Capitolo 23 Di una figlia cresciuta e di una serata per due coppie

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«Che novità sarebbe?» entrando in cucina Clint segnalò la padella in cui sua figlia aveva preparato una crêpe, tipica pietanza della cucina francese. Il ripiano di marmo era sporco ovunque di schizzi di impasto, i fornelli di gocce di unto.

«Una colazione diversa, meno americana» al posto di uova strapazzate e pancetta, che i genitori predisponevano alternandole a cibi più sani cucinando una mattina per ciascuno, aveva voluto riproporre la frittatina dolce gustata con Warren.

«Lo sapevi già, Falco brontolone. Non alterarti e mostrati più aperto ai cambiamenti» Julia, seduta sullo sgabello alto della cucina, le gambe incrociate, intervenne a placare gli animi «ieri, di ritorno dall'allenamento, vi siete fermati al supermercato e avete comprato un barattolo di marmellata di marroni e una confezione di panna da montare. La panna ha due utilizzi. Il primo lo conosci, il secondo è questo. Osserva con attenzione!» col dito prelevò un po' di nuvola bianca dalla ciotola e la spalmò sulla bocca dell'arciere, esibendosi in un bacio mozzafiato per ripulirla. Un bacio assai gradito.

«Mi piacciono le crêpe, Kate. Io e la mamma le pretendiamo, ogni mattina da oggi in avanti» Barton, le labbra ancora sporche di crema su cui passò il pollice, smise di borbottare, rimirando la splendida moglie in pigiama e coi calzini col fenicottero rosa. Forse per la guarigione improvvisa, aveva gli ormoni più in tempesta del solito e nemmeno Ororo con un tornado avrebbe abbassato il grado di brama per la sua Giulietta.

«Smettetela, già ieri sono scappata per non assistere alle vostre effusioni esagerate. Tenetevi per stasera» la figlia servì le crêpe nei loro piatti e i genitori vi aggiunsero la panna, intanto che lei continuava «C'è una festa a casa di un amico di Morgan, ci prepareremo alla Stark Tower, se a voi sta bene».

«Una festa? Così, all'improvviso? Perché non ce ne hai parlato prima?» l'Avenger, sospettoso, indagò.

«Papà, lo sapevo già ma negli ultimi giorni ho avuto altro a cui pensare» si riferì alla perdita dell'udito, dispiaciuta di aver deciso di mentir loro. Rientrata a casa dopo la passeggiata a Central Park, su una nuvoletta rosa, aveva riflettuto di non poter rischiare un rifiuto. Nemmeno voleva che le facessero il terzo grado o chiedessero di conoscere il ragazzo che l'aveva invitata. Si era ingegnata e con la collaborazione della sua amica avrebbe potuto recarsi al cinema indisturbata.

«Chi c'è alla festa?» Fenice, dubbiosa, spalleggiò il marito; era anomalo che la giovane non ne avesse accennato in precedenza.

«I suoi compagni di classe. Mi accompagnerà a casa l'autista di Tony con la limousine, così voi potrete passare una serata da fidanzatini» capitava che i genitori si avvicendassero nel riportare le figlie a casa in caso di uscite serali e anche che venissero scortate dallo chauffeur della famiglia Stark. Pepper e Tony sarebbero andati fuori New York per affari dell'azienda, Morgan effettivamente a un party di alunni della sua classe e credette che la fandonia sarebbe passata in sordina.

«Va bene, ma non fare tardi. Il coprifuoco è alle undici» Julia mangiò un boccone di crêpe. La pasta risultava decisamente troppo spessa, ma il sapore era gustoso, e nel complesso un buon risultato per essere la prima prova.

«Ma domani è sabato, non c'è scuola!» la ragazza si lamentò, divorando la propria colazione con l'abituale appetito.

«Senti, Kate, se non ti basta, non vai per niente e la serata dei fidanzatini si trasformerà in una maratona di film che sceglierà tua madre, sul divano e senza popcorn» Clint la ricattò, fregandosi le mani. Sapeva già dove portare Julia, era preparatissimo.

«Ho capito il messaggio. Pulisco e vado a scuola» Lucky la guardava, bloccato come una sfinge, in attesa che le scivolasse a terra un pezzetto di crêpe, come quello ricevuto da Warren al locale a Central Park.

Il Falco e la FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora