Capitolo 13 D'amore e d'amicizia, di un Romeo e della sua Giulietta

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«E' la Giulietta più bella che abbia mai visto, professoressa Green» Kitty Pride era rimasta incantata ad ammirare la sua insegnante che scendeva la gradinata, dal primo piano della scuola, per recarsi nella sala adibita per il ballo, cinque minuti prima dell'orario di apertura.

I capelli acconciati in una lunga treccia e un trucco leggerissimo esaltavano i suoi tratti somatici, degni di una vera nobile italiana.

«Grazie, cara, sei splendida anche tu». L'allieva indossava un abito da damina veneta color carta da zucchero, molto adatto al fisico minuto e sottile; Julia si rallegrò della sua vicinanza e dell'aiuto che le aveva fornito nella preparazione della manifestazione, a cui avevano partecipato gli studenti in massa.

Tavolini alti rotondi contenevano piatti con candele bianche accese, e vassoi di frutta impilata a piramide; i camerieri del catering, anch'essi in costumi identici e a tema, servivano bevande analcoliche in calici di cristallo dai fregi d'oro zecchino; un gruppo di musicisti specializzati in melodie dell'epoca avrebbe allietato la serata per la prima parte e un dj, a seguire si sarebbe esibito con musiche più moderne. Charles aveva contribuito economicamente all'organizzazione dell'evento, noleggiando persino gli arredi e i complementi: poltrone di legno imbottite di velluto rosso e tende stampate in stile.

«Concordo con la nostra Shadowcat. Julia, sei incredibile» proprio Xavier si materializzò, abbigliato da Mercuzio, figlio del principe, il signore della città-stato di Verona, buon amico dei Montecchi, in particolar modo del giovane Romeo. Mercuzio aveva la caratteristica di sfoggiare lunghi discorsi suggestivi, ed era ritenuto uno spirito libero. Soprattutto moriva quasi subito, uscendo di scena, come Charles stesso, che sarebbe andato a letto prima degli altri, dileguandosi nel buio della notte con la sua carrozza moderna.

«Incredibile e senza compagno» con lui poteva permettersi una lamentela. Gli occhi della mutante erano spenti, adombrati.

«Ho difficoltà a sostituirlo, almeno nella danza; nella conversazione no e non credo ti annoierai» le risollevò il morale con una riflessione realistica, perché ogni allievo che entrò in sala si fermò da lei per un complimento o un ringraziamento e non ebbe tregua, tanto da doversi servire di un bicchiere di analcolico per idratare la gola secca.

Che le passò Tempesta, in un abito verde muschio che ne evidenziava la pelle d'ebano e la capigliatura canuta acconciata ai lati con mollette di strass «Il party è un vero successo». Ororo era impressionata dalla riuscita della festa «Programmiamo un ballo ogni anno, e ogni volta con un tema differente; non credevo che Romeo e Giulietta prendesse tanto, ma in fondo è l'amore che guida il mondo».

Osservò Xavier leggere un messaggio al cellulare e dirigersi con la sedia a rotelle diritto verso la consolle del dj; immediatamente la musica medievale del complesso si interruppe e nell'aria della sala si diffuse una melodia che Julia amava moltissimo.

La colonna sonora del film di Franco Zeffirelli era stata composta da Nino Rota in italiano, per essere tradotta e cantata in diverse lingue.

La canzone Love Theme from Romeo and Juliet, conosciuta come A Time for Us era la preferita di Fenice. Le salirono le lacrime agli occhi, riconoscendola.

A time for us, some day there'll be

When chains are torn by courage born of a love that's free

A time when dreams so long denied can flourish

As we unveil the love we now must hide

Un tempo per noi, un giorno ci sarà

Quando le catene sono strappate dal coraggio nato da un amore che è gratuito

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