Mi aiutò ad alzarmi, mi aggrappai a lui per non fare la fine di qualche minuto fa “tranquilla non cadrai ti tengo” mi alzò il volto con due dita, per far sì che lo potessi guardare negli occhi, nella stanza c’era un assoluto silenzio si potevano sentire i nostri respiri fondersi l’uno con l’altro. “che cosa c’è?” dissi per liberarmi da lui, avevo bisogno di spazio, era tutto diverso quando ero con lui. Le mie barriere, che avevo costruito negli anni crollavano alla sua presenza. Stavo per allontanarmi quando vidi che non avrei avuto risposta, ma fui fermata, mi abbracciò, da quanto non godevo il calore di un abbraccio. Eravamo troppo vicini, sentivo il suo battito “mi spiace” gli dispiaceva veramente? “Dominic” smise di accarezzarmi i capelli e mi allontanò leggermente da lui in modo che potessimo guardarci “so che un mi dispiace non significa praticamente nulla per te. Ma quella sera ero arrabbiato avevo litigato con Noah e non mi controllavo. Ti sto chiedendo scusa è colpa mia se sei in queste condizioni ora” ricapitolando mi sta chiedendo scusa per avermi rinchiusa in una specie di prigione schifosa e ha litigato con Noah. Vedo che quel giorno è stata una giornataccia per tutti. “Dominic-“ non potei continuare la frase che le nostre labbra si unirono in un bacio profondo senza limiti. All’inizio fui sorpresa ma in fondo lo desideravo. Si stacco da me e continuò a guardarmi. “mi perdoni ora? Non puoi dire di no come avresti fatto qualche minuto prima” non ho intenzione di perdonarlo ora, anche se la mia collera è svanita la mia voglia di vendetta è cresciuta a dismisura. “in realtà volevo chiederti se mi potevi accompagnare al letto, perché temporaneamente tutto ciò attorno a me non smette di girare. E non ti perdono” si allontanò un po’ ma non lasciò la presa su di me. “come non mi perdoni? Ti ho pure dato un bacio” è vero ma il mio orgoglio supera il suo “è vero e non nego che è stato bello, ma non ti perdono Dominic” “ho chiamato Liam ieri sera” perché cazzo l’aveva fatto, ad un tratto senti le mie mani diventare fredde “perché?” cercai di non destare sospetto sul fatto che avessi cambiato umore così in fretta. “dovevo parlare con lui su alcune cose… che riguardano te. Ti sei accorta che addosso hai una maglietta diversa che avevi prima” aveva ragione questa maglietta è 2 volte me. Poi mi spuntò logicamente la domanda di chi me l’avesse messa addosso. Sperai che non fosse stato lui “tu…” non continuai la frase in modo da capire se fosse stato lui o una delle cameriere di questa casa. “sì. L’ho minacciato di morte se non se ne fosse andato da questa città” come aveva potuto, lui ora sapeva tutto, Ariel come avrebbe reagito. Troppe domande a qui non aveva risposta una fitta mi venne alla testa, che mi costrinse a portare la mano sulla fronte per alleviare il dolore inutilmente “che succede?” “la testa…” riuscì a dire solo questo faceva troppo male. Mi avvicinò al letto lentamente “ok bevi questo e poi riposa” mi diede delle medicine, le quali mandai giù con un sorso d’acqua. “Dormi vengo dopo da te” mi aiutò ad infilarmi nelle coperte. Poi si diresse verso la porta, ma si fermò prima di abbassare la maniglia “perché… perché non me l’hai detto?” non potevo dirgli che se l'avessi fatto, molto probabilmente sarei morta “temevo per la tua reazione” m’inventai la cosa più sensata che potesse venirmi in mente “la prossima volta vieni da me e me lo dici. Non mi piace scoprire le cose da solo.” Disse lasciando la stanza. L’ho già detto che cambia umore ogni 5 minuti, non lo capirò mai. Fui svegliata da delle urla provenienti dal piano di sotto, la riconobbi, era quella di Dominic che molto arrabbiato imprecava contro qualcuno al telefono. L’orologio segnava le 13:53. Avevo dormito troppo per i miei gusti. Scostai le coperte mi misi seduta, per adesso non girava niente, tentai di alzarmi sostenendomi con il letto. A quanto pare i giramenti di testa erano passati, mi allontanai dalla stanza per scendere in cucina. “Non me ne frega un cazzo porca puttana! Io gli voglio fuori dal mio territorio. Vedi di trovare un modo per mandarli via o sparo prima a te e poi ai tuoi cari. Fai il tuo cazzo di lavoro” a Dominic girava la luna storta a quanto pare.
STAI LEGGENDO
Your Games
RomanceDominic padrone della città. Un uomo possessivo e testardo. Quando qualcuna tocca le persone che ama perde il controllo. Elisabhett ragazza con una vita complicata e un passato oscuro. Ragazza chiusa in sé stessa non si fida di nessuno. Obbligata a...