Capitolo 3

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ci fu un silenzio tombale e non mi piaceva "sei stata disobbediente e ti devo punire Elisabhett" stavo per rispondergli ma mi precedente buttandomi a terra. Sbattetti la testa, mi feci molto male e continuo a colpirmi dandomi dei calci nello stomaco. Me l'ero cercata dopotutto. Persi i sensi subito dopo 4 colpi di solito continuavo a resistere e a combattere ma sta volta non fu lo stesso il mio corpo non c'è la faceva più, la mia mente non c'è la faceva più. "Sei proprio una figlia di puttana, come i tuoi genitori". Non mi svegliai come mio solito nella mia camera ma ben si in una stanza che non avevo mai visto, avevo male alle costole avevo si o no di sicuro due costole rotte, e non parliamo della testa mi stava per scoppiare. Provai ad alzarmi ma non ci riuscì mi faceva troppo male, ma dovevo alzarmi e cercare di uscire da lì, le stanze chiuse non mi piacevano affatto, così mi feci forza e mi alzai. Diedi dei colpi a quella porta ma nessuno si degno di un rumore, chi sa se ero ancora a casa? Mi sedetti a terra e appoggia la schiena contro la porta, ormai ero convinta che non fossi a casa, se si poteva chiamare tale, mi rassegnai, ero stanca e mi faceva male tutto "chi c'è?", quella voce era la cosa più innocente che si poteva sentire e se avessi aperto gli occhi, sarebbe svanita, "c'è qualcuno?", mi immaginavo la sua immagine mentre parlava, contemporaneamente una lacrima mi riga la faccia. "Ariel" dissi il suo nome senza accorgermene, "Elisabhett?" era lì, era veramente lì, ripresi la speranza e apri gli occhi. "Ariel sei qui? Sei veramente qui?" non ebbi una risposta immediata, e la speranza nei miei occhi lentamente svaniva, mi ero illusa nei peggiori dei modi che potevo, immaginando la mia sorellina. La serratura della porta si scosto e la porta si apri. Chi era? Chi poteva avere le chiavi? Solo Liam le avrebbe avute, non avevo voglia di vedere la sua faccia in questo momento, avrei detto qualcosa di stupido, peggiorando ancora di più le cose. Davanti a me però non si presentò Liam ma Ariel, non mi ero immaginata tutto.

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