sarebbe potuto allontanare da me. Ma non lo fece.
"Harry ti prego" disse "non qui" continuò con un sospiro.
Annuii leggermente capendo il suo disagio e gli strinsi la mano.
Tornammo a camminare verso la sala molto lontani l'uno dall'altro, come se fossimo due sconosciuti. Non capivo il comportamento del mio compagno di band e tanto meno lo appoggiavo, ma continuai a ripetermi che dovevo solo avere pazienza e che con il tempo si sarebbe abituato dei suoi sentimenti. Ci ero passato anche io, quindi fui comprensivo e, capendo, gli lasciai i suoi spazi.
Durante le prove i nostri sguardi continuavano ad incrociarsi e tutte le volte un sorriso invadeva i nostri volti facendoci sbagliare le strofe delle canzoni che stavamo cantando.Alle sei quella meraviglia ci lasciò per raggiungere la sua piccola Daisy e iniziai a sentirmi solo, con un senso di malinconia in gola.
Invitai gli altri ragazzi a casa mia per bere qualcosa, mentre vidi mia sorella e Zayn allontanarsi insieme. La cosa non mi piaceva affatto.
Io, Niall e Liam decidemmo di andare a casa mia con la mia macchina. Per tutto il viaggio continuai a pensare a Louis e a tutto ciò che era successo quella mattina, mentre gli altri due continuavano a litigare sul fatto che il finestrino dell'auto dovesse rimanere chiuso o meno.
"Harry tu cosa ne pensi?" urlò Liam ad un tratto dal sedile posteriore.
"Um eh? Di cosa state parlando?" dissi consapevole di non aver seguito il filo del loro discorso precedente.
"Harry, Harry, Harry, sei molto strano ultimamente sai? Sei sempre distratto e sorridente" fece una pausa "non è che ti sei innamorato?" quasi urlò Niall strofinandomi i ricci con il palmo della mano.
"Chi è?" continuò Liam con un sorriso malizioso sul volto, mentre Niall continuava ad applaudire.
'Innamorato'
Ero stordito, confuso, cotto perso, incapace di fare qualsiasi cosa in presenza di Louis, ma non ero innamorato. Non potevo essere innamorato, non ora, non ancora. O almeno così credevo.
"Ma cosa dite? Sono solo stanco" risposi svelto.
E un boato di ironici "eeh" partì dai sedili posteriori.
Non potevo essermi innamorato, non potevo proprio.
Arrivammo a casa e sorpresi Ilaria e Zayn tenersi per mano. Mia sorella aveva il viso del colore di un pomodoro, mentre l'altro aveva gli occhi luccicanti. Non andava affatto bene così. Dovevano stare l'uno lontano dall'altra. Lui era fidanzato, lei era troppo vulnerabile. Ero stufo di vedere mia sorella stare male per quel ragazzo, ero stufo consolarla e di sentirla piangere. Doveva finire tutto questo. Pensai a cosa dirle una volta che gli altri tre avessero tolto il disturbo, ma capii dal suo sguardo che non era necessario. Era quasi un'adulta ormai, non potevo continuare a rimproverarla. Doveva capire da sola le conseguenze di ciò che faceva e rialzarsi sempre vittoriosa.
Una volta che gli altri tre uscirono dalla porta d'ingresso, mi limitai a dirle "Stai attenta." con sguardo severo, lasciandola sola nell'atrio.
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Grow Old With Me || Larry Stylinson
FanfictionTutte le mattine vorrei svegliarmi con te accanto. Rigirarmi nel letto e sentire il tuo respiro. Aprire gli occhi e incontrare il tuo viso assonnato e i tuoi capelli disordinati. Tutte le sere vorrei tornare a casa con la consapevolezza che tu sei...