Capitolo 22

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Passarono forse minuti, forse ore, e Stiles ancora non voleva saperne niente di alzarsi da terra. Voleva solo tornare alla sua vecchia vita, con Finn e tutti gli altri, a quel senso di apatia che lo circondava ogni qual volta che doveva fare qualcosa di terribile, in quanto cacciatore professionista.

Prese il cellulare e fermò la musica che continuava ad andare indisturbata nelle sue orecchie.

<<Forse, potrei tornare...No neanche questa è una cosa fattibile.>> disse Stiles a se stesso. Pensava che forse tornare nella sua Metropoli lo avrebbe riportato in se stesso. Ma non era possibile non sarebbe tornato in tempo per il viaggio visto che era stato anticipato e fra meno di quarantotto ore sarebbe partito con tutti i suoi amici.

Quando finalmente si decise a tornare a casa il cacciatore, prese la strada più lunga così da metterci più tempo, per varcare la soglia della casa, che lo aveva accolto fino a tre anni prima.

Appena passata la porta di casa sua, non poté che sentirsi un estraneo, quasi come un ladro che entrava. Non sentiva più quella casa sua, la vedeva ,forse, come un ricordo lontano di una sua vita passata.

Sali le scale che lo portarono alla sua vecchia camera, e mentre camminava silenzioso come un fantasma, il leggero russare di suo padre. Segni che era rientrato a casa aveva cenato e si era messo a dormire.

In quel momento Stiles si senti solo, completamente solo, senza niente a cui aggrapparsi quando cacciava, era una furia apatica che faceva il suo dovere senza mostrare i segni del rimorso.
Così Stiles, si addormentò con i vestiti ancora addosso e con le gambe stremate da tutta quella corsa.

Il mattino il cacciatore neanche si alzò resto tutto il giorno sul letto a cercare un compromesso con se stesso, e aveva deciso che dopo pranzo sarebbe andando alla ricerca di qualche missione, per tornare la sera prima dello sceriffo e fare una cena insieme.

Così si alzò di botto e andò giù in cucina a preparare qualcosa per il pranzo.
Si preparò un piatto ricolmo di pasta e da bere una spremuta d'arancia rossa.

"Cosa stai mangiando?"

Stiles si alzò di scatto, tanto che la sedia dove era seduto prima cadde a terra con un tonfo che rimbombo nella stanza per alcuni secondi.

"Cosa cazzo ci fai in casa mia?" chiese Stiles, tenendo la posizione di difesa ben salda, e in quel momento si maledisse di non aver portato di sotto i suoi coltelli.

"Ero passato per farti un saluto e per vedere se tu stessi bene, ti trovo informa" disse Derek cercando di mantenere un tono di voce civile e ignorando la posizione di combattimento che aveva Stiles.

"Bene ora che l'hai fatto sparisci ho altre cose da fare." Non aveva proprio voglia di stare a sentire altre stronzate  da parte di Derek, men che meno adesso, che stava facendo di tutto per allontanare dalla sua testa l'immagine del ragazzo.

"Tipo cosa?" chiede curioso Derek.
" Devo andare in missione, cose da cacciatori non ti riguarda" disse Stiles freddo.
"Missione? quando sei in vacanza? sono diventati matti i cacciatori oppure non conoscono il significato di prendersi una pausa ?" ribadì Derek, scettico.

"Non sono fatti che ti riguardano, non è così difficile capire questa frase è semplice, in ogni caso, non me l'hanno assegnato loro...vado da solo, devo sbrigare una faccenda privata." disse Stiles, cercando di accampare scuse per far sì che Derek esca da casa sua.

"Quindi vai da solo? hai mai fatto missioni da solo? è troppo rischioso." dichiarò Derek.
"Smettila di comportarti come se ti interessa se qualcosa della mia incolumità, me ne hai dato prova tre anni fa. Quindi ti prego di smetterla perché mi sono rifatto una vita senza di te! e non l'ho neanche fatto per mia scelta, mi hai costretto tu a farlo! Quindi lasciami stare" disse Stiles con affanno.

Un Etate SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora