Capitolo 19 Di una figlia speciale e di apine volanti

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Circa un anno e mezzo dopo gli ultimi eventi dello scorso capitolo.

«Katherine Elizabeth è una mangiona, diventerà una maialina» Clint accarezzò la testolina della figlia. Capelli neri mossi le contornavano il visetto paffuto, le guance erano piene del latte poppato dal seno di Julia che allattava nel letto del loro minuscolo appartamento dell'Upper West Side.

Lucky, all'arrivo della piccola, ingelosito, aveva preteso di dormire sul letto e Barton aveva abdicato, alla condizione che il cane si stendesse rigorosamente sopra la sua copertina e non sulla trapunta. Il letto francese era molto affollato, da qualche sera a quella parte.

«Kate» Julia - che aveva insistito affinché la figlia portasse i nomi delle nonne materne - usò il suo diminutivo informale «Ha sei settimane e tre doveri. Ossia mangiare, dormire e fare popò, Falco. Sei stanco, amore?». Barton l'aiutava con la bambina, soprattutto la notte. Di giorno si allenava con gli Avengers e studiava, perché di lì a poco avrebbe affrontato gli esami da privatista per prendere il diploma. Le parve contento ma esausto.

L'albero di Natale, posto in un angolo del soggiorno, era circondato da decine di doni per Kate, regali dei loro amici, qualcuno arrivato dal North Carolina. Accanto alla finestra la pianta di cuori sanguinanti, traslocata dalla cameretta della X-Mansion all'appartamentino era in bella mostra.

«Un pochino, ma quando torno a casa e vi vedo, ricarico le batterie. Alla scuola i tuoi studenti non fanno altro che dire quanto manchi loro e che il professor X è meno bravo di te in letteratura e storia. Xavier l'ha presa male, me lo ha confessato mentre lui e Ororo mi interrogavano. Per ciò che riguarda lo studio, non ricordo più nulla, però, e sono preoccupato di non farcela» confessò che le prove orali non fossero andate bene. Si agitava e confondeva, sbagliando risposte semplici di argomenti che conosceva; dopo più di diciotto mesi di studio alternato al lavoro, un fallimento sarebbe stato disastroso, perché riteneva di non poter ripetere l'anno. Agli impegni si era aggiunta la presenza della figlia e delle incombenze a lei relative, che non voleva addossare interamente sulle spalle della compagna.

«Ci vedremo per il venticinque alla villa di Charles con gli allievi, andremo lì a festeggiare il Natale. Per quanto attiene gli esami, ho pensato di lasciare Kate con Kitty per qualche ora e interrogarti io, riprenderai il ritmo» era sicura che gli mancasse un affettuoso incoraggiamento.

«Fenice, vorrei usare quelle ore per amarti» l'arciere aveva avuto un pensiero peccaminoso «Nella tua cameretta, come la prima volta».

«Vedremo, su, magari potremo fare entrambe le cose» spostando la piccola che aveva finito di allattare, Julia abbottonò la camicia da notte, mettendo la bambina nel mezzo del letto francese. Lo sguardo cadde sul comodino, l'unico, dalla parte di suo marito. La cornice della foto delle loro nozze era in primo piano, lei nel bell'abito di Nives, una nuvola rossa di felicità, l'Avenger in smoking. Il vestito dell'amica era sul serio della fortuna e lo aveva scelto al posto del costume di Giulietta, gelosamente custodito nel guardaroba.

Durante la trasferta alle Terre Selvagge, prima di salire sul Quinjet e mostrare arco e frecce ad Angelo, Clint l'aveva presa da parte, e, con sincerità e gli occhi lucidi, le aveva chiesto se non preferisse restare lì, nella neo nazione di soli mutanti, con Erik e gli altri della sua specie.

Lei non aveva tentennato, confermando ciò che aveva detto a Magneto qualche istante prima.

Pur compreso che Barton glielo avesse domandato per amore e generosità d'animo, aveva giurato che il suo unico desiderio era un futuro insieme. Non le importava dove, ma le Terre Selvagge non le erano sembrate l'optimum.

Clint sarebbe stato il solo umano nello stato di Lehnsherr e non voleva stravolgere le loro vite, in cui entrambi svolgevano professioni gratificanti ed avevano tanti amici sinceri. Oltretutto la nazione di mutanti era nata da un ricatto, sotto un cattivo auspicio a suo avviso inaccettabile.

Il Falco e la FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora