Capitolo 15 Di una cena fra amici e di un regalo speciale

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«Manca la televisione» Clint aveva trovato una pecca persino nel cottage dei Dameron.

«Non dargli retta, è un brontolone. Brontolone sudato» Julia lasciò un bacio sul falco tatuato sul bicipite del compagno, scappando in tempo per evitare un suo pizzicotto. A torso nudo, dato il caldo del clima mite e della brace, i due uomini avevano amalgamato la pasta per le pizze e dato a queste ultime la forma caratteristica, cuocendole nella cupola del forno in muratura, ubicato nel retro della villa.

«Ci hai messo tripla mozzarella?» afferrando un pezzetto di formaggio a pasta molle di latte di bufala da una delle ciotole degli ingredienti, Fenice si assicurò dall'Avenger sulle quantità.

«Sì» un sorso di birra da una bottiglia, e Clint riuscì a prenderla per la vita e abbracciarla «La prossima volta cucini tu, donna».

«Ti sbagli, non sono una donna, sarai il mio servitore a tempo indeterminato» si rifece a una battuta già detta, sedendo fra la padrona di casa e Matias, sulle panche del tavolo di legno posizionate direttamente sulla sabbia.

«Sei una mutante, vero? Leggi la mente?» il ragazzino era molto incuriosito da Julia. Non aveva fatto che guardarla da quando era arrivata, affascinato dalla sua avvenenza e dai modi timidi e delicati, non sfacciati.

«Sono una telepate e ho anche altri poteri» lei provò a non approfondire e si augurò che non le chiedesse una dimostrazione pratica.

Il Falco si girò, protettivo, pronto ad andarle in soccorso se fosse stato necessario.

«Sei l'unica mutante di classe cinque della storia del mondo» l'italiana commentò, interessata. Le informazioni erano passate da Barton a Poe e da Poe a lei, giacché non avevano segreti e parlavano moltissimo in un confronto continuo e sempre costruttivo.

«Già».

«Però scommetto che non sai fare... Mamma, fa vedere, perché la mia Coca è diventata calda» Matias ridacchiò all'indirizzo della madre, mettendole il bicchiere di Coca Cola sotto la mano. Le dita schioccarono, solo per aumentare la tensione della scenetta. Nello stesso momento due cristalli di ghiaccio a forma di fiocco di neve si materializzano nel liquido, venendo a galla.

«Sei una mutante anche tu» Julia scattò in piedi, con la mano a coprire la bocca per lo stupore. Tutto avrebbe immaginato tranne quello!

«Poca roba...» lei minimizzò, certa che suo marito non avesse fatto parola della sua condizione nemmeno con l'amico arciere.

«Uno dei miei allievi ha un potere analogo, si chiama Bobby e per tutti è l'Uomo Ghiaccio. Tu, invece, sei Nives, di nome e di fatto» mormorò, con Clint che si era avvicinato per osservare il bicchiere che il ragazzino aveva portato alla bocca per bere.

«Te l'avevo detto che anche mia moglie era speciale, Fenice» Poe le aveva parlato della sua signora quando si trovavano all'autodromo, nel lungo discorso sulle diversità, dandole alcuni indizi verbali che la mora non aveva colto «Aveva un destino nel nome, come te, Giulietta».

«Anche a me, per favore» Fenice spostò il proprio bicchiere sul tavolo, verso Nives, che stavolta creò un unico ghiacciolo più grande e a forma di cuore, trafitto da un dardo.

Julia strabuzzò gli occhi perché al suo interno erano incise le lettere C e J. L'italiana sapeva utilizzare l'abilità con molta precisione. «Che incanto, lo fisserò finché non si scioglierà» dovette prendere il cellulare di Barton dalla tasca posteriore dei jeans per fotografarlo e tenere l'immagine per ricordo.

«Ho scoperto il mio potere da adolescente, come molti mutanti» sistemando l'onda di capelli castani ricadutale sul viso, la regina della neve raccontò un pezzetto della sua vita «Ho fratelli e sorelle, una famiglia numerosa, ma solo io posseggo la mutazione. Mio padre la prese piuttosto male».

Il Falco e la FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora