Ilaria: "Night Changes."

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Mi svegliai accompagnata dal leggero calore dei raggi solari sul viso. Aprii gli occhi e mi rilassai appena mi ricordai che il sabato non avevo lezioni. Scesi in cucina e vidi un Harry raggiante, con gli occhi luccicanti. La sera prima non avevamo avuto modo di parlare per via della stanchezza e dell'ora tarda. Quindi io non gli avevo raccontato della serata con Zayn e lui non mi aveva raccontato la sua con Louis. Non avevo ancora ragionato su tutto quello che mi era successo, continuavo a ripetermi che una cosa così bella non sarebbe mai potuta accadere a me e che probabilmente si stava trattando solo di un meraviglioso sogno.

"Buongiorno" ricevetti dal riccio davanti a me, appena mi sedetti al bancone della cucina. Mi passò una tazza di latte e si sedette davanti a me, per poi iniziare a guardarmi negli occhi con aria troppo felice.
"Buongiorno" gli sorrisi "come mai quello strano verde nei tuoi occhi?" continuai con tono ironico. Sapevo già la risposta, Louis aveva chiesto consiglio a me prima di aprirsi con Harry.
La sua bocca si allargò mostrando un meraviglioso sorriso tutto fossette. Abbassò lo sguardo e le sue guance divennero più scure. "Credo di essermi messo con Louis" disse tornando a guardare le mie iridi.
"Oh Harry" corsi da lui e lo strinsi forte avvolgendo le braccia attorno al suo collo. Appena mi staccai, strofinando una mano tra i suoi ricci, ammisi "Te lo meriti proprio, meriti tutta la felicità del mondo." Lui mi ringraziò con un sorriso e facendomi volteggiare in aria mentre mi abbracciava.
"E tu?" disse tornando leggermente serio. "Io cosa?" chiesi stupita."Anche tu hai una strana luce negli occhi" disse. Cavolo, si notava così tanto? All'inizio esitai, non volevo farlo preoccupare. Ma alla fine gli raccontai tutta la serata passata con Zayn. Gli raccontai della nostra chiacchierata, dei suoi complimenti, dei nostri abbracci, della canzone, del ballo e persino del suo profumo. Mentre parlavo vidi il sorriso del riccio svanire e trasformarsi in una smorfia di disapprovazione. "Sai che non voglio che resti sola con lui" disse appena finii di raccontare. "Harry?" rimasi stizzita. "Ilaria, è sempre così. Ti fidi delle persone e poi sei tu quella che ci rimette. Per favore apri gli occhi, non voglio che tu stia male. Sei stata male troppe volte per lui. Non essere ingenua" Sentii le lacrime inumidirmi gli occhi. Perché non era felice quanto me? Perché non capiva che io continuavo a credere ad un ipotetico 'noi' tra me e il ragazzo dagli occhi color cioccolato?
"Ti prego, smetti di vederlo. È l'unico modo per superarlo. Lo conosco, è un ragazzo d'oro, ma non sempre pensa alle possibili conseguenze. Non voglio che tu ci rimetta ancora." concluse lui. Io non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere. "No, no, non piangere piccola" sentii mentre due forti braccia mi avvolsero la schiena.
Continuai a piangere bagnando la maglia del pigiama di Harry, mentre lui mi accarezzava prima la schiena, poi la testa. Ripensai alle parole di mio fratello e capii che aveva ragione. Infondo io non ero nessuno. Paige era bellissima, io no. Lei era popolare, io no. Lei aveva un fisico da paura, io no. Lei aveva il cuore di Zayn, io no. E poi, anche se Zayn volesse lasciarla, non lo avrebbe mai fatto per me. Aveva ragione Harry, dovevo svegliarmi.
"Devo smettere di vederlo" sussurrai, ma Harry mi sentì. Mi staccai dalla sua maglia e feci incontrare i miei occhi con i suoi. Lui mi annuì leggermente e mi asciugò il viso. "Dovresti" aggiunse.

Cercai di domare i miei ricci ancora bagnati a causa della doccia in una treccia e corsi alla porta ad aprire. Qualcuno continuava a bussare in modo incessante sulla porta di casa, da almeno un paio di minuti. Mi sorpresi, chi poteva essere? Harry era in giro con Louis e di certo non sarebbe tornato due ore prima del previsto e io non aspettavo visite. Aprii la porta e un'ondata di angoscia mi invase i sensi. "Marc!" quasi urlai indietreggiando "cosa ci fai qui?" chiesi spaventata. "Dobbiamo provare no?" disse lui scrutando il salotto. "Ma non avevamo fissato una data"
"Lo so, ma ho deciso di farti una sorpresa" rispose spostandomi entrando in casa mia e accomodandosi sul divano. "Sei sola?" continuò con un tono strano. Rabbrivii all'idea di essere in casa sola con lui. "Prendo il tuo silenzio per un si" mi sorrise in modo perverso.
"Marc torna a casa. Non mi va di suonare oggi" dissi rimettendogli la giacca sulle ginocchia. Non volevo restare sola con lui, mi spaventava quel ragazzo.
"Non dire sciocchezze. Mancano solo tre mesi al concorso e dobbiamo ancora imparare quattro nuove canzoni" mi urlò.
Odiavo ammetterlo, ma aveva ragione. Eravamo troppo indietro per poter rimandare ancora. Mi rassegnai e salii in camera per recuperare gli spartiti. Quando tornai in salotto trovai Marc suonare, seduto al pianoforte. Stava suonando la stessa canzone che Zayn e io avevamo ballato la sera prima. Come faceva a conoscerla? Non lo facevo un ragazzo da canzoni lente e sdolcinate.
"Ti piace?" mi chiese appena si accorse di me. "Moltissimo"dissi. "Vi ho visti ieri" confessò.
"Eh?" "Ho visto te e Malik ballare questa canzone ieri sera" sputò.
Mi pietrificai. Ci aveva spiati? Feci finta di niente e mi sedetti accanto a lui al piano. "C'è qualcosa tra di voi?" mi chiese bloccandomi con lo sguardo. "No!" urlai istintivamente, per poi riprendere con tono più calmo "siamo solo amici" Lo sentii borbottare, per poi annuirmi "se vuoi ti insegno a suonarla" Sentii i miei occhi illuminarsi. Non pensavo che quel ragazzo avesse un cuore. "Mi piacerebbe" dissi. Lui si ricompose sulla poltroncina e, dopo essersi sistemato il ciuffo biondo, ricominciò a suonarla. Questa volta però più lentamente ed evidenziando con un cenno del capo tutti gli accordi più complessi. Era davvero bravo a suonare. Lo ammirai mentre le sue dita sfioravano leggermente i tasti, era assorto. Sembrava fosse in un'altra dimensione, era completamente immerso nel suono del piano. Il colore dei suoi occhi era diventato più intenso e scintillante, le sue mani toccavano a mala pena i tasti del mio pianoforte, i muscoli delle braccia si contorcevano in un ritmo calzante ma dolce e i suoi capelli si muovevano leggermente sulla sua fronte. Mi piaceva quel nuovo Marc. La dimensione che grazie a quel suono era riuscito a creare, era davvero bella e strana. Mostrava un Marc nuovo, diverso. Ora è più dolce e sensibile, sembrava quasi timido e ingenuo, tutto il contrario di quello che era solitamente. I suoi occhi emanavano dolcezza e non la solita rabbia e il suo sorriso malizioso era allegro e non permaloso come sempre. Sì, mi piaceva questo Marc.
Smise di suonare e, mentre io continuavo a guardare i tasti bianchi sotto le mie dita, lo sentii avvicinarsi a me. Un suo braccio si posò alla fine della mia schiena e l'altra mano mi prese il mento facendomi voltare. I nostri occhi verdi si incontrarono. Le sue iridi avevano ancora quella leggera intensità di poco prima, ma ora erano più chiari, con degli accenni grigi. La sua mano dal mio mento si spostò verso la mia guancia e iniziò ad accarezzarla con il pollice. Era strano, non sentii l'istinto di scappare. Mi piaceva restare sotto il suo contatto. Ero parecchio confusa, perché si stava comportando in modo così diverso? E perché io non volevo impedirglielo?
Si avvicinò a me facendo toccare i nostri nasi e sussurrò sulle mie labbra "Ora posso baciarti?" Un brivido mi invase la schiena. Cosa mi stava succedendo? Non volevo rifiutarlo, mi piaceva tanto il lato che non conoscevo di quel ragazzo, però era sempre lui. Era sempre quel Marc che mi obbligava facendomi male a restare con lui ed era lo stesso Marc che si divertiva a deridermi con i suoi amici. Eppure non volevo rifiutare quel bacio. Stavo per cedere. Mi avvicinai alle sue labbra e appena lui capì il mio gesto, strinse la mano che aveva sulla mia schiena. Si avvicinò ancora di più a me e le nostre labbra si incontrarono in un bacio dolce e veloce. Le sue labbra avevano uno strano sapore di cannella. Appena mi staccai da lui, le sue mani iniziarono a muoversi liberamente sul mio corpo e la sua bocca si aprì in un sorriso spaventosamente perverso. Questo era il Marc che conoscevo e ora un senso di terrore mi invase la testa. Le sue mani continuavano a muoversi sul mio torace e sulle mie gambe, mentre il suo volto si avvicinava nuovamente al mio in cerca delle mie labbra. Mi alzai dalla poltroncina del pianoforte e indiettreggiai il più lontano possibile da lui. Lui continuò a seguirmi con lo sguardo, sempre con lo stesso sorriso sul viso. Harry aveva ragione. Ero davvero ingenua. Come avevo potuto pensare che Marc fosse cambiato? Che nel giro di poche ore fosse diventato dolce e sensibile? Lui era Marc Smith. Il solito maschilista presuntuoso di sempre. Lo vidi alzarsi e camminare verso di me. Io scavalcai velocemente il divano e mi diressi verso la porta di ingresso. Il mio cuore batteva ad un ritmo irregolare e continuavo a tremare. Lui mi seguì con passo lento e aria tranquilla. Appena fu davanti a me, io aprii la porta e urlai "Vattene!" Lui mi sorrise e si avvicinò di nuovo al mio viso in cerca delle mie labbra. Io istintivamente mi voltai e lui lasciò un bacio sul lato della mia bocca. Scoppiò a ridere e disse "Ci vediamo a scuola Styles" per poi uscire continuando a fissarmi.
Io mi affrettai a chiudere la porta e mi accasciai contro il muro sospirando di solievo. Dopo pochi minuti andai in salotto e notai la giacca di Smith sul divano. Ma perché dovevano capitare tutte a me? Mi affrettai a prenderla e a nasconderla in camera mia, per poi sprofondare sul mio letto ancora stupita dal mio comportamento.

Lunedì arrivò troppo in fretta per i miei gusti e contro voglia mi ritrovai fuori dal letto diretta verso la scuola. Avevo la giacca di Marc nella borsa, non volevo che Harry la vedesse. Ovviamente non sapeva nulla di tutto quello che era successo sabato pomeriggio. Appena arrivammo a scuola mio fratello sparì tra i corridoi in cerca del suo ragazzo e io rimasi sola al mio armadietto. "Ilaria!" sobbalzai appena sentii urlare qualcuno dietro di me. Mi voltai e vidi Niall con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Non lo vedevo così raggiante da quando aveva ricevuto un buono per mangiare gratis da Nando's per il suo compleanno. "Io ti sposo" continuò. Scoppiai a ridere "Scusa?" dissi. "Grazie" disse abbracciandomi. Iniziai a chiedermi se stesse bene. "Hanna è stupenda. È una ragazza meravigliosa. È così dolce e solare e poi, diciamocelo,  è bellissima. Se non fosse stato per te non l'avrei mai conosciuta" disse continuando a stringermi al suo petto. "Sono contenta che tu finalmente abbia trovato una ragazza degna di un essere chiamata così, ma Niall, non respiro" dissi cercando di allontanarlo. Lui si staccò e si sistemò il ciuffo. "Voglio andare piano con lei, voglio che sia una storia seria" Spalancai gli occhi. Non aveva mai detto cose simili riferito ad una ragazza. Questa Hanna doveva essere davvero una persona stupenda per permettergli di pensare queste cose. "Niall è bellissimo quello che dici" dissi ancora incredula "non fartela scappare" continuai chiudendo l'armadietto. Iniziai a cercare Smith con lo sguardo. Dovevo liberarmi della sua giacca.
Il biondino continuò a sorridermi e disse "Vado a cercarla, ci vediamo alle prove" per poi andarsene senza aspettare la mia risposta. Alle prove? Non potevo andarci. Avrei visto Zayn. Dovevo seguire il consiglio di Harry. Niente più Zayn. Riconobbi Marc davanti al suo armadietto con un ragazzo accanto. Mi diressi da lui con la sua giacca tra le mani. "Tieni" gli dissi mettendo la giacca davanti alla sua faccia. "Ciao Styles" mi sorrise prendendo la giacca dalle mie mani "dovremmo rifare una cosa come sabato, sai? Magari oggi pomeriggio durante le prove" continuò mentre il ragazzo affianco a lui scoppiò a ridere. Dopo averli squadrati entrambi intervenni "Non ci sarà nessuna prova e nessun corso. Ho intenzione di ritirarmi" A quelle parole vidi i muscoli di Marc irriggidirsi. "Non puoi ritirarti. Se tu ti ritiri, io non posso gareggiare" continuò sbattendo l'anta dell'armadietto. "Avresti dovuto pensarci prima" continuai. "Non mi rovinerai il futuro Styles." mi urlò in faccia.
Indietreggiai e rimasi in silenzio. Stavo per voltarmi ed andarmene quando sentii un forte braccio avvolgermi la vita. Mi voltai e trovai due iridi color cioccolato fissarmi in modo preoccupato. "Zayn" sussurrai. Lui mi sorrise e avvicinò con una leggera spinta il mio corpo al suo. "Malik non intrometterti" tornò a urlare Marc. "Che problemi hai? Si può sapere?" rispose in tono calmo il ragazzo accanto a me. Mi sentivo protetta accanto a lui, al sicuro da tutto e da tutti.
La campanella suonò e Marc e il suo amico furono costretti a tornare in classe, ma prima urlarono "Styles. Alle tre in sala prove. Altrimenti te ne pentirai." Rabbrividii. Perché doveva essere tutto così complicato? "Cosa succede?" disse Zayn abbracciandomi e facendomi rassicurare. "Nulla, non ti preoccupare" sussurrai sulla sua maglietta. "Devo andare in classe" continuai staccandomi da lui. "Sai che puoi fidarti di me" disse con aria triste. "Lo so, sei un angelo" dissi senza pensarci "grazie" continuai. Mi voltai e mi diressi verso la mia classe, quando qualcosa mi bloccò per un braccio. Mi voltai e vidi ancora Zayn fissarmi con quelle iridi preoccupate e un sorriso forzato sul viso. "Non mi hai ancora detto come si chiama" disse. "Chi?" "La nostra canzone" Nostra. "Quella che venerdì abbiamo ballato" disse con uno scintillio negli occhi. La pelle d'oca si fece largo sul mio corpo. "All of me" dissi con un filo di voce, mentre il mio stomaco si contorceva. Lui mi sorrise e mi lasciò il braccio. "Ci vediamo alle tre" disse lui, mentre lo vidi correre dall'altra parte del corridoio.

Grow Old With Me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora