Ilaria: "Clouds."

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Stavo aspettando che il professore di musica arrivasse, mentre continuavo a guardare i primi segni dell'autunno fuori dalla finestra dell'aula.
Ero seduta in fondo, all'ultimo banco, da sola. Non avevo molti amici esclusi i tre della band, mio fratello e Clary, anzi, esclusi loro non ne avevo affatto. Ma non mi dispiaceva restare da sola. Mi piaceva sedermi al fondo delle aule perché nessuno mi notava, era una sorta di nascondiglio perfetto per una ragazza come me, una di quelle che odia farsi notare e far sapere al mondo che esiste. Forse è per questo che non avevo molti amici.
Arrivò il professore di musica con una ragazza accanto. Era Eleanor. Cosa ci faceva qui? Lei non frequentava il corso di musica.
"Lei è Eleanor Calder. Frequenterà questo corso da oggi." disse guardandoci "Prego, vai a sederti." concluse indicandole i posti liberi con il braccio. L'aula era quasi vuota eppure lei si sedette accanto a me.
"Ciao" mi sorrise.
Io la guardai perplessa. Non pensavo si ricordasse di me.
"Ehi" le risposi.
Continuò a parlare per tutta la lezione nonostante il professore l'avesse ripresa più volte. Mi parlò del suo nuovo smalto, del suo nuovo guardaroba, del nuovo libro che aveva comprato, mentre io mi limitavo ad annuire non sapendo cosa dirle.
"Ah! Quasi dimenticavo! Mi servono delle adesioni per il concorso di pianisti. So che di questo corso non si è iscritto nessuno e vorrei che almeno due di voi si iscrivessero perché conosco le vostre capacità." disse l'insegnante a fine lezione.
Marc Smith alzò la mano e con voce profonda disse "Io voglio partecipare."
Marc era davvero bravo a suonare, forse il più bravo in quella stanza. Lo conoscevo da molto tempo e aveva una specie di cotta per me. Mi aveva chiesto più di una volta di uscire insieme, ma io avevo rifiutato sempre. Sì, era un bellissimo ragazzo, con quegli occhi verdi così intensi, con quei capelli biondo scuro che cadevano lisci sul viso scolpito e con quel fisico pieno di muscoli. Eppure non era il ragazzo per me. Era troppo 'rumoroso' per i miei gusti. Gli piaceva andare a ballare, festeggiare fino a notte fonda con gli amici, saltare la scuola e prendere in giro i nerd. Io avevo bisogno di un ragazzo timido e dolce, capace di farmi sentire protetta e amata sempre, non casinista come lui. Non aveva preso bene il fatto che lo avessi rifiutato più volte. Infatti continuava a mettermi in cattiva luce agli occhi di tutta la scuola e spesso cercava di stare solo con me usando la forza.
"Tu suoni!" mi disse El facendomi tornare con la testa in aula.
"Si, ma non mi va di partecipare" le dissi.
Lei alzò la mano e disse "Segni Ilaria Styles. Lei è brava a suonare." urlò.
Ma mi aveva ascoltata?
Mi alzai in piedi. "No, no, la prego non mi segni. Non sono abbastanza brava e ho il terrore del palcoscenico." pregai il professore.
Lui mi guardò e si limitò a dire "Hai tutte le carte in regola per farcela. Parteciperai. Tu e Smith presentatevi qui oggi alle tre. Ne parleremo meglio."
La campenella interruppe la nostra conversazione e l'insegnante di musica uscì dall'aula.
Guardai Marc e lui mi fece l'occhiolino, sussurrando "A dopo" con un sorriso malizioso sul volto, per poi lasciare la stanza.
Fantastico. Dovevo partecipare ad un concorso, esibirmi davanti a un pubblico, passare del tempo con Marc e per di più dovevo stare ore in più a scuola.
Era ufficiale, volevo uccidere la ragazza accanto a me. Lei mi guardò con aria innocente e disse "Ce la farai." La ignorai e uscii dalla stanza.

Le tre arrivarono in fretta. Entrai nell'aula di musica e mi sedetti al mio solito posto in fondo all'aula e mi misi a leggere.
"Styles, la classe è completamente vuota e tu ti ostini a sederti all'ultimo banco?"
Alzai lo sguardo dal libro e vidi Marc che continuava a ridere avvicinandosi. Prese una sedia e si sedette accanto a me.
"Ecco appunto, la classe è completamente vuota, vai a sederti lontano da me." dissi per tornare a concentrarmi sul mio libro.
Lo sentii avvicinarsi, per poi prendere un mio ricciolo e giocarci con le dita.
"Sto cercando di leggere." dissi togliendo il mio ricciolo dalle sue dita.
"Sei bella mentre leggi, sai?"
A quelle parole presi il libro, la borsa e mi alzai. Volevo uscire da quella stanza. Volevo tornare a casa. Volevo stare sola.
Lui mi afferrò per un braccio facendo cadere il libro che avevo in mano. Sentii il polso colorarsi di rosso dalla stretta troppo forte.
"Lasciami. Devo tornare a casa." dissi cercando di liberarmi dalla presa. Ma lui mi ignorò e si alzò, spingendomi dietro di lui e facendo cadere anche la mia borsa.
"Mi fai male Marc" urlai e a quelle parole lasciò il mio polso. Iniziai a camminare verso la porta dell'aula, ma lui mi bloccò la strada. Mi fermai e lui iniziò a camminare verso di me. Fui costretta ad indietreggiare fino a quando la mia schiena finì contro il muro. Lui mi sorrise in modo malizioso e continuò ad avvicinarsi. Mi sentii male, stavo pregando che il professore arrivasse subito e mi salvasse. Marc si fermò a pochi centimetri davanti a me. Era alto e muscoloso e il suo corpo faceva ombra sulla mia esile figura. Si avvicinò talmente tanto che il suo profumo iniziò a solleticarmi il naso. Il suo torace mi copriva la faccia e le braccia mi impedivano di scappare da lui.
Continuai a guardare le mie scarpe, evitando in tutti i modi il contatto visivo.
"Marc, lasciami passare. Mi spaventi" lo pregai, cercando di spingerlo via con le mani, ma non lo stavo postando nemmeno di un centimetro.
Lo sentii ridere. La sua mano si posò sul mio mento, facendomi alzare la testa verso di lui. Il contatto visivo fu inevitabile. I suoi occhi verdi continuavano a fare su e giù per il mio corpo, mentre le mie mani continuavano a spingere sul suo torace cercando di farlo allontanare. Era inutile, non riuscivo a spostarlo.
Il suo viso si avvicinò al mio e i nostri nasi si sfiorarono.
"Marc!" urlai spostando il viso.
Mi ignorò completamente e con una mano mi tenne fermo il mento rivolto verso il suo. Continuava ad avvicinarsi quando sentii "Ehii". Proveniva dal corridoio "Cosa stai facendo?" continuò quella voce.
Marc si spostò e io riuscì ad allontanarmi da lui. Corsi verso la voce.
"Stai bene?" alzai lo sguardo e vidi Louis. Lo abbracciai. Lui ricambiò stringendomi più forte.
"Non stavamo facendo niente di male." rise Marc sedendosi.
"Si, certo." disse il mio salvatore a tono.
"Eccomi ragazzi, scusate il ritardo." arrivò l'insegnante. "Tomlinson, cosa ci fai qui?" chiese a Louis.
"Ho le prove con la band." disse lui "Alle quattro sarò fuori da questa stanza, ti riporto io a casa." mi disse lui urlando e guardando Marc di modo da farglielo capire.
Smith si mise a ridere.
"Non dire niente a Harry" sussurai a Lou.
"Perché?" mi rispose "Deve sapere."
"Basta. Tomlinson vai via da qui e lasciaci fare lezione. Styles siediti e prendi appunti." intervenne l'insegnante.
Louis uscì dalla stanza continuando a fissare Marc.
Io presi la mia roba sparsa per il pavimento e mi sedetti al primo banco, il più vicino alla porta.
Il professore iniziò a darci consigli su come vincere al concorso e ci diede degli spartiti da provare.
"Ah! Mi stavo dimenticando una cosa fondamentale." disse l'insegnante mentre io stavo uscendo dall'aula a fine lezione. "Dovrete fare anche un pezzo in coppia per rappresentare questo corso di piano. Cioè un pezzo a quattro mani. Vi direi di scegliere con chi suonare, ma dato che siete gli unici del mio corso a partecipare, dovrete farlo insieme."
Ovviamente. La sfortuna non smetteva mai di tenermi per mano.
"Dovrete provare insieme questa canzone." concluse indicandoci uno spartito.
Fantastico, ero obbligata a stare sola con Marc. Non potevo passare una giornata peggiore.
L'insegnante ci diede tutti gli spartiti e ci lasciò uscire. Io corsi fuori dall'aula e rimasi pietrificata. C'era Zayn ad aspettarmi. Era appoggiato con la schiena agli armadietti, con una gamba piegata e il piede appoggiato al muro. Mi guardava con un sorriso mozzafiato.
"Ehi" mi disse staccandosi dagli armadietti e venendomi incontro.
"Ciao" gli sorrisi.
"Louis mi ha chiesto di venire, ha avuto dei problemi con la babysitter ed è dovuto tornare a casa. Mi ha detto quello che è successo.. vuoi che gli tiri un pugno?" disse abbracciandomi.
Mi lasciai invadere dal suo profumo ricambiando l'abbraccio.
"No, no" scoppiai a ridere sul suo torace "Non serve" Zayn mi allontanò dal suo petto e con aria preoccupata mi chiese "Sei sicura? Faccio palestra, guarda che muscoli." disse alzando il braccio e toccandosi il muscolo. Io scoppiai a ridere. Era davvero bellissimo.
"Sono sicura" dissi continuando a ridere.
"A domani Styles" sentii una voce dietro di me. Mi voltai e vidi Marc uscire dalla stanza, facendomi un cenno con la mano con un sorriso sul volto.
"È lui?" mi sussurrò Zayn sul mio orecchio. Io annuii leggermente e lo vidi avvicinarsi a Marc. Lo presi per un braccio, ma lui si liberò dalla mia presa molto facilmente.
"Zayn ti prego, lascia stare" gli dissi mentre si allontanava da me.
Marc si stava godendo la scena appoggiato al muro con le braccia incrociate. Erano uno davanti all'altro, entrambi muscolosi, ma il corpo di Marc era molto più possente di quello di Zayn. Mi avvicinai ai due e cercai di trascinare via il mio salvatore, ma lui non si mosse.
Perché nessuno voleva darmi retta?
"Non ti avvicinare più a lei o sarò costretto a farti male." Marc scoppiò a ridere appena Zayn gli disse quelle parole.
"Non ti conviene metterti contro di me." sorrise Smith prendendo la cartella e uscendo da scuola.
Per fortuna non aveva deciso di farci male, anche se Zayn faceva palestra, non ce l'avrebbe mai fatta contro di lui.
"Visto? Gli ho fatto paura." si voltò verso di me il ragazzo dal sorriso mozzafiato. Io non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere e le sue guance divvennero rosa scuro. Lo presi per un braccio e uscimmo da scuola. Mi chiese di potermi accompagnare a casa e io accettai volentieri.
"Ti va di prendere un gelato?" mi chiese appena passammo davanti ad una gelateria.
"No, grazie. Ho un po' freddo" gli risposi.
Lui mi sorrise e con voce bassa mi sussurrò all'orecchio "Beh fanno anche le cioccolate calde, sai?"
Aveva un'espressione troppo dolce, non potevo rifiutare. Annuii leggermente e mi accompagnò dentro il locale. Ordinai una cioccolata e lui una coppa di gelato alla vaniglia.
"Sei sporca sul labbro di cioccolato" disse ad un tratto il mio accompagnatore scoppiando a ridere. Un senso d'ansia e di imbarazzo mi fece rabbrividire. Le mie guance diventarono tutte rosse, mentre cercavo di pulirmi con il tovagliolo. Mi sentivo una bambina.
"Aspetta" mi sussurrò lui afferrando il mio braccio e abbassandolo. Il mio cuore stava per esplodere. Si avvicinò a me e mi passò leggermente il pollice sul labbro superiore.
"Ecco, ora sei pulita" concluse ridendo leggermente.
Il mio cuore si era fermato per qualche istante a quel contatto. Cercai di riprendermi e sussurrai un leggero "grazie". La sensazione della sua pella fredda sulle mie labbra calde, mi tenne compagnia per tutto il pomeriggio.
Uscimmo dal locale e ci dirigemmo verso casa mia, quando un rumore di clacson ci fece voltare.
"Ehi piccioncini. Cosa state facendo?" era Niall seduto alla guida di un'auto nera. Zayn si avvicinò a lui e gli diede un cinque. "Dacci un passaggio su" disse e Niall accostò lasciandoci salire. Io e Zayn ci sedemmo nei sedili posteriori, lasciando Niall solo alla guida.
Dopo qualche chilometro la radio fece partire una bellissima canzone lenta.
"Niall alza il volume. Amo questa canzone" dissi alzandomi leggermente dal sedile e dandogli una pacca sulla spalla. Niall obbedì sbuffando. Io tornai a sedermi e presa dalla canzone allungai le braccia verso l'altro sedile e la mia mano finì su quella di Zayn. La presi e la strinsi. Non mi resi subito conto di quel contatto. Appena la canzone finì, capì che stavo tenendo stretta la mano del bellissimo ragazzo. Mi voltai verso di lui e lo vidi sorridere per la mia espressione imbarazzata. Spostai subito la mia mano riportandola sul mio ginoccchio e abbassai lo sguardo, guardandando le mie scarpe.
Volevo sparire, mi sentivo una vera idiota.
Ad un tratto sentii un brivido sul braccio. Era Zayn. Si era spostato più vicino a me e ora mi stava accarezzando il braccio. Alzai lo sguardo e i suoi occhi catturarono i miei. Lui continuò ad accarezzarmi l'avambraccio, poi il polso e infine la mano. La accarezzò per qualche secondo per poi prenderla e stringerla tra le sue. Non riuscivo a smettere di guardare quei meravigliosi occhi marroni, i quali continuavano a fissarmi le labbra. Iniziai a temere di aver dell'altro cioccolato su di esse e cominciai a passare l'altra mano sulla mia bocca per cercare di pulirmi. Lui soffocò una risata e mi domandò sussurrando "Cosa stai facendo?"
"Mi pulisco" risposi con aria imbarazzata.
"Perché?" mi chiese lui scoppiando a ridere.
"Non sono sporca? Continui a guardarmi le labbra e mi è venuto il dubbio che"
"Le guardo semplicemente perché sono belle e sembrano morbide." mi interruppe e un brivido mi invase il corpo.
Mi limitai a sorridergli, troppo timida per riuscire a fare altro.
Restammo immobili per tutto il resto del tragitto. Mantenemmo il contatto visivo mentre le sue mani avvolgevano la mia. Mi sentivo davvero bene, quasi al sicuro dal mondo.
"Siamo arrivati." spuntò Niall ad un certo punto. Tolsi a mal in cuore la mano dalla presa di quella meraviglia e scesi dall'auto. Ringraziai Niall con un bacio sulla guancia e aprii la porta di casa, quando sentii qualcosa tirarmi la borsa. Mi voltai e vidi quelle meravigliose iridi marroni dietro di me.
"Non mi saluti?" disse Zayn facendo una smorfia adorabile con le labbra. Avrei voluto baciarle fino a star male.
Lo abbracciai "Scusami" gli sussurrai mentre lui mi teneva stretta a sè. "Grazie per la cioccolata, per il passaggio e" presi fiato "per Marc" conclusi.
Lui si staccò dal mio abbraccio e sorridendomi disse un leggero "Non ti preoccupare". Mi diede un bacio sulla guancia e io entrai in casa.
Harry era seduto sul divano a guardare la televisione con una strana luce negli occhi.
"Che succede?" dissi.
"Louis mi ha chiamato." merda. "Voleva te." concluse lui.
"Ah" sospirai "non ha detto altro?" chiesi.
"No. Solo che voleva te." rispose lui con un pizzico di ironia.
Mi sentii sollevata. "Cosa c'è?" gli chiesi.
Lui si alzò di scatto dal divano, il suo viso divenne cupo e con i pugni chiusi e i muscoli tesi lungo il corpo si avvicinò a me. Mi spaventai e indietreggiai. "Harry?" dissi cercando di calmarlo.
Lui si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio "Mi stai nascondendo qualcosa?" un brivido di paura mi invase la schiena.
"Che intendi?" dissi.
"Sai che mi interessa. Perché voleva parlare con te? Siete solo amici o altro?" A quelle parole scoppiai a ridere. Non potevo crederci: era geloso.
"Smetti di ridere, sono serio!" cercava di mantenere l'aria da duro, ma non ci riusciva. Sembra piuttosto un cucciolo di panda.
"Harry ma cosa dici? Non potrei mai farti una cosa simile. Siamo solo amici, sai che mi piace un altro." vidi i suoi muscoli rilassarsi. Lui mi sussurrò delle scuse e con aria molto più tranquilla tornò a sedersi sul divano e ad ammirare la televisione.

Grow Old With Me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora